Per sapere – premesso che:
l'11 luglio 2015 un'autobomba è esplosa davanti al consolato italiano nel centro storico del Cairo, causando la morte di un uomo e una decina di feriti, tra cui tre bambini;
la polizia egiziana ha effettuato tre arresti per l'attentato, spiegando che sarebbero stati identificati i tre presunti autori: Hassan Samir, Hussein Barakat e Takek Abd El Sattar, tre elementi del gruppo Ansar beit el maqdes, attivo nel Sinai e legato ai movimenti radicali islamici, mentre si sta accertando il loro effettivo collegamento con l'Isis ovvero con la Fratellanza musulmana;
il Ministro interrogato è volato al Cairo lunedì 13 luglio 2015 per portare un messaggio di vicinanza del Governo e dell'Italia all'ambasciatore Maurizio Massari e al personale e alle forze della sede diplomatica e ha affermato che «non dobbiamo interpretare questo attentato come qualcosa di diretto particolarmente nei confronti degli italiani, ma certamente verso la presenza dei Paesi che condividono con l'Egitto un comune impegno contro il terrorismo»;
inoltre, ha incontrato il Ministro degli esteri egiziano, Sameh Soukri, ribadendo il sostegno di Roma al Presidente Abdel Fattah al Sisi e il comune obiettivo di «lavorare insieme per asciugare l'acqua in cui nuotano i terroristi»;
in Egitto il clima sta tornando pesante a causa della crescente insicurezza: recentemente era stato assassinato il procuratore generale Hisham Barakat, responsabile di molte condanne a morte di Fratelli musulmani, mentre nel Sinai gruppi di jihadisti avevano massacrato oltre cento persone, e dunque mantenere la sicurezza diventa la sfida più grande per Al-Sisi;
in particolare, il ruolo del Governo egiziano è fondamentale anche nella soluzione della vicenda libica che vede sviluppi interessanti in questi giorni, dal momento che proprio il 12 luglio 2015 si sarebbe raggiunto a Skhirat, in Marocco, una nuova versione di accordo di pace, con la mediazione dell'inviato dell'Onu Bernardino Leon, su cui già concorda il Governo di Tobruk e su quale si sta cercando il consenso delle autorità di Tripoli, per formare un Governo ad interim di unità nazionale basato su un accordo di divisione dei poteri;
in una situazione così delicata e visto il ruolo di mediatore de facto del nostro Paese, alcuni analisti hanno ipotizzato che una o più milizie libiche abbiano realizzato l'attentato al consolato italiano per ottenere un più basso profilo del Governo nei negoziati in Libia e, più in generale, nel teatro magrebino –:
quali azioni intenda porre in essere il Governo per contribuire a un'effettiva stabilizzazione interna dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo che sostenga con la massima determinazione il contrasto ai movimenti radicali di matrice islamista e riesca a promuovere, nel contempo, l'affermazione progressiva dello Stato di diritto e del processo di modernizzazione cui aspirano quei popoli.
14/07/2015
Vincenzo Amendola
Carrozza, Cassano, Censore, Chaouki, Cimbro, Gianni Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Manciulli, Monaco, Nicoletti, Porta, Quartapelle Procopio, Raciti, Rigoni, Andrea Romano, Sereni, Speranza, Tacconi, Zampa, Martella, Cinzia Maria Fontana e Bini
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