Per sapere – premesso che:
il negoziato tra l'Unione europea e gli Stati Uniti sull'accordo di partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, noto come Ttip, potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle relazioni economiche internazionali;
l'Europa ha intrapreso da anni la strada degli accordi di libero scambio per governare gli effetti della globalizzazione, contrastando le distorsioni dovute ad un'internazionalizzazione squilibrata dell'economia, e per aprire nuovi mercati alle imprese, con vantaggi rilevanti in termini di crescita e occupazione per tutti i Paesi membri;
i dazi e le barriere non tariffarie oggi presenti negli Stati Uniti colpiscono, in particolare, i settori di specializzazione del nostro Paese: in questo senso il Ttip – segnatamente il capitolo relativo alla convergenza regolamentare – è soprattutto un accordo a favore delle piccole e medie imprese italiane, che a seguito della sua approvazione potranno operare in una grande area di libero scambio tra Paesi che accettano regole equilibrate e standard elevati;
in diverse occasioni il Ministro interrogato, nel fornire chiarimenti sulla natura, sulla struttura e sulle finalità del Ttip, ha infatti sottolineato che in nessun caso il trattato potrà portare a un abbassamento degli standard e che la convergenza avverrà «verso l'alto»;
il rischio che un equilibrio negoziale non venga infine raggiunto è però più che concreto, poiché molti sono i punti controversi nel perimetro, dai temi assai vari, del Ttip e appare dunque opportuno che il complesso iter di approvazione sia condiviso a livello nazionale, oltre che europeo;
per il buon fine del negoziato, nel Ttip dovrà inoltre trovare piena applicazione la proposta presentata a settembre 2015 dalla Commissione europea sull’International court system (Ics), che garantirà nell'ambito del trattato protezione agli investitori prevenendo le degenerazioni del precedente sistema basato sulle clausole Isds, di cui le aziende hanno talvolta tentato di abusare: si passerebbe da un sistema di tipo arbitrale, con i suoi limiti e rischi di interferenze, ad un sistema giurisdizionale internazionale, composto da due gradi di giudizio e che tutela l'indipendenza dei giudici;
il sistema Ics impone che lo Stato riservi agli investitori un trattamento giusto ed equo, evitando la manifesta arbitrarietà, e garantisce il pieno diritto degli Stati a regolamentare, senza subire interferenze, nell'ambito della protezione dei diritti in materie come la salute, l'ambiente, la sicurezza; quest'ultima previsione, seppur posta a tutela della sovranità nazionale su materie cruciali, potrebbe però aprire indefiniti orizzonti alla rivendicazione del risarcimento dei danni da parte degli investitori –:
quali siano, nell'ambito del Ttip e della proposta relativa al sistema Ics sulla protezione degli investimenti, i limiti nelle controversie applicabili alla pretesa di un investitore straniero nei confronti delle autorità pubbliche nazionali qualora dovesse ritenersi leso da una norma nazionale, o, in particolare, da una legge approvata in Parlamento, posta a tutela dei diritti in materie come la salute, l'ambiente, la sicurezza.
Seduta del 6 luglio 2016
Illustra Enzo Lattuca, risponde Carlo Calenda, Ministro dello sviluppo economico, risponde Giuseppe Lauricella
Illustrazione
Signor Presidente, signor Ministro, il negoziato tra l'Unione europea e gli Stati Uniti sull'Accordo di partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, noto come Ttip, potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle relazioni economiche internazionali. L'Europa ha intrapreso da anni la strada degli accordi di libero scambio per governare gli effetti della globalizzazione, contrastando le distorsioni dovute ad un'internazionalizzazione squilibrata dell'economia e aprendo nuovi mercati alle imprese. Il rischio che un equilibro negoziale non venga infine raggiunto è però più che concreto, poiché molti sono i punti controversi nel perimetro e appare dunque opportuno che il complesso iter di approvazione sia condiviso a livello nazionale oltre che europeo. Per il buon fine del negoziato del Ttip dovrà inoltre trovare piena applicazione la proposta presentata a settembre 2015 dalla Commissione europea sull'International Court System: si passerebbe da un sistema di tipo arbitrale ad un sistema giurisdizionale internazionale, composto da due gradi di giudizio e che tutela l'indipendenza dei giudici. Questo sistema impone che lo Stato riservi agli investitori un trattamento giusto ed equo.
Con questa interrogazione siamo a chiedere quali siano i limiti nelle controversie applicabili alla pretesa di un investitore straniero nei confronti delle autorità pubbliche nazionali, di fronte...
Risposta del governo
Sì, lei ha ricordato già la struttura e l'innovazione fondamentale dell'International Court System, cioè il fatto che non si tratta di un arbitrato privato, ma di un sistema giurisdizionale che ha una serie di elementi molto importanti anche di prevenzione dei conflitti di interesse, perché i due temi fondamentali su cui noi abbiamo misurato e superato il precedente sistema, che è quello della ISDS, che ricordiamo oggi è in vigore in 1.400 accordi bilaterali di investimento, sono proprio due: uno è quell'oggetto centrale dell'interrogazione, cioè l'interferenza con il right to regulate dello Stato e dall'altro il fatto che non sorgano conflitti di interesse, essendo gli arbitri privati, e soprattutto non si dia un vantaggio all'investitore per poter passare da una legislazione, ad esempio dalla legislazione nazionale a quella, chiamiamola così, di arbitrato internazionale, e quindi avendo un trattamento privilegiato.
Non ricorderò quindi tutti i termini della costruzione del tribunale, su quel che voi avete già menzionato e perché questo è diverso dall'ISDS dal punto di vista strutturale, ma invece vi sottolineerò qual è il tema fondamentale. Il tema fondamentale è che il tribunale interverrà e potrà intervenire solo nei casi di violazioni palesi del fair and equitable treatment dell'investitore, quindi sostanzialmente nei casi di discriminazione dell'investitore internazionale.
Questo consentirà di limitare tutto quello che è l'eccesso, chiamiamolo così, di contenzioso, che soprattutto negli ultimi anni si è determinato e che può generare un'interferenza con il right to regulate.
Dunque espropriazione indiretta, nazionalizzazione illegittima, cioè priva di adeguato indennizzo e mancanza di rilascio di una licenza ad un investitore straniero, quando invece licenze sono rilasciate ad un investitore nazionale: questi sono i casi di specie, su cui si concentrerà il tribunale.
È garantito il pieno diritto agli Stati di regolamentare senza subire interferenze in tutti gli ambiti la protezione dei diritti fondamentali, dove la piena legittimità dell'azione dello Stato non può in alcun modo essere messa in discussione.
Vale la pena dire che il primo caso di applicazione di questo, che deve diventare un nuovostandard internazionale per l'Europa e che è un punto irrinunciabile per la chiusura del TTIP – irrinunciabile – è stato recepito nell'accordo col Canada, che è un accordo concluso e che adesso andrà attraverso il processo di ratifica.
Replica
Grazie Presidente, posso subito dire di ritenermi soddisfatto della risposta del Ministro, proprio in relazione al passaggio dove si fa riferimento all'impossibilità di subire interferenze nell'ambito della protezione appunto, come è stato richiamato, dei diritti fondamentali quali la salute, l'ambiente e la sicurezza.
Già – devo dire – eravamo stati tranquillizzati sul piano della natura, anche delle finalità e dell'atteggiamento che il Governo italiano ha tenuto in questi passaggi, soprattutto con la creazione anche appunto del tribunale, dell'International Court System, proprio perché si passa da un sistema arbitrale ad un sistema giurisdizionale, con l'indipendenza appunto dei giudici. Quello che è importante sottolineare è che ciò che, al di là del fatto che vediamo che alcune delle interruzioni si stanno avvertendo ultimamente sia dal lato degli Stati Uniti, che continuano a mantenere delle posizioni un po’ rigide, ma anche con le dichiarazioni della Francia, per voce del viceministro del commercio estero, nonostante questo però, è importante che noi oggi stabiliamo – e questo lo ha fatto già il Governo – delle linee fondamentali appunto insuperabili ed invalicabili, perché si fa riferimento a valori che noi consideriamo, a diritti, quindi a tutele della salute e quindi a valori che devono essere rafforzati e devono essere mantenuti fermi, che possiamo proprio dire che non possono essere superati dal mercato, che deve essere sempre coniugato con il benessere dei cittadini.