31/08/2014
Stefano Fassina
Cuperlo, D'Attorre, Albini, Beni, Bossa, Cenni, Damiano, Fossati, Carlo Galli, Giorgis, Gnecchi, Gregori, Iacono, Maestri, Meta, Miccoli, Miotto, Misiani
1-00568

La Camera, 
premesso che: 
nel documento di economia e finanza (DEF) 2014, approvato in via definitiva dalle Camere il 17 aprile 2014, il Governo manifesta l'intenzione di attuare un piano di privatizzazioni mediante la dismissione di partecipazioni in società controllate anche indirettamente dallo Stato e l'attivazione di strumenti per consentire le dismissioni anche da parte degli enti territoriali; come riportato nel programma nazionale di riforma contenuto nello stesso documento, le società coinvolte nell'operazione includono società a partecipazione diretta quali ENI, STMicroelectronics, ENAV, nonché società in cui lo Stato detiene partecipazioni indirettamente tramite Cassa depositi e prestiti, quali SACE, FINCANTIERI, CDP Reti, TAG (Trans Austria Gastleitung Gmbh) e, tramite Ferrovie dello Stato, in Grandi Stazioni — Cento Stazioni; 
i proventi del piano di privatizzazioni sono stimati nel medesimo DEF in circa 0,7 punti percentuali di prodotto interno lordo all'anno nel periodo 2014-2017 (pari a circa 11 miliardi di euro l'anno); 
nel Consiglio dei ministri n. 16 del 16 maggio 2014 sono stati definitivamente approvati i due decreti (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 77 e n. 78) che determinano i criteri per la privatizzazione e le modalità di alienazione della partecipazione detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze del capitale di Poste italiane s.p.a e ENAV s.p.a., rispettivamente fino al 40 per cento e al 49 per cento; 
le operazioni legate a Poste Italiane ed ENAV risultano però rallentate, e probabilmente non andranno a buon fine entro il 2014, secondo quanto affermato dagli stessi vertici delle due società nel corso di alcune audizioni tenute alla Camera; 
fino ad oggi, l'unica operazione di privatizzazione effettuata è quella di Fincantieri, con l'offerta di una quota rilevante, ma di minoranza, della società controllata da Fintecna (che fa capo alla Cassa depositi e prestiti, CDP); l'operazione è risultata però molto al di sotto delle aspettative, con risultati inferiori rispetto alle attese del Governo, dell'azienda e del mercato; 
tuttavia, in una nota stampa del 24 luglio 2014, il Ministro dell'economia e delle finanze ha confermato la volontà di rispettare gli obiettivi annunciati nel DEF 2014 in merito al piano pluriennale di privatizzazioni, che costituirebbe un punto centrale dell'azione riformatrice del Governo; la missione in Cina di fine luglio 2014 dello stesso Ministro sembrerebbe finalizzata, tra l'altro, a favorire la cessione di una partecipazione del 35 per cento di Cassa depositi e prestiti Reti ad una società interamente controllata da State Grid Corporation of China; 
sembrerebbe altresì che il Governo sia intenzionato a collocare una quota del 5 per cento di Enel e Eni, controllate al 30 per cento dallo Stato (la prima direttamente dal Ministero dell'economia e delle finanze e la seconda attraverso Cassa depositi e prestiti); 
il Parlamento dovrebbe esercitare la funzione di indirizzo e controllo rispetto ad operazioni di tale portata, considerato che tra le società controllate dallo Stato si annoverano aziende di grande qualità, la cui privatizzazione potrebbe determinare l'indebolimento delle potenzialità industriali nazionali, senza peraltro un sostanziale effetto di diminuzione del debito pubblico, ma con una riduzione delle entrate fornite al bilancio dello Stato dai dividendi delle stesse società,

impegna il Governo:

a presentare al Parlamento, prima di procedere a ulteriori iniziative di alienazione di quote di società direttamente o indirettamente di proprietà dello Stato o di aumento di capitale riservato al mercato, una relazione contenente: 
a) i dati finanziari e industriali degli effetti della alienazione o dell'aumento di capitale sulle società interessate e sul bilancio dello Stato; 
b) la minore spesa per interessi sul debito pubblico che si verrebbe a conseguire qualora le risorse raccolte mediante l'alienazione fossero dedicate alla riduzione di debito pubblico; 
c) i minori dividendi versati al bilancio dello Stato in conseguenza dell'alienazione; 
d) gli effetti dell'alienazione o dell'aumento di capitale riservato al mercato sul piano industriale della società interessata o di altre società del gruppo al quale la società interessata fa riferimento; 
e) l'impatto sull'assetto proprietario e sulla governance delle società coinvolte nell'alienazione o nell'aumento di capitale riservato al mercato e l'evidenziazione dei connessi rischi di perdita di controllo da parte dello Stato di società direttamente o indirettamente da esso controllate; 
a utilizzare le risorse raccolte attraverso l'alienazione di quote o attraverso l'aumento di capitale di società direttamente o indirettamente di proprietà dello Stato per finanziare iniziative di sviluppo industriale delle società interessate o per finanziare un piano straordinario di investimenti produttivi per la riqualificazione delle periferie urbane, la messa in sicurezza delle scuole e dei territori a maggior rischio idrogeologico.