17/05/2016
Donata Lenzi
Capone, Carnevali, Piazzoni, Paola Boldrini, Piccione, Grassi, Amato, Argentin, Beni, Paola Bragantini, Burtone, Capone, Casati, D'Incecco, Fossati, Gelli, Mariano, Miotto, Murer, Patriarca, Giuditta Pini, Sbrollini, Martella, Cinzia Maria Fontana, Bini, Capozzolo, Albanella.
3-02264

Per sapere – premesso che: 
l'articolo 1 della legge n. 189 del 2012 e il Patto per la salute 2014-2016 propongono una configurazione strutturale dell'assistenza primaria e delle funzioni del medico in rapporto di convenzionamento con il Servizio sanitario nazionale finalizzate ad una diversa organizzazione del sistema sanitario territoriale, in un contesto di appropriatezza, qualificazione ed omogeneità dei servizi resi al cittadino, sostenibilità economica ed integrazione delle diverse attività professionali sanitarie; 
l'attuazione di tali moduli comporta la revisione e riorganizzazione dei processi assistenziali e di accesso alle prestazioni mediante il coordinamento dell'attività dei medici convenzionati e degli altri professionisti sanitari, anche con il supporto e lo sviluppo di strumenti informatici e telematici, salvaguardando la diffusione capillare degli studi medici ed il rapporto di fiducia medico-paziente in un contesto nel quale devono essere assicurati gli obiettivi di salute definiti dalla regione in coerenza con gli indicatori epidemiologici delle aziende territorialmente competenti; 
il documento integrativo dell'atto di indirizzo per la medicina convenzionata deliberato in data 12 febbraio 2014 e approvato dalle regioni il 13 aprile 2016 prevede una nuova aggregazione funzionale territoriale dei medici di cure primarie ed i pediatri di libera scelta, affinché questi «assicurino l'accessibilità di tutti gli assistiti articolando l'apertura degli studi dalle 8,00 alle 20,00, dei giorni feriali dal lunedì al venerdì. I medici di cure primarie a rapporto orario, nell'ambito dell'organizzazione distrettuale assicurano prioritariamente la loro attività tutti i giorni dalle ore 20,00 alle ore 24,00 e nei giorni di sabato e festivi dalle ore 8,00 alle ore 20,00, al fine di realizzare pienamente la continuità dell'assistenza in favore di tutta la popolazione e per garantire ai cittadini un riferimento preciso cui rivolgersi quando lo studio del proprio medico è chiuso. Nella successiva fascia oraria l'assistenza è assicurata dal servizio di emergenza urgenza-118»; 
con questa nuova organizzazione si avranno grandi gruppi di medici di famiglia che lavoreranno insieme, talvolta proprio nella stessa sede (avviene già in 800 strutture), per essere in grado di dare assistenza continua per 16 ore ai cittadini; 
nel contempo, però, la cancellazione della guardia medica notturna scarica direttamente sui pronti soccorsi e sul 118 l'assistenza sanitaria notturna che invece di occuparsi solo delle emergenze/urgenze saranno impegnati a far fronte anche a codici bianchi; 
questa nuova organizzazione pone a rischio, in particolare, l'assistenza notturna nelle zone rurali, nei piccoli comuni senza ospedali e nelle isole, dove la guardia medica rappresenta un importante presidio di sanità pubblica, attraverso il quale il cittadino può avere anche una consulenza telefonica o assistenza domiciliare direttamente con un medico; 
non tutti i sindacati medici approvano questa nuova organizzazione, asserendo che così si danneggia la qualità dell'assistenza ai cittadini e il lavoro dei medici; sostengono, altresì, l'uso improprio del 118 in quella fascia oraria che non si occuperebbe più solo dell'emergenza e urgenza, servizio che oltretutto ha organici sottodimensionati. Si tenga conto che sono circa oltre 3 milioni di interventi l'anno della guardia medica; 
secondo i sindacati medici di Cgil, Cisl e Uil «Se tale progetto dovesse essere attuato, i medici del 118 dovrebbero occuparsi anche di febbre, mal di pancia, mal di schiena, con il rischio di lasciare scoperto quel paziente a cui il 118 può salvare la vita. Inoltre per qualunque malore notturno il cittadino rischia di andare al pronto soccorso»; 
le stesse organizzazioni sindacali hanno organizzato l'11 maggio 2016, davanti alla Camera dei deputati, una manifestazione contro il «nuovo» atto d'indirizzo per il rinnovo delle convenzioni dei medici di famiglia per difendere l'assistenza notturna delle guardie mediche a tutela della salute dei cittadini –: 
quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato in relazione alla nuova organizzazione delineata in premessa e quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare per garantire che questa nuova organizzazione della medicina territoriale non sia lesiva del diritto alla salute dei cittadini per quanto attiene alla assistenza notturna e come si intenda sostenere, sul piano delle risorse umane e finanziarie, i pronto soccorso e i servizi di 118 a svolgere ulteriori funzioni. 
 

Seduta del 18 maggio 2016

Illustra Giovanni Burtone, risponde Beatrice Lorenzin , Ministra della salute, replica Donata Lenzi

Illustrazione

Signora Ministra, noi sappiamo che è in via di definizione l'atto per dar vita alla nuova convenzione per la medicina generale e per la pediatria. Sarà uno strumento importante quando diverrà operativa la nuova convenzione, perché metterà in campo innovazione nei servizi di sanità territoriale. 
Vogliamo, però, esprimere qualche preoccupazione derivante anche da alcune manifestazioni di medici e dalle proteste di alcuni sindacati. Si teme che ci sia una riduzione dei servizi di guardia medica, degli orari della guardia medica in alcune comunità. Noi sappiamo, signora Ministro, che la guardia medica è l'unica struttura che opera nell'emergenza in alcuni comuni montani e nelle aree interne. Noi possiamo convenire anche sull'opportunità di mettere in rete, di organizzare, però non si tocchi l'emergenza. Lei sa che anche nelle aree metropolitane c’è questa grande difficoltà dell'emergenza e urgenza. Quindi, si riveda eventualmente questo piano, perché i comuni non possono rimanere scoperti nel fronteggiare le emergenze mediche, ne verrebbe meno il diritto costituzionale alla salute.

Risposta del governo

Io ringrazio veramente gli onorevoli interroganti per questa interrogazione, perché mi permettono di fare chiarezza su un tema che ovviamente può destare preoccupazione alla vigilia di un importante rinnovo di una convenzione con i medici di medicina generale e con i pediatri di libera scelta che sappiamo attendere ormai da molti anni e che sarà importantissima per la riorganizzazione della medicina del territorio che sta a noi tutti estremamente a cuore perché, come sapete, da anni stiamo dicendo che dobbiamo rafforzare la presenza nel territorio, proprio per non intasare le realtà degli ospedali che invece sono dedicati alla gestione delle acuzie. Ma in questo si inserisce il tema anche dell'urgenza e, quindi, delle situazioni che si verificano in alcuni contesti. Vorrei dire che questo rinnovo di convenzione non determinerà il venir meno di alcuna prestazione assistenziale, ma al contrario, il potenziamento della presenza medica e una maggiore fruibilità del servizio nell'arco della giornata che va dalle ore 8 del mattino alle ore 24. La proposta di atto di indirizzo, formulata con l'accordo della Federazione dei medici di medicina generale ed approvata il 13 aprile 2016 dal Comitato di settore, prevede infatti che i medici di medicina generale, insieme ai colleghi della continuità assistenziale, cioè la guardia medica, opereranno per tutti i giorni della settimana e per l'intero arco della giornata, coordinandosi con le reti ospedaliere territoriali di emergenza e urgenza che potranno così riorganizzarsi al fine di corrispondere efficacemente all'incremento della domanda di assistenza che si registrerà dalle ore 24 alle ore 8. 
La riforma si traduce, quindi, in una integrale riorganizzazione del modello organizzativo delle medicina generale, per renderlo più efficiente ed efficace, mantenendo in ogni caso il servizio di guardia medica dalle ore 20 alle ore 24, orario in cui si registra il maggior numero di chiamate notturne. Ciò non toglie, però, una riflessione a livello locale, in considerazione delle specificità territoriali e lo sappiamo tutti come è fatta l'Italia, è lunga e stretta, ci sono realtà montane, ci sono realtà con piccoli presidi territoriali che hanno necessità però di una copertura. Quindi, noi ci rendiamo conto che possa rendersi necessario ampliare la continuità assistenziale anche nella fascia oraria dalle 24 alle ore 8, nella quale a livello nazionale si registra un minor numero di chiamate. 
Al fine di verificare questo aspetto e verificare che questo atto di indirizzo non trovi delle discrepanze a livello territoriale, ho chiesto ai miei uffici di approfondire i temi della garanzia e della continuità assistenziale nelle ore notturne e nei fine settimana, soprattutto con riferimento a quelle zone del territorio che si trovano più lontane dai posti di pronto soccorso. 
All'esito di questi approfondimenti, e quindi con i dati, mi riservo di esercitare le mie prerogative, chiedendo quelle modifiche dell'atto di indirizzo che si rendessero necessarie affinché siano garantiti a tutti i cittadini i servizi di assistenza dalle ore 24 alle ore 8 del mattino, e durante i fine settimana, e di avere il massimo impiego, efficiente, appropriato, di tutte le forze che abbiamo in campo, di cui sappiamo benissimo avere bisogno.

Replica

Grazie Ministro. Mi sembra che questa sua apertura a esaminare la cosa sulla base di dati che diano conto della variegata situazione italiana, sia una buona risposta. La nostra preoccupazione nasceva dal fatto che non tutte le zone del territorio hanno un ospedale a dieci minuti, a cui avviarsi magari caricando il paziente sulla macchina del papà o della moglie. Non è in tutto il nostro territorio presente, in egual modo, un efficace servizio di 118, il quale peraltro, per propria vocazione ha quella dell'emergenza e urgenza, e non di farsi carico del paziente cronico o di chi in quella notte sta male, ma non così tanto da richiedere un ricovero in ospedale. Su questo dovrebbe agire il medico di continuità assistenziale insieme con il medico di famiglia. 
Noi ci auspichiamo e ci auguriamo che questa convenzione tenga conto anche di queste situazioni e faccia fronte anche al problema dalle ore 24 alle 8 della mattina, perché effettivamente, altrimenti, si scaricherebbero sugli ospedali e sul 118 dei carichi impropri, andando contro a quello che stiamo dicendo con grande fatica, omogeneamente tutti quanti, da molti anni.