16/10/2015
Roberto Morassut
Michele Bordo, Melilli, Tidei, Meta, Martella, Carella, Piazzoni, Stella Bianchi, Peluffo, Miccoli, Coscia, Ferro
1-01020

La Camera, 
premesso che: 
gli eventi degli ultimi mesi, con il riaprirsi della crisi greca e l'emergenza migratoria, hanno ancora una volta evidenziato l'esigenza di rilanciare il processo di integrazione politica e di rafforzare il funzionamento delle istituzioni; 
il rapporto sul completamento dell'Unione economica e monetaria presentato dai quattro (cinque) presidenti nel giugno 2015 individua una serie di misure che potrebbero essere adottate nei prossimi anni per rinforzare la governance economica europea; 
considerato l'incalzare della crisi greca e la difficoltà con cui gli Stati membri e le istituzioni europee vi hanno posto rimedio, il rapporto, con le sue proposte eccessivamente timide e la sua mancanza complessiva di ambizione, è però «nato vecchio» ed appare già oggi già oggi superato dagli eventi; 
il Consiglio europeo del 25-26 giugno 2015, nel prenderne atto ha invitato le varie formazioni del Consiglio direttamente interessate al rapporto – ECOFIN, Affari generali, affari Sociali – ad esaminare sollecitamente le proposte del rapporto; 
il tema del funzionamento dell'Unione economica e monetaria ha delle implicazioni di prima grandezza per i futuri assetti politici e istituzionali dell'Unione europea e va pertanto trattato come una questione di carattere «costituzionale» e politico prima ancora che economico; 
durante il semestre di Presidenza l'Italia ha posto il tema della riapertura del cantiere istituzionale dell'Unione, evocando il tema della revisione dei Trattati e lanciando in Consiglio affari generali un processo di riflessione ad ampio spettro sugli assetti istituzionali, da cui sono emersi diversi processi negoziali, fra cui il negoziato in corso per un accordo interistituzionale sulla «better regulation». Da questo processo di ricognizione si può ripartire per avviare un processo più ambizioso di ripensamento degli assetti europei, tenendo conto anche dei lavori in corso al Parlamento europeo sul funzionamento del Trattato di Lisbona e sul futuro; 
le scadenze dei prossimi anni – la revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale dell'Unione, il referendumbritannico sull'appartenenza alla Unione europea, la prima valutazione del «fiscal compact» e la sua eventuale inclusione nei Trattati prevista nel 2017, le scadenze elettorali in alcuni grandi Paesi europei – concorrono a determinare una finestra temporale entro la quale assumere una iniziativa forte in quest'ambito; 
il 25 marzo 2017 cadrà il sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma, un'occasione preziosa per celebrare e rilanciare lo spirito dei padri fondatori dell'Europa; 
la ricorrenza rappresenterebbe un'occasione di grande lustro per la città di Roma e per l'Italia, all'indomani del Giubileo e prima del settembre 2017, quando a Losanna si deciderà sulle Olimpiadi 2024, ma soprattutto rappresenterà una grande opportunità per ridare slancio al processo politico e istituzionale di integrazione, dopo le vicissitudini degli ultimi anni,

impegna il Governo:

a proseguire il lavoro, avviato durante il semestre di Presidenza italiana dell'Unione europea, sul funzionamento delle istituzioni, per attuare pienamente il Trattato di Lisbona e per riaprire il dibattito sulla revisione dei Trattati in vista delle scadenze del 2017; 
a promuovere in tutte le formazioni del Consiglio un dibattito ambizioso sui seguiti del cosiddetto Rapporto dei Quattro (cinque), Presidenti, facendo sempre valere, anche nei rapporti con gli altri Stati membri e con le istituzioni europee il carattere altamente politico, e non meramente «tecnocratico» delle decisioni sul funzionamento dell'Eurozona; 
ad assicurare, in tutti i passaggi di questo dibattito, uno stretto coordinamento fra tutte le amministrazioni più direttamente interessate ed una puntuale informazione del Parlamento; 
a ricercare convergenze, nelle varie sedi politiche e istituzionali, con i Paesi di analoga sensibilità, anche a partire dai sei Paesi fondatori, per avviare un percorso che porti al lancio di iniziative specifiche su priorità politiche di interesse comune, e, più in generale, ad un rilancio dell'integrazione europea, eventualmente con l'avvio, nei prossimi anni, di un processo di revisione dei Trattati; 
ad adottare tutte le necessarie iniziative – sul piano politico e su quello della comunicazione e informazione – anche con il coinvolgimento delle parti sociali e della società civile, affinché il sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma venga adeguatamente valorizzato, adoperandosi per farne, oltre che un momento celebrativo, anche una tappa fondamentale nel percorso di studio, riscoperta e rilancio della integrazione europea; 
ad avanzare – presso le massime istituzioni dell'Unione europea – la proposta di svolgere le celebrazioni del sessantesimo anniversario, della firma del trattato di Roma in Campidoglio a Roma il giorno 25 marzo 2017, ponendo al centro dell'evento il ruolo dell'Unione europea e dell'integrazione europea con particolare riguardo ai temi della crescita economica, dell'immigrazione e della sicurezza.