09/06/2015
Anna Rossomando
Ferranti, Verini, Amoddio, Bazoli, Berretta, Campana, Ermini, Giuliani, Greco, Giuseppe Guerini, Iori, Leva, Magorno, Marzano, Mattiello, Morani, Giuditta Pini, Rostan, Tartaglione, Vazio, Zan, Martella, Cinzia Maria Fontana e Bini
3-01524

Per sapere – premesso che: 
con il decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132, «Misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell'arretrato in materia di processo civile», convertito, con modificazioni, dalla legge 10 novembre 2014 n. 162, è stato avviato un importante percorso per affrontare il grave problema della lentezza della giustizia civile e della mole di arretrato dei procedimenti pendenti, attraverso il potenziamento di strumenti per la composizione stragiudiziale delle controversie, quali la negoziazione assistita; 
in particolare, proprio per quanto riguarda lo strumento della negoziazione assistita, ossia un accordo mediante il quale le parti convengono di cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole la controversia tramite l'assistenza di uno o più avvocati, è stato previsto che il ricorso a tale procedura sia condizione di procedibilità per le controversie in materia di risarcimento del danno da circolazioni di veicoli e natanti e per le domande di pagamento, a qualsiasi titolo, di somme non superiori a 50 mila euro. L'obbligo di ricorso alla negoziazione è in vigore dal 9 febbraio 2015; 
di grande importanza appare anche la disposizione prevista all'articolo 11 del medesimo decreto-legge n. 132 del 2014, dove si prevede la raccolta dei dati concernenti le procedure di negoziazione assistita, con l'obbligo per il Ministero della giustizia di una relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione della nuova disciplina; 
da notizie di stampa si apprende che sarebbe intenzione da parte del Ministero della giustizia quella di potenziare le cosiddette adr (alternative dispute resolution), ovvero le procedure alternative al processo, e di procedere all'assunzione di nuove risorse di personale da destinare a quei tribunali che metteranno a punto un piano per lo smaltimento dell'arretrato –: 
se il Ministro interrogato sia già in possesso di un primo dato di monitoraggio relativo all'utilizzo dello strumento della negoziazione assistita e quali siano le modalità e i tempi per la realizzazione degli interventi volti a potenziare gli strumenti e le misure alternative al processo previsti nel decreto-legge n. 132 del 2014. 

Seduta del 10 giugno 2015

Illustra David Ermini, risponde Andrea Orlando, Ministro della Giustizia, replica Anna Rossomando

Illustrazione

Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132, parla di misure urgenti al fine anche della definizione dell'arretrato in materia del processo civile. Uno dei meccanismi che serve ed è utile perché si possa definire sia l'arretrato che l'eventuale intervento precontenzioso civile è quello della negoziazione assistita. Siccome riteniamo che sia assolutamente fondamentale che questo istituto possa essere utilizzato in modo continuo, le chiediamo, signor Ministro, in relazione a quello che appunto dispone il decreto, quali sono i dati di cui in questo momento siete in possesso rispetto alla negoziazione assistita, come è stata utilizzata e come il Ministero intenda proseguire per lo sviluppo di questo importante istituto.

Risposta del governo

Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti, che mi consentono di ribadire anche in questa sede i dati incoraggianti emersi dal monitoraggio della prima fase di attuazione degli interventi normativi adottati con il decreto-legge n. 132 del 2014. Come è noto, l'intento ispiratore delle misure del cosiddetto intervento di degiurisdizionalizzazione, negoziazione assistita e arbitrato applicate alle liti pendenti, introdotte con il citato decreto-legge, è finalizzato all'obiettivo di contenere il flusso in entrata delle cause civili, contribuendo così a rendere più efficace il sistema giudiziario attraverso l'abbattimento programmato dell'arretrato. Le iniziative assunte dal mio Dicastero in questa materia e l'avvio di disegni riformatori del processo civile, della gestione della crisi di impresa e la costruzione di un osservatorio per l'analisi dell'impatto delle riforme sull'organizzazione degli uffici giudiziari si iscrivono a pieno nel disegno riformatore intrapreso, riscontrando apprezzamento anche da parte di molti osservatori internazionali. La lettura dei dati di prima attuazione dei suddetti provvedimenti normativi induce a un ragionevole ottimismo sulla validità del metodo perseguito. L'esigenza di seguire sin dall'esordio l'impatto dei nuovi strumenti ci ha indotti ad avviare in anticipo il monitoraggio sui dati inerenti alle misure di degiurisdizionalizzazione, che dovrà essere effettuato anche ai fini della redazione di una relazione annuale al Parlamento, prevista da tale decreto-legge. L'analisi statistica è stata compiuta su quindici tribunali italiani, selezionati per dimensione e ubicazione territoriale in modo da costituire un campione rappresentativo della realtà nazionale. È stata contestualmente avviata un'interlocuzione con il Ministero dell'interno, per monitorare in queste stesse sedi l'andamento degli accordi di separazione e divorzio registrati dall'ufficiale di stato civile. Analoga iniziativa è stata avviata anche con il Consiglio nazionale forense, che, avvalendosi di una propria commissione di studio, contribuisce alla sensibilizzazione degli ordini per la corretta raccolta dei dati.

L'analisi dei flussi in entrata ha evidenziato sin dai primi mesi di attuazione una sensibile flessione, nella misura del 14 per cento, rispetto all'anno precedente, cioè al 2013, ma è con i primi dati del 2015 che vediamo confermata la tendenza alla riduzione dell'iscrizione delle cause a ruolo, registrando un significativo risultato su base nazionale con una riduzione del 20 per cento. In questo contesto i dati maggiormente rilevanti sono certamente quelli in materia di famiglia. Si è infatti rilevato un andamento tendenziale decrescente delle iscrizioni a ruolo di cause di separazione e divorzio, che registrano una flessione del 30 per cento su base nazionale.
Per potenziare ulteriormente le misure alternative al processo sono peraltro allo studio ulteriori interventi normativi finalizzati all'introduzione di meccanismi di incentivazione fiscale, dalla negoziazione assistita alla traslatio arbitrale. Allo scopo siamo pronti a stanziare circa 10 milioni di euro.
Ulteriori misure potranno derivare dall'utilizzazione del Fondo per il recupero di efficienza del sistema giudiziario e il potenziamento dei relativi servizi, nonché per il completamento del processo telematico, istituito a tal fine dall'articolo 1, comma 96, della legge di stabilità per il 2015.

Replica

Grazie, Presidente, grazie signor Ministro, intanto siamo soddisfatti soprattutto per quanto riguarda un aspetto metodologico: il monitoraggio non è un richiamo retorico che qualche volta mettiamo nei nostri ordini del giorno. La verifica a breve dell'impatto dei nuovi strumenti che noi mettiamo in campo votandoli in queste Aule è una cosa effettiva, reale ed utile.
Posto che abbiamo una necessità urgentissima di accorciare i tempi della giustizia, soprattutto quella civile, e quindi di alleggerire il carico, la seconda questione è su cosa e come investire anche indipendentemente dall'impiego diretto di somme necessarie. Quindi una visione strategica, investire sulle risorse umane e sulla competenza: questa è la negoziazione assistita. Ci interessava molto quindi sapere come stava andando, quali dati vi sono, in modo da sapere su cosa intervenire eventualmente. Mi fa piacere intanto sentire parlare di incentivazione fiscale collegata ad un investimento di competenza e di risorse su delle professionalità. In questo caso stiamo parlando dell'avvocatura, che sappiamo essere molto numerosa nel nostro Paese.
Concludendo, mi interessava anche sottolineare che si riprende finalmente a discutere di come debba funzionare la giustizia dei cittadini normali, dei cittadini di ogni giorno, che in mancanza di questi interventi, che andranno sicuramente potenziati, rischiava di essere con tutta certezza la «giustizia del mai». Da questo punto di vista traiamo elementi di incoraggiamento di cui terremo conto anche per i provvedimenti che stiamo esaminando.