Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . – Per sapere – premesso che:
il 22 novembre 2017, il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, ha approvato, in esame definitivo, i tre decreti legislativi che, in attuazione delle deleghe previste dalla legge sulla «Disciplina del cinema e dell'audiovisivo» (legge 14 novembre 2016, n. 220), riformano in modo organico il settore;
lo schema di decreto (Atto n. 467) riguardante le Disposizioni in materia di lavoro nel settore cinematografico e audiovisivo, a norma dell'articolo 35 della legge 14 novembre 2016, n. 220, introduce norme volte a rafforzare le tutele dei lavoratori e a riconoscerne le professioni;
il secondo schema di decreto (Atto n. 469) approvato, Riforma delle disposizioni legislative in materia di promozione delle opere europee e italiane da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi, a norma dell'articolo 34 della legge 14 novembre 2016, n.220, mira alla razionalizzazione delle disposizioni legislative di disciplina degli strumenti e delle procedure in materia di promozione delle opere italiane ed europee da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi;
lo schema di decreto (Atto n. 468) Riforma delle disposizioni legislative in materia di tutela dei minori nel settore cinematografico e audiovisivo, a norma dell'articolo 33 della legge 14 novembre 2016, n. 220 delinea, invece, un nuovo sistema di tutela dei minori nella visione di opere cinematografiche e audiovisive e sostituisce le procedure attualmente vigenti relative alla proiezione in pubblico dei film;
dopo un'attesa di oltre cinquant'anni si è intervenuti in modo concreto sul ruolo strategico dell'industria cinematografica, come veicolo di formazione culturale e di promozione del Paese all'estero –:
quali siano i primi riscontri – anche sulla base delle segnalazioni degli operatori del settore – circa l'efficacia del nuovo assetto normativo.
Seduta del 29 novembre 2017
Illustra Irene Manzi, Risponde Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali, Replica di Giulia Narduolo
Illustrazione
Grazie, Presidente. Onorevole Ministro, la scorsa settimana, il Consiglio dei ministri ha approvato tre decreti attuativi delle deleghe previste nella legge sul cinema, approvate lo scorso anno proprio in via definitiva in quest'Aula. Tre decreti attuativi relativi, rispettivamente, ai lavoratori del settore cinematografico, alla tutela dei minori e alla promozione delle opere europee ed italiane da parte dei fornitori dei servizi di media audiovisivi. La legge sul cinema era una legge lungamente attesa, che contiene delle importanti misure di sistema e risorse significative, tra l'altro, di sostegno di questo settore. Proprio alla luce soprattutto dei decreti attuativi approvati nei giorni scorsi, vogliamo chiederle un primo riscontro, di conoscere, appunto, il contenuto dei decreti, ma, soprattutto, i riscontri che, dagli operatori del settore, questi provvedimenti hanno avuto.
Risposta
Grazie, signor Presidente. Come ricordato dall'onorevole Manzi, i decreti legislativi sono stati gli ultimi atti attuativi di un percorso attuativo della legge sul cinema molto articolato, con più di quindici decreti di vario tipo che hanno attuato le diverse norme della legge. I decreti legislativi hanno seguito l'iter consueto: quindi, prima l'approvazione in Consiglio dei ministri, poi le osservazioni e le condizioni del Parlamento; le condizioni sono state recepite integralmente e le osservazioni sono state recepite in gran parte, perché avevano un intento migliorativo: del resto, legge sul cinema è una legge che è frutto di un lavoro molto collettivo e collegiale in Parlamento.
Il decreto sul lavoro riguarda la definizione delle nuove professioni e anche alcune figure particolari di apprendistato. Il decreto sulla tutela dei minori si basa sul principio di responsabilizzazione delle famiglie, andando incontro alle richieste che sono state fatte da diverse associazioni e anche dagli operatori del settore cinematografico. Quindi, e questa è una cosa di grande rilevanza, viene definitivamente abolita la censura - non è più prevista nel nostro ordinamento la possibilità del divieto di uscita in sala di un'opera o di un'uscita condizionata a tagli - e si introduce un sistema più flessibile riguardo alla tutela dei minori. I giornali hanno scritto “vietato ai minori di sei anni”, ma non è così: ci sarà una fascia in cui sarà indicato “film non adatto ai minori di sei anni”; verrà mantenuto il divieto dei diciotto e dei quattordici anni, ma con la possibilità dei genitori di accompagnare il figlio a vedere un film vietato nella fascia da sedici a diciotto anni e, rispettivamente, da dodici a quattordici anni.
E' un decreto che ha fatto più discutere, comprensibilmente, anche perché dal nostro punto di vista si tratta di dare piena attuazione alla legge sul cinema, perché la legge sul cinema punta ad investire e valorizzare l'industria cinematografica italiana attraverso più risorse, risorse consistenti, attraverso nuove regole, il tax credit generalizzato, ma anche attraverso una norma che prevedeva che, con un decreto legislativo, si sarebbe dovuto rafforzare l'obbligo delle televisioni di investire o trasmettere cinema italiano. Le norme c'erano già, per questo io non ho capito questa reazione, quando si è detto: interviene lo Stato nella libertà di programmazione. Le norme c'erano già: si prevedeva il 50 per cento di opere europee, ma non c'erano - per questo la legge chiedeva di rafforzare - né sanzioni, né regole legate agli orari di trasmissione, che garantissero l'effettiva trasmissione del cinema italiano. Abbiamo rafforzato gli obblighi di investimento, abbiamo previsto degli obblighi molto ragionevoli - ispirati al modello francese, ma molto ragionevoli - di trasmissione nel prime time e quindi le televisioni private avranno il 6 per cento, quindi due ore alla settimana in cui dovranno trasmettere in prime time opere italiane e la televisione pubblica ne avrà il doppio, quindi quattro ore, in cui trasmettere due ore di cinema italiano e due ore di opere italiane. Sono assolutamente convinto che col tempo le resistenze saranno superate e si capirà che con questa scelta si valorizza la creatività e il cinema italiano.
Replica
Grazie Ministro, voglio ringraziare per la risposta e anche per la rapida illustrazione dei decreti. Noi riteniamo che la legge sul cinema, molto attesa, sia una delle leggi di cui questo Parlamento e questo Governo possono fregiarsi, insieme con la legge sullo spettacolo che abbiamo approvato in quest'Aula sempre pochi giorni fa. Come dicevo, la legge sul cinema è molto attesa, i decreti in particolar modo, con cui abbiamo lavorato grazie all'apporto anche degli operatori del settore, ricordo le audizioni che sono state svolte, sia alla Camera, sia al Senato, in Commissione, con le varie associazioni rappresentative. Come ricordava il Ministro, molte delle osservazioni poste sono state accolte, in particolar modo per quanto riguarda il decreto sulla professionalità dei lavoratori del settore audiovisivo, lavoratori che, giustamente, chiedono di essere riconosciuti, chiedono di avere delle tutele perché il loro lavoro è stato spesso ed è tuttora, insomma, legato a rapporti di lavoro intermittenti e mancava una definizione delle professionalità artistiche e tecniche, cosa che, invece, il decreto attuativo si impegna a svolgere.
Voglio sottolineare il fatto che con questi decreti si richiede all'intero settore un cambiamento di approccio - è stato riconosciuto anche dagli operatori - perché si richiede una maggiore responsabilizzazione, come faceva riferimento, appunto, il Ministro per quanto riguarda in particolar modo le novità sulla censura e il rapporto con la televisione, in particolar modo con la Rai, che, in questo modo, come televisione pubblica, valorizza veramente le produzioni italiane.