09/12/2014
Maria Coscia
PICCOLI NARDELLI, CAUSI, RAMPI, ASCANI, BLAZINA, BOSSA, CAROCCI, COCCIA, CRIMÌ, D'OTTAVIO, MALISANI, MALPEZZI, MANZI, NARDUOLO, GHIZZONI, PES, ROCCHI, ANDREA ROMANO, PAOLO ROSSI, SGAMBATO, VENTRICELLI, BINI e CINZIA MARIA FONTANA
3-01217

Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che: 
in occasione del recente Consiglio formale dei Ministri della cultura – svoltosi il 25 novembre 2014 a Bruxelles – organizzato nel contesto del semestre italiano di presidenza dell'Unione europea e presieduto dal Ministro interrogato, è stato affrontato il tema del diverso regime fiscale applicato agli ebook e ai libri a stampa e dell'importanza di promuovere la lettura come strumento per diffondere il sapere, incoraggiare la creatività, sostenere l'accesso alla cultura e la diversità culturale e sviluppare la consapevolezza dell'identità europea; 
recenti dati di settore riportano, grazie al digitale, una crescita nel 2014 del 5 per cento del fatturato, con una stima di ulteriore crescita, anche per gli anni successivi, nel caso in cui il nostro Paese riuscisse ad equiparare e, quindi, ridurre il regime fiscale per i formati digitali; 
negli ultimi mesi il Parlamento – a sostegno della linea in più occasioni definita dal Governo – ha convenuto sull'importanza di sostenere il digitale anche manifestando l'intenzione di ridurre sensibilmente l'iva sugli ebook; 
il libro è tale indipendentemente dal suo formato e le ragioni per le quali i libri in formato elettronico dovrebbero essere assoggettati alla medesima aliquota iva dei libri di carta sono le stesse: il valore culturale e le esternalità positive che il consumo di libri ha sullo sviluppo economico in una società della conoscenza –: 
quali siano state le conclusioni del Consiglio formale dei Ministri della cultura tenutosi a Bruxelles, con particolare riguardo al tema del regime fiscale da applicare agli ebook. 

Seduta del 10 dicembre 2014

Illustrazione di Flavia Piccoli Nardelli, risposta del governo di Dario Franceschini Ministro dei Beni culturali, replica di Maria Coscia.

Illustrazione

Grazie Presidente. Ministro, la battaglia per la riduzione dell'IVA sugli e-book per allinearla a quella del libro cartaceo, dal 22 al 4 per cento, in nome del principio che un libro è un libro, ha visto schierati insieme editori, bibliotecari, librai, Commissione cultura, Commissione finanze, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e il Parlamento pressoché concorde. Questo non solo perché il mercato degli e-book è in crescita, e tutti noi riteniamo che la sfida da vincere sia quella di aumentare gli indici di lettura nel nostro Paese, ma perché sappiamo bene che lo sviluppo del libro elettronico non richiede solo competenze tecnologiche ma impone anche scelte non facili di politica culturale. Ne siamo consapevoli. Il provvedimento che il Governo ha fatto suo è un modo illuminato di difendere il settore del libro, senza delegare scelte come queste al mercato o al mondo delle grandi multinazionali dell'informatica. 
  Per questo le chiediamo quali siano state le conclusioni del Consiglio formale dei Ministri che si è tenuto a Bruxelles lo scorso 25 novembre, con particolare riguardo al tema del regime fiscale da applicare agli e-book.

Risposta del Governo

Signora Presidente, l'onorevole Piccoli Nardelli ha ricordato – e la ringrazio – come in sede di discussione sulla legge di stabilità si sia trovata un'intesa molto forte, molto condivisa, che ha attraversato trasversalmente maggioranza e opposizione, con il consenso del Governo, e che ha consentito all'Italia di fare una scelta che è stata in precedenza adottata soltanto – in modo diverso – da Francia e Lussemburgo, cioè di adottare l'equiparazione della tassazione dell'IVA sul libro elettronico in pari misura rispetto a quella sul libro cartaceo, sapendo che, con grande probabilità, questa scelta ci porterà alla procedura di infrazione davanti all'Unione europea. 
  È evidente che questa scelta è stata fatta consapevolmente. È davvero difficile spiegare le ragioni per cui ci si ostina, a livello di Unione europea, a non capire che, come dice l’hashtag di questa campagna, «un libro è un libro», indipendentemente dal fatto che sia su carta o che sia su formato elettronico. È un libro e se c’è una giustificazione per un'IVA agevolata, per incentivare la lettura, questa deve valere sia per il libro su carta sia per il libro elettronico. Il Parlamento italiano, alla Camera dei deputati, ha fatto questa scelta che, ne sono certo, verrà confermata dal Senato. 
  Quando, qualche giorno dopo, io mi sono potuto presentare al tavolo dei Ministri della cultura nell'ultimo incontro, quello di approvazione dei documenti finali del semestre, ci sono potuto andare con alle spalle il consenso del Governo italiano. Ci siamo andati con questo punto aperto – e può sembrare paradossale, perché i documenti normalmente arrivano su quel tavolo chiusi – ma non c’è stata la possibilità di costruire un'intesa. Quindi, siamo andati con una proposta aperta, sulla quale c’è stato un lungo dibattito e diversi Paesi si sono schierati contro l'ipotesi che ci fosse un pronunciamento esplicito dei Ministri della cultura sulla materia dell'equiparazione dell'IVA, ritenendo questa materia esclusiva dell'Ecofin, cioè dei Ministri dell'economia e delle finanze, mentre altri Paesi, insieme a noi, hanno sostenuto con forza questa soluzione. 
  Il risultato che ne è uscito, essendo anche inusuale arrivare con un punto aperto in un tavolo che deve decidere necessariamente all'unanimità, è stato un testo – che vi leggo – che dà un'indicazione molto chiara, che io giudico un grande risultato perché costringe la Commissione e l'Ecofin a confrontarsi con un'indicazione molto precisa: l'impegno è a promuovere la lettura come strumento per diffondere il sapere, incoraggiare la creatività, sostenere l'accesso alla cultura e la diversità culturale e sviluppare la consapevolezza dell'identità europea, affrontando il tema delle diverse condizioni applicate ai libri elettronici e ai libri di stampa. 
  Capite che questa indicazione è un invito esplicito ad affrontare questa diversità che oggi esiste e che io spero l'Unione europea vorrà affrontare con determinazione, superando questa incomprensibile differenza di trattamento IVA. In ogni caso, la decisione del Parlamento italiano sarà una forte sollecitazione perché si vada in quella direzione.

Replica

Grazie Presidente, grazie Ministro, come lei ricordava, eravamo tutti consapevoli di incorrere in questo rischio di infrazione, però, come appunto lei giustamente diceva, un libro è un libro e oggi è incomprensibile tale distinzione. Soprattutto, se in un Paese come il nostro vogliamo aumentare la lettura, perché noi siamo purtroppo tra i Paesi europei più indietro rispetto alla capacità di lettura dei nostri cittadini e in modo particolare – non ho bisogno di dirlo e di ricordarlo a lei – i giovani sono indietro rispetto a questo tema, è tanto più importante utilizzare mezzi informatici come l’e-book per incentivare il ricorso alla cultura. 
  Quindi, è francamente incomprensibile, come lei dice, che l'Europa unitariamente non svolga, da questo punto di vista, un lavoro unitario e forte in questa direzione. Quindi, credo che abbiamo aperto consapevolmente una battaglia – io non ho tema di dire che è una battaglia – che penso ci porterà ad ulteriori passi. Quindi, la ringrazio di nuovo per quello che lei ha fatto fin qui e sia certo che ci avrà al suo fianco nei passi successivi che dobbiamo compiere proprio perché questa battaglia giunga in porto senza infrazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).