24/06/2014
Gian Piero Scanu
Bratti, Braga, Lenzi, Cimbro, Villecco Calipari, Carrozza, Amendola, Raciti, Beni, Stumpo, Bolognesi, Carlo Galli, Giuditta Pini, Grassi, Zanin, Gullo, Piccione, Amoddio
1-00513

La Camera,
   premesso che:
    il Mobile User Objective System (MUOS) è un sistema militare di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza e a banda stretta, composto da 4 satelliti e 4 stazioni di terra, una delle quali è in fase di realizzazione in Sicilia, a Niscemi (Caltanissetta), all'interno della riserva naturale Sughereta, sito di interesse comunitario;
    l'impianto di Niscemi è composto da 3 antenne paraboliche basculanti (di diametro pari a 18,4 metri e ad altissima frequenza) e da 2 antenne elicoidali UHF, alte 149 metri;
    nella base militare americana di Niscemi è già allocata la Naval Radio Transmitter Facility (NRTF-8), un'importante centrale di telecomunicazioni composta 44 antenne, di cui operanti 21 (20 in alta frequenza per comunicazioni di superficie ed una in bassa frequenza per comunicazioni sotto la superficie del mare);
    il programma MUOS è gestito dall'Us Navy (marina militare degli USA) ed è destinato a integrare forze navali, aeree e terrestri, in movimento in qualsiasi parte del mondo e a coordinare tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo;
    il provvedimento di autorizzazione all'installazione è frutto della stipula di un accordo bilaterale Usa-Italia del 2001, poi ratificato nel 2006, rilasciato dall'assessorato regionale del territorio e dell'ambiente a seguito di apposita conferenza di servizi svoltasi il 9 settembre 2008;
    i lavori vennero approvati dal Ministero della difesa con nota del 31 ottobre 2006, nella quale si precisava che i progetti «dovranno essere conformi alla normativa tecnica italiana e che prima della messa in funzione del sistema deve essere garantito e certificato che le emissioni elettromagnetiche rientrino nei parametri stabiliti dalle vigenti leggi italiane»;
    il 1o giugno 2011 è stato firmato un protocollo d'intesa tra Ministero della difesa e Regione siciliana, con il quale le parti «ognuna per quanto di propria competenza, definiscono termini, modalità ed impegni volti a garantire che l'installazione del sistema MUOS avvenga nel rispetto irrinunciabile della salvaguardia della salute della popolazione, della sicurezza dell'area, della tutela dell'ambiente, della conservazione della biocenosi e della fruizione e della valorizzazione della RNO Sughereta di Niscemi»;
    la costruzione del MUOS, inizialmente prevista a Sigonella (nel territorio di Lentini, in provincia di Siracusa), è stata spostata a Niscemi in seguito agli esiti dello studio di valutazione di impatto elettromagnetico «Sicily radhaz radio and radar radiation hazard model», realizzato per conto delle forze armate statunitensi da AGI e Maxym System;
    l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente siciliana ha effettuato una serie di rilevamenti sulle emissioni di onde elettromagnetiche generate dalla stazione e tali misurazioni hanno evidenziato il raggiungimento della soglia di attenzione indicata dalla legislazione italiana (legge n. 36 del 2001 e decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 luglio 2003) nel valore di 6 volt/metro (anche se tali misure sembrano essere falsate da «malfunzionamento dei dispositivi di monitoraggio» come affermato dall'Ispra nella relazione del 24 marzo 2014 consegnata in occasione dell'audizione effettuata presso il Senato della Repubblica);
    i valori, pur essendo fissati per legge, sono solo convenzionali e non escludono di per sé la possibilità di un danno alla salute delle popolazioni;
    l'azione investigativa dell'Arpa risulta, comunque, non esaustiva a causa della mancanza di dati certi, in quanto le informazioni tecniche sugli impianti e sullo stesso sistema MUOS sono in parte coperti da segreto militare;
    il principio di precauzione impone di valutare le possibili alternative, una volta che si sia deciso che l'attività debba necessariamente essere messa in atto, allorquando vi sia anche solo un rischio teorico o un allarme sociale;
    si trascinano intanto le azioni amministrative e giudiziarie iniziate con il sequestro della stazione radio del MUOS di Niscemi disposto dalla procura di Caltagirone il 6 ottobre 2012, per le supposte violazioni alle prescrizioni fissate dal decreto istitutivo dell'area protetta, sequestro annullato il 28 ottobre 2012 dal tribunale della libertà di Catania che ha dato il via libera alla ripresa dei lavori;
    a seguito di una riunione svoltasi in data 11 marzo 2013 e presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri è stata assunta la decisione di affidare all'Istituto superiore di sanità un ulteriore studio delle problematicità relative all'installazione dell'impianto MUOS e di introdurre strumenti di monitoraggio, sospendendo l'installazione delle parabole in attesa degli esiti dello studio stesso;
    l'Istituto superiore di sanità ha costituito un apposito gruppo di lavoro, con la partecipazione di rappresentanti della regione, per la verifica della compatibilità elettromagnetica del sistema con la salute della popolazione locale;
    il Governo della Regione siciliana ha revocato in data 29 marzo 2013 l'autorizzazione per la realizzazione del MUOS di Niscemi, ma, il 20 aprile 2013, il Ministero della difesa ha chiesto, con un ricorso al Tar della Sicilia, l'annullamento della revoca e la relativa condanna per la Sicilia a risarcire i danni;
    il 9 luglio 2013, con ordinanza n. 469, il Tar di Palermo ha respinto il ricorso del Ministero della difesa, ritenendo che la priorità assoluta sia la salute dei cittadini: secondo i giudici del Tar, il sistema radar americano non desta preoccupazione solo per le emissioni ma anche per le interferenze con gli aeroporti: «sussistono seri dubbi anche in ordine all'incidenza e alla pericolosità del sistema in questione sul traffico aereo della parte orientale dell'isola (aeroporti di Comiso, Sigonella e Catania)»;
    il Tar ha stabilito che resta in vigore la decisione di bloccare i lavori di realizzazione del MUOS contestati duramente dalla popolazione locale per le conseguenze sulla salute delle emissioni dei radar e ha sottolineato la necessaria «sottoposizione dell'amministrazione militare statunitense alla legislazione nazionale e al rispetto della complessiva disciplina vigente in Italia»;
    nonostante il ricorso del Ministero della difesa sia stato respinto dal Tar della Sicilia, a causa della mancanza di un referto che indichi la sicurezza del MUOS per la salute dei cittadini, il 24 luglio 2013 il governatore della regione siciliana ha annullato la revoca dell'autorizzazione precedentemente disposta, alla luce dello studio dell'Istituto superiore di sanità, che ha stabilito che la realizzazione dell'impianto non crea alcun danno alla salute dei cittadini, adducendo anche il motivo di non incorrere in una penale di 25.000 euro circa al giorno chiesta dagli Stati Uniti d'America;
    in data 5 settembre 2013 è stato presentato dall'Istituto superiore di sanità lo studio sul MUOS, realizzato in collaborazione con l'Organizzazione mondiale della sanità e l'Ispra, richiesto dal Ministero della salute, le cui conclusioni invitano ad una «particolare attenzione e cautela» e alla realizzazione di un «sistema di sorveglianza epidemiologica dello stato di salute delle persone residenti a Niscemi», al fine di «poter rilevare eventuali variazioni di frequenza di patologie e di fornire dati tempestivi alla popolazione residente»;
    lo studio sulla valutazione delle esposizioni della popolazione ai campi elettromagnetici collegati all'installazione delle nuove antenne individua i bambini come categoria più a rischio, specificando che la «presenza nella popolazione di Niscemi di una componente giovanile più accentuata che nell'intera regione richiede una particolare attenzione e cautela»;
    l'Istituto superiore di sanità precisa che, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, «c’è un'evidenza diretta che i bambini sono più suscettibili degli adulti ad almeno alcuni cancerogeni, incluse alcune sostanze chimiche e varie forme di radiazioni»;
    il documento si limita a constatare che «in merito all'esposizione ai campi elettromagnetici e al profilo di salute, nella letteratura internazionale non esistono studi che abbiano fornito evidenze sufficienti per pronunciarsi in modo positivo o negativo sugli effetti sulla salute»;
    il gruppo di lavoro si è confrontato durante il corso dei lavori con esperti nominati dalla regione, tecnici del Ministero della salute, dell'Ispra ed esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità, i quali hanno avuto modo di visionare quanto redatto, fare domande e presentare documenti aggiuntivi;
    alcune considerazioni critiche espresse dai tre esperti nominati dalla regione, afferenti all'Arpa della Sicilia, all'assessorato regionale alla sanità e al Politecnico di Torino, sono state recepite dal gruppo di lavoro dell'Istituto superiore di sanità, mentre nel documento sono presenti osservazioni discordanti con la relazione finale, soprattutto per quanto riguarda l'impatto elettromagnetico del MUOS;
    la relazione elaborata dagli esperti della Regione siciliana, dottor Mario Palermo e professor Massimo Zucchetti, che hanno espresso un loro parere sulle conclusioni della relazione del gruppo di lavoro dell'Istituto superiore di sanità per quanto riguarda gli aspetti di impatto elettromagnetico, sottolinea, infatti, che: «stante i risultati delle indagini e valutazioni ISS, ISPRA e ARPAS, (...) per quanto riguarda (...) le altre fonti inquinanti, e stante i risultati sull'inquinamento chimico e sul profilo di salute dei niscemesi – che mettono in evidenza correttamente molte criticità – gli scriventi ritengono che la costruzione del MUOS ricada in un contesto di grave inquinamento ambientale in fase di bonifica, che non può e non deve ulteriormente essere inquinato con altre installazioni. Per quanto riguarda il profilo di salute della popolazione di Niscemi, considerando la situazione sanitaria complessivamente non positiva che emerge, con un numero elevato di fattori oncogeni e patogeni simultaneamente presenti, sarebbe necessaria un'azione di attento monitoraggio e di ulteriore indagine»;
    l'installazione di una rete di rilevazione è già prevista dal protocollo d'intesa tra il Ministero della difesa e la Regione siciliana del giugno 2011 e, dopo la rimozione delle revoche disposte dalla regione, le attività per l'installazione della rete di monitoraggio sono state riavviate con il coinvolgimento diretto dell'Arpa della Sicilia, la quale ha indicato i luoghi dove posizionare le centraline di rilevamento;
    il MUOS suscita un'enorme preoccupazione nella popolazione siciliana, non solo della zona in cui insiste, ma di tutta l'isola, ed è per questo che si è formato un grande movimento, al quale si registra un'ampia partecipazione della popolazione;
    la normativa italiana ha assunto il principio di precauzione, pertanto occorre considerare anche la relazione prodotta dagli esperti nominati dalla Regione siciliana nell'ambito del predetto gruppo di lavoro (in particolare, si sottolinea, testualmente, che «una delle conseguenze dell'adozione del principio di precauzione è la fissazione di limiti più restrittivi di quelli internazionali per l'esposizione a lungo termine della popolazione. Tali limiti sono stati fissati in base ad un compromesso tra esigenze tecniche e risultanze scientifiche e il loro rispetto non garantisce in assoluto l'assenza di rischio»);
    si deve considerare che la costruzione del MUOS ricadrebbe in una zona ad alto rischio ambientale in fase di bonifica, perché limitrofa al territorio di Gela gravato dall'inquinamento prodotto dalle raffinerie; peraltro, si tratta anche di una zona ad alto rischio sismico;
    la relazione dell'Istituto superiore di sanità conclude rilevando la necessità di un'attenta e costante sorveglianza sanitaria della popolazione delle aree interessate, oltre che dell'attivazione di un monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico successivamente alla messa in funzione delle antenne del MUOS;
    la relazione prosegue evidenziando che «è stata inoltre rilevata l'opportunità di valutare nel tempo anche l'impatto della variabile ambientale dovuta all'industrializzazione delle aree limitrofe». Infatti, se è vero, come risulta da diversi studi, che non vi sono certezze, non ve ne sono né in un verso né nell'altro;
    i dati evidenziati dalla relazione sono contraddittori o comunque generano più allarme di quelli riportati nelle conclusioni dello studio effettuato dall'Istituto superiore di sanità;
    il ricorso ad una nuova indagine epidemiologica, pur auspicabile, sulla popolazione residente non appare risolutivo per la serenità della popolazione stessa, in quanto la bassa incidenza in popolazione di patologie non consente di accertare l'eventuale nesso di causalità,

impegna il Governo:

   a prevedere l'obbligatorietà per le autorità nazionali di condurre valutazioni periodiche per verificare l'impatto ambientale degli impianti MUOS e gli effetti sulla salute per le popolazioni, garantendo che le verifiche siano condotte in piena autonomia e sotto la responsabilità delle autorità italiane;
   a rispondere con sistematicità, trasparenza ed accuratezza alle gravi perplessità insorte a causa della costruzione del MUOS e manifestate dai cittadini, veicolando una corretta informazione;
   ad adottare ed accelerare le misure per l'adozione di un sistema di monitoraggio continuo dei campi elettromagnetici, secondo quanto già previsto dal protocollo d'intesa del 1o giugno 2011, tra il Ministero della difesa e la Regione siciliana, coinvolgendo il sistema pubblico, nel rispetto dei limiti delle emissioni previsti dalla legge;
   a valutare e sostenere, nel rispetto delle previsioni disciplinate dal protocollo d'intesa del 1o giugno 2011 citato, la fattibilità di un programma sistematico comprendente, tra l'altro:
    a) il monitoraggio e la caratterizzazione delle emissioni dell'impianto MUOS;
    b) campagne ambientali di misura dei campi elettromagnetici da radiofrequenze nell'area, orientate a produrre stime affidabili dei valori puntuali dei livelli di esposizione della popolazione nel tempo e nello spazio, anche applicando adeguati metodi di modellizzazione, utili nel futuro per contribuire a produrre conoscenze sugli effetti sulla salute;
   ad assicurare la riuscita del predetto programma attraverso un percorso che coinvolga anche enti e istituzioni competenti ed autonomi;
   a far rispettare il protocollo d'intesa tra il Ministero della difesa e la Regione siciliana del 1o giugno 2011 che prevedeva, tra gli altri, i seguenti impegni da parte del Ministero della difesa: la riduzione delle emissioni a radiofrequenza grazie all'installazione di un sistema di trasmissione interrato a fibre ottiche, per mitigare l'esposizione ai campi elettromagnetici generati dagli apparati di trasmissione già esistenti; la fornitura di strumentazione necessaria all'installazione di un sistema di monitoraggio in continuo dei campi elettromagnetici, da integrare nella rete regionale di monitoraggio dell'Arpa della Sicilia, che ne curerà la gestione e l'elaborazione dei dati, i quali saranno resi sempre disponibili all'amministrazione di Niscemi; la rimozione tempestiva delle antenne in disuso, privilegiando tecnologie di trasmissione alternative ed innovative e tali da ridurre i consumi energetici e le emissioni;
   a mettere in atto da subito l'azione, prevista al punto 3.6 del protocollo d'intesa, di supporto agli organismi territoriali per la promozione del prodotto agro-alimentare dell'area di Niscemi non solo sul territorio nazionale, ma anche su quello internazionale, avvalendosi anche dell'Ice;
   a prevedere l'immediata interruzione del sistema laddove, dal monitoraggio, emergessero risultati nocivi per la popolazione, come previsto dall'accordo del 2011;
   a valutare l'opportunità che le attività di controllo e di prevenzione del rischio ambientale e sanitario nell'area di Niscemi vengano svolte anche mediante l'impiego del locale distaccamento dei volontari dei vigili del fuoco, con una copertura dei relativi servizi sulle 24 ore, e che i costi per la realizzazione di tali servizi siano posti, nell'ambito di un apposito atto convenzionale, a carico del soggetto responsabile della gestione amministrativa della centrale di radiotrasmissione in cui è ubicato il MUOS;
   a presentare annualmente al Parlamento una relazione sintetica, ma esaustiva, delle azioni realizzate e del percorso compiuto in adempimento di quanto previsto dal presente atto di indirizzo.

Seduta del 25 giugno 2014

Dichiarazione di voto di Gian Piero Scanu