05/08/2015
Emiliano Minnucci
Gandolfi, Antezza, Bargero, Becattini, Bergonzi, Berretta, Boccadutri, Boccuzzi, Bonomo, Braga, Capone,Carella, Carra, Carrescia, Casati, Chaouki, Coccia, Cova, Crivellari, Culotta, D'Arienzo, D'Ottavio, Ferro, Giuliani, Giulietti,Gribaudo, Lodolini, Manfredi, Manzi, Marantelli, Marchi, Marrocu, Marroni, Massa, Mattiello, Mazzoli, Melilli, Misiani, Moscatt, Mura,Narduolo, Piazzoni, Porta, Quartapelle Procopio, Francesco Sanna, Giovanna Sanna, Simoni, Taricco, Taranto, Tidei, Venittelli,Ventricelli, Zardini
1-00975

La Camera, 
premesso che: 
l'ultimo rapporto Aci-Istat del novembre 2014 sugli incidenti stradali nel nostro Paese conferma il trend in calo con una diminuzione dei morti e dei feriti, ma i numeri restano ancora impressionanti, con enormi costi umani e sociali; 
nel 2013 hanno perso la vita 3.385 persone e oltre 100 mila sono rimaste invalide; ogni giorno in Italia perdono la vita in media 9 persone e 705 restano ferite; 
rispetto al 2012, il numero di incidenti è sceso del 3,7 per cento, quello dei feriti del 3,5 per cento mentre per il numero dei decessi la flessione è del 9,8 per cento. Come spinta ad un ulteriore miglioramento è importante ricordare che nel 2001 le vittime sulle strade italiane furono oltre settemila (7.096, gli incidenti più di 260 mila e i feriti oltre 370 mila) con una diminuzione che in 13 anni ha raggiunto il 52,3 per cento; 
gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (escluse le autostrade), dove si sono verificati 4,63 decessi ogni 100 incidenti. Le vittime sono state invece 1,04 ogni 100 incidenti sulle strade urbane e 3,46 sulle autostrade. Rispetto al 2012, l'indice di mortalità risulta in netta diminuzione sulle strade extraurbane (5,03 nel 2012) e in lieve calo su autostrade e strade urbane (rispettivamente 3,51 e 1,12 nel 2012); 
l'indice di mortalità raggiunge il valore massimo tra le 3 e le 6 del mattino, in media 5 decessi ogni 100 incidenti, la domenica è il giorno della settimana nel quale si registra il livello più elevato di mortalità; 
nel 67,9 per cento dei casi le vittime degli incidenti stradali sono conducenti di veicoli, nel 15,9 per cento passeggeri trasportati e nel 16,2 per cento pedoni; la categoria di veicolo più coinvolta in incidente stradale è quella delle autovetture (67,5 per cento); seguono i motocicli (12,8 per cento) gli autocarri (6,4 per cento), le biciclette (5,3 per cento) e i ciclomotori (4,5 per cento); 
i motocicli rappresentano la categoria di veicolo più a rischio: l'indice di mortalità è pari a 1,68 morti per 100 veicoli coinvolti, seguono biciclette (1,41) e ciclomotori (0,84); 
l'Italia, come l'Europa intera, è in linea con la tabella di marcia voluta dall'Unione europea che si è posta l'obiettivo di dimezzare il numero dei morti sulle strade nel decennio che va dal 2010 al 2020. Nel 2013 hanno perso la vita sulle strade del Continente 26.010 persone rispetto alle 28.298 del 2012 con un calo del 17,7 per cento rispetto al 2010 (la percentuale è la stessa nella Penisola); 
la media dell'Unione europea è di 51,4 persone decedute in incidente stradale ogni milione di abitanti, l'Italia con 56,2 si colloca al 14o posto dietro agli altri quattro grandi paesi che sono Regno Unito, Spagna, Germania e Francia. In valore assoluto occupiamo però sempre il primo posto (3.385 morti) seguiti da Polonia (3.357), Germania (3.354) e Francia (3.250); 
i giorni del fine settimana, tra venerdì e domenica, sono quelli in cui si verificano più incidenti, che coinvolgono in particolare i giovani tra i 18 e i 24 anni. La stanchezza dopo serate del week end, guida in stato di ebbrezza o sotto droghe, rimangono tra le principali cause di questi incidenti, anche se i controlli su uso di alcool e droghe si sono rivelati efficaci e sarebbe opportuno intensificarli soprattutto nei pressi di discoteche e locali notturni; 
in Europa il 38 per cento degli incidenti fatali si verifica nelle strade urbane ed interurbane. Il fenomeno preoccupante ne le aree urbane è legato al coinvolgimento di utenza vulnerabile, come pedoni, ciclisti e motociclisti, in particolare di bambini e anziani, e la preoccupazione aumenta in ragione del fatto che i miglioramenti ottenuti nell'arco dell'ultimo decennio sono stati meno significativi proprio nelle aree urbane e nel coinvolgimento dell'utenza vulnerabile. Evidentemente la maggiore protezione nei veicoli non si traduce in maggiore sicurezza per chi non è nel veicolo e che il controllo della velocità rafforzato dal tutor autostradale non è altrettanto assicurato fuori dalle autostrade. Infine va notato come il sistema dei controlli rimane inadeguato e che in città anche piccole distrazioni possono risultare fatali per l'utenza vulnerabile; 
il numero delle vittime tra i 15 e i 24 anni continua a diminuire, mentre cresce quello dei cittadini più anziani. Anche per i pedoni, i pericoli non sono pochi: il 22 per cento rimangono vittime specialmente in aree urbane, in particolare le donne e gli anziani risultano più a rischio di incidenti fatali nell'attraversamento della strada; 
i progressi registrati nel nuovo millennio sono dovuti ai più elevati livelli di sicurezza dei veicoli ma, soprattutto, all'introduzione di efficaci sistemi di «dissuasione», come la patente a punti e più sofisticati dispositivi di controllo della velocità, oltre alla importantissima «formazione» di chi guida; 
nel 2014, però, nei Paesi dell'Unione europea – secondo il rapporto sulla sicurezza stradale presentato dalla commissaria Ue per i trasporti Violeta Bulc nel marzo di quest'anno – si sono contati 25.700 morti e 200 mila feriti gravi, con un calo solo dell'1 per cento rispetto al 2013, un rallentamento preoccupante rispetto ai progressi degli ultimi anni; 
nel luglio 2010 la Commissione europea ha adottato il Programma 2011-2020 sulla sicurezza stradale, inteso a dimezzare le vittime di incidenti stradali in Europa entro il 2020. Il programma definisce una serie di iniziative, a livello europeo e a livello nazionale, allo scopo di migliorare la sicurezza del veicolo, la sicurezza dell'infrastruttura e il comportamento degli utenti della strada; 
il programma è stato adottato in base ad alcuni dati-chiave: 
la sicurezza stradale è un grosso problema sociale. Nel 2009 sono morte sulle strade dell'Unione europea più di 35.000 persone, cioè l'equivalente di una città di media grandezza. Secondo le stime, per ogni morto sulle strade d'Europa ci sono 4 invalidi permanenti, con danni al cervello o al midollo spinale, 10 feriti gravi e 40 feriti lievi; 
i costi economici per la società sono stimati a 130 miliardi di euro all'anno; 
nel programma sono indicati sette obiettivi strategici: 
1) miglioramento dell'educazione stradale e della preparazione degli utenti della strada; 
2) rafforzamento dell'applicazione della normativa stradale; 
3) miglioramento della sicurezza delle infrastrutture stradali; 
4) misure per migliorare la sicurezza dei veicoli; 
5) promozione dell'uso delle moderne tecnologie per migliorare la sicurezza stradale; 
6) miglioramento dei servizi di emergenza e assistenza post-incidente; 
7) fissare protezione degli utenti vulnerabili della strada; 
il Governo e il Parlamento hanno avviato l'approvazione del Piano nazionale della sicurezza stradale e di disegni di legge finalizzati al miglioramento della sicurezza stradale, tra cui la riforma del codice della strada, già approvato dalla Camera dei deputati e l'introduzione del reato di omicidio stradale, già approvato dal Senato della Repubblica; 
è sempre più attiva la presenza e l'impegno del mondo associazionistico legato alla sicurezza stradale, che vede coinvolte le associazioni delle vittime, le associazioni delle varie categorie di utenza della strada e la rete di associazioni e osservazioni territoriali, che conformano nel loro insieme un attivo movimento di cittadinanza a favore della sicurezza stradale; 
la terza domenica di novembre è stata riconosciuta come giornata mondiale delle vittime della strada da parte delle Nazioni Unite con Risoluzione 60/5, adottata dall'Assemblea Generale il 26 ottobre 2005, quale «giusto riconoscimento per le vittime della strada e per le loro famiglie». Gli Stati membri e la comunità internazionale sono invitati a riconoscere questo giorno; 
questa giornata è dedicata a ricordare i milioni di persone uccise o ferite sulle strade, le loro famiglie e le comunità, e al contempo a rendere omaggio ai componenti delle squadre di emergenza, agli operatori di polizia e ai sanitari che quotidianamente si occupano delle conseguenze traumatiche della morte e delle lesioni sulla strada; 
la morte e i ferimenti sulla strada sono eventi improvvisi, violenti, traumatici, il cui impatto è di lunga durata, spesso permanente. Questa particolare Giornata del Ricordo ha lo scopo di rispondere al grande bisogno delle vittime della strada che vi sia un riconoscimento pubblico della loro perdita e della sofferenza; 
con la risoluzione del Parlamento europeo del 27 settembre 2011 sulla sicurezza stradale in Europa 2011-2020, si esortano la Commissione europea e gli Stati membri a riconoscere ufficialmente la terza domenica di novembre come giornata mondiale delle vittime della strada, così come hanno già fatto le Nazioni unite e l'Organizzazione mondiale della sanità, al fine di sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica in merito a tale problematica (punto 12 della risoluzione),

impegna il Governo:

a mettere in campo tutti gli strumenti e ad assumere tutte le iniziative necessarie allo scopo di migliorare la sicurezza degli utenti della strada, per proseguire l'impegno volto a raggiungere l'obiettivo indicato nel 2010 nel programma 2011-2020 sulla sicurezza stradale della Commissione europea, inteso a dimezzare le vittime di incidenti stradali in Europa entro il 2020; 
ad assumere iniziative per riconoscere ufficialmente la terza domenica di novembre come giornata mondiale in memoria delle vittime della strada, così come hanno già fatto le Nazioni unite e l'Organizzazione mondiale della sanità, al fine di sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica in merito a tale problematica, così come indicato dalla risoluzione del Parlamento europeo del 27 settembre 2011 sulla sicurezza stradale in Europa 2011-2020; 
ad indire gli Stati generali della sicurezza stradale, con l'obiettivo di confrontarsi con le istituzioni, le forze di polizia, le società e le associazioni che operano nel settore della manutenzione e della sicurezza stradale e la cittadinanza, sui dati relativi alla rete stradale italiana e sulle azioni e sulle politiche da mettere in campo per raggiungere gli obiettivi europei e migliorarne la sicurezza e l'affidabilità.