07/02/2019
Francesca La Marca
Sisto, Speranza, Borghese, Sangregorio, Pezzopane, De Luca, Buratti, Stumpo, Rostan, Padoan, Librandi, Topo, Ungaro, Lacarra, Incerti, Navarra, Verini, Di Giorgi, Pellicani, Bonomo, Rosato, Ferri, Pagani, Nobili, Critelli, Portas, Cantini, Marco Di Maio, Braga, Migliore, Zan, Ubaldo Pagano, Anzaldi, Fragomeli, Prestipino, Giachetti, Mor, Bazoli, Benamati, Fassina, Fiano, Gadda, Bond, Cattaneo, Silli, Perego Di Cremnago, Zardini, Nardi, Scalfarotto, Del Barba, Morgoni, Vazio, Morassut, Melilli, Gavino Manca, Rotta, Giorgis, Quartapelle Procopio, Piccoli Nardelli, Gariglio, Pastorino, Occhionero, Carnevali, Gribaudo, Carè, Boschi, Marattin, Schirò, Orlando, Miceli, Colaninno, Bruno Bossio, Rossi, Guerini, Serracchiani, Fassino, Del Basso De Caro, Fitzgerald Nissoli, Carla Cantone, Ceccanti, De Menech, Moretto, Enrico Borghi, Palazzotto, Annibali
1-00118

La Camera,

   premesso che:

    l'ultimo rapporto Svimez presentato nel mese di novembre 2018 ha evidenziato come uno dei punti più critici della attuale «questione meridionale» sia la «questione demografica», manifestandosi proprio nelle regioni meridionali la diminuzione più rilevante della popolazione;

    nel biennio 2016-2017 il Sud ha fatto registrare ben 146 mila abitanti in meno che, tradotto in termini esemplificativi, è come se in un anno scomparisse una città meridionale di dimensioni importanti;

    il peso demografico del Sud è pari al 34,2 per cento della popolazione totale del nostro Paese;

    negli ultimi 16 anni hanno lasciato il Mezzogiorno 1 milione e 883 mila residenti: per la metà giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati, il 16 per cento dei quali si è trasferito all'estero;

    sulla base delle previsioni dell'Istat e della stessa Svimez, si prospetta un trend negativo anche per i prossimi anni;

    se non si porranno in essere politiche finalizzate ad invertire questa proiezione si prevede che in un arco temporale di mezzo secolo il Sud perderà 5 milioni di abitanti, molto più che nel resto del Paese, dove la diminuzione sarà pari a 1,5 milioni;

    a questo dato bisogna aggiungerne un altro, altrettanto preoccupante, relativo all'invecchiamento della popolazione, che renderà il Sud una delle aree territoriali tra le più anziane della Unione europea con una età media nel 2065 pari a 51 anni;

    due profili, in particolare, sono da considerare con urgente e responsabile impegno: l'acuta decrescita demografica del Sud, che cumula gli effetti dell'andamento naturale con quelli dell'emigrazione, tornata ai livelli degli anni Sessanta, e la perdita di capitale umano indispensabile per qualsiasi azione di rilancio del territorio meridionale;

    in questa dinamica una particolare attenzione va prestata alle comunità italiane all'estero emigrate negli anni precedenti;

    dall'inizio del ventesimo secolo più della metà degli emigrati italiani è partita dalle regioni meridionali; per la sua ripresa, il Mezzogiorno, sul piano dell'internazionalizzazione, dei flussi turistici e della ricerca di investimenti, può usufruire delle notevoli potenzialità legate alla presenza in diversi continenti e in un gran numero di Paesi di persone di origine e dei loro discendenti, diventati ormai classe dirigente nei rispettivi contesti di insediamento;

    si stima che nel mondo vi siano circa 60 milioni di persone di origine italiana;

    in Brasile e in Argentina vi è una percentuale elevata della popolazione che ha origini italiane, negli Usa circa 14 milioni si sono dichiarati di origine italiana, ma anche in Canada, Uruguay, Venezuela, Australia è rilevantissima la presenza di italiani, senza trascurarne l'incidenza nei Paesi europei;

    questo dato merita una maggiore attenzione istituzionale, affinché si rafforzino ulteriormente i legami tra l'Italia e queste comunità, considerato che moltissimi sono riusciti ad emergere in ogni ambito della vita sociale ed economica dei Paesi in cui vivono;

    anche dal punto di vista economico si tratta di una scelta strategica, anche per forme di partenariato e di supporto economico-sociale alle regioni meridionali;

    con il Masterplan per il Sud posto in essere con accordi di programma con le 8 regioni meridionali e con le città metropolitane del Sud nella scorsa legislatura, con l'azione dei Governi Renzi e Gentiloni, si sono predisposte misure per il rilancio del Mezzogiorno in grado di muovere investimenti pubblici per 90 miliardi di euro fino al 2023;

    in questo ambito bisogna rafforzare le forme di collaborazione con le ambasciate italiane all'estero e con le associazioni di categoria e di rappresentanza delle comunità italiane all'estero per la promozione del made in Italy e per la possibile creazione di opportunità di allocazione di investimenti nelle regioni del Sud provenienti dall'estero;

    suddette forme di collaborazione devono riguardare anche la promozione del turismo e la valorizzazione del patrimonio storico culturale presente nel Mezzogiorno, anche in vista dell'evento di Matera capitale europea della cultura nel 2019,

impegna il Governo:

1) a verificare, nell'ambito degli specifici progetti contenuti nel Masterplan, in stretta collaborazione con le regioni, le misure più idonee per un maggiore coinvolgimento, anche con formule di partenariato, dei soggetti istituzionali e delle organizzazioni associative di origine italiana già attive nel campo della promozione commerciale, industriale e finanziaria;

2) a realizzare una diretta e più costante interlocuzione con le comunità di origine italiana presenti all'estero e con la rete delle camere di commercio italiane all'estero, per un rafforzamento dei processi di internazionalizzazione dell'economia meridionale;

3) ad adottare iniziative, con il coinvolgimento di Invitalia, per promuovere una struttura di scouters di elevato profilo in grado di individuare gli operatori italiani e di origine italiana che hanno raggiunto posizioni di rilievo nel tessuto produttivo e finanziario delle realtà di residenza e che possano essere interessati a considerare eventuali investimenti produttivi da allocare presso le aree industriali del Sud;

4) a sostenere investimenti dall'estero, con l'aiuto di imprenditori e di associazioni di imprenditori e professionisti di origine italiana, verso settori industriali e dei servizi innovativi tesi a sfruttare il patrimonio di conoscenze, competenze e know-how accumulati nel capitale umano formato nel Mezzogiorno, ma scarsamente utilizzato dal sistema produttivo locale;

5) a creare una occasione ufficiale, con cadenza annuale, di incontro tra Governo, regioni e soggetti istituzionali pubblici a vario titolo impegnati nella promozione del made in Italy con le comunità italiane all'estero per una Conferenza sullo stato dei rapporti e sui riflessi per l'economia del Mezzogiorno;

6) ad adottare iniziative per istituire un Osservatorio sul sistema dei collegamenti da e per il Mezzogiorno con i Paesi esteri coinvolgendo compagnie aeree, società ferroviarie e autolinee, per facilitare i collegamenti con le aree a più densa presenza di emigrati di origine meridionale e monitorare costantemente la situazione da un punto di vista quantitativo e qualitativo;

7) a promuovere rapporti di partenariato per interventi di rigenerazione urbana nei paesi con meno di 10 mila abitanti nel quadro di un rafforzamento della promozione turistica del Sud e in collaborazione con le regioni meridionali;

8) anche sulla scia dell'evento di Matera capitale europea 2019, a promuovere iniziative di valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico del Mezzogiorno, partendo dai siti dell'Unesco, per richiamare visitatori dall'estero;

9) a promuovere, nel quadro del rafforzamento della promozione turistica del Sud e in collaborazione con le regioni meridionali, progetti di promozione e «pacchetti» di incentivi finalizzati al «turismo di ritorno», rivolto agli italiani all'estero, con particolare attenzione alle aree interne del Mezzogiorno.