Per sapere – premesso che:
il territorio italiano si mostra sempre più fragile, colpito da eccezionali ondate di maltempo – come da ultimo nel centro nord – o da calamità ambientali – come nel caso di Pomezia – con conseguenti danni ingenti alle aziende ortofrutticole e zootecniche;
a livello nazionale opera il Fondo di solidarietà nazionale (Fsn) di cui al decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, che è destinato ad interventi di incentivo alla stipula di contratti assicurativi (interventi ex ante) e – per i rischi non inseriti nel piano assicurativo agricolo annuale – ad interventi di ripristino delle infrastrutture connesse all'attività agricola: interventi compensativi – indennizzatori o ex post, nonché interventi di bonifica;
il sistema italiano delle assicurazioni di gestione del rischio in agricoltura non riesce ad assicurare la necessaria tutela degli agricoltori e degli allevatori che lamentano la scarsa attrattività degli strumenti previsti, gli elevati costi burocratici, gli sfasamenti ed i ritardi nell'erogazione dei contributi e la mancanza di strumenti fondamentali per affrontare i mercati internazionali;
sono ormai svariati anni che in ambito europeo si è sviluppata una riflessione sugli strumenti individuali di gestione del rischio, che è andata di pari passo con una riduzione del sistema di garanzie finalizzate alla stabilizzazione dei mercati agricoli;
questo arretramento delle protezioni accordate al settore, ha generato un ampliamento dell'area del rischio per gli imprenditori agricoli italiani ed europei;
alla peculiare esposizione ai rischi naturali si è aggiunta, quindi, quella prodotta dall'integrazione con i mercati internazionali, legata alla variabilità dei prezzi degli input e degli output e spesso acuita dalle modalità con cui i segnali di mercato si trasferiscono lungo le filiere;
il maggior peso assunto dalle dinamiche di mercato si somma all'incertezza e allo stress associati ai processi di ristrutturazione, in alcuni casi profonda, tuttora in corso in diverse importanti componenti dell'agricoltura –:
come il Ministro interrogato intenda intervenire in sede europea per garantire tipologie di assicurazioni maggiormente collegate a situazioni climatiche e di mercato e come a livello nazionale intenda operare per compensare le gravi perdite economiche subite dal settore primario a seguito di calamità mediante iniziative che semplifichino e favoriscano l'accesso agli strumenti di gestione del rischio previsti dal decreto legislativo n. 102 del 2004.
Seduta del 10 maggio 2017
Illustra Giuseppe Romanini, risponde Maurizio Martina, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, replica Mino Taricco
Illustrazione
Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, con i cambiamenti climatici il territorio italiano si mostra sempre più fragile, colpito da ondate eccezionali di maltempo con conseguenti danni ingenti all'agricoltura, alle aziende ortofrutticole e zootecniche.
Il sistema italiano delle assicurazioni di gestione dei rischi in agricoltura, nonostante vi siano norme per quel che riguarda interventi ex ante e interventi ex post, non riesce ad assicurare la necessaria tutela agli agricoltori e agli allevatori, che lamentano la scarsa attrattività di questi strumenti, elevati costi burocratici, sfasamenti e ritardi nell'erogazione dei contributi. Se a ciò aggiungiamo che la riflessione che si è aperta in sede europea tende ad una riduzione di questi strumenti, e il fatto che le oscillazioni di mercato aggiungono rischi all'attività agricola, vorremmo sapere dal signor Ministro come intende intervenire in sede europea per garantire tipologie di assicurazione maggiormente collegate alle situazioni climatiche e di mercato, e come, a livello nazionale, si intenda operare per compensare le perdite economiche subite da questo settore.
Risposta del governo
Grazie Presidente. Onorevoli deputati, stiamo lavorando per potenziare gli attuali strumenti assicurativi a disposizione delle aziende del settore primario e favorire una più ampia diffusione degli stessi sul territorio, proprio nel senso delle indicazioni che venivano anche dall'interrogante. Per questo è stata disposta una revisione del testo del decreto legislativo n. 102 del 2004. Con la riforma si punta ad integrare e ammodernare gli strumenti di gestione del rischio in agricoltura in linea con quelli già previsti dalla normativa comunitaria dal Programma di sviluppo rurale 2014-2020, dando spazio alle polizze assicurative innovative a copertura del ricavo aziendale. Per contrastare il fenomeno sempre più frequente della volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli sui mercati nazionali e internazionali, abbiamo approvato il Piano assicurativo agricolo nazionale 2017, che ha introdotto per la prima volta in Europa la sperimentazione, come sapete, della polizza ricavo per il settore cerealicolo che noi intendiamo estendere a breve anche per il settore risicolo. Per la gestione di questo strumento sono stati stanziati dal Governo 10 milioni di euro, i primi 10 milioni di euro, che si aggiungono ai fondi approvati dal Ministero con l'obiettivo di rafforzare i contratti di filiera.
Inoltre, con il Piano assicurativo agricolo 2017 sono state introdotte le polizze indicizzate con una dotazione iniziale di un milione di euro, le quali consentono di stipulare contratti assicurativi in agricoltura sulla base di parametri climatici e meteorologici. In ordine alle polizze agricole tradizionali, è in atto un processo, un lavoro, di revisione e semplificazione delle attuali procedure non semplice, ma necessario, con l'obiettivo di alleggerire la burocrazia che la normativa comunitaria ha oggettivamente introdotto, in particolare in materia di controlli. Le proposte di emendamento delle vigenti norme comunitarie, come sapete, sono state già sottoposte anche all'attenzione della Commissione europea e recepite - questo è un fatto importante - nello schema di regolamento cosiddetto omnibus di revisione di medio termine della PAC, della politica agricola comune, la cui approvazione è calendarizzata per la fine del 2017. Il Parlamento europeo ha approvato un suo primo passo, adesso siamo in apertura di trilogo. Quindi andiamo avanti anche sul fronte europeo, nella consapevolezza che questo è un tema cruciale, decisivo, soprattutto per il futuro delle nostre aziende agricole.
Replica
Grazie Presidente. Io ringrazio il Ministro per le informazioni che ci ha fornito, soprattutto nell'ultima parte, che era una delle questioni che volevamo sentirci dire, perché è chiaro ciò che è successo nel mese di aprile un po' in tutte le regioni italiane; facciamo prima ad elencare quelle nelle quali non ci sono stati problemi che non quelle nelle quali ci sono stati problemi. Le stime che sono state fatte ci dicono che hanno causato danni per oltre 100 milioni di euro soltanto quelle brinate che ci sono state. Se poi andiamo a vedere negli anni quanto questa tipologia di situazione ha causato danni, i numeri diventano altissimi. Sicuramente il Fondo di solidarietà nazionale ha degli spazi di intervento limitati, legati al fatto che laddove ci sono, ad oggi, assicurazioni rimangono complesse le tipologie di intervento, ma c'è da notare che, proprio negli ultimi anni, a causa delle complessità a cui il Ministro nella sua risposta faceva riferimento, abbiamo avuto significative riduzioni sulle assicurazioni, soltanto tra il 2006 e il 2014 siamo a oltre il 26 per cento di riduzione del monte complessivo assicurato.
Da questo punto di vista, da una parte la semplificazione cui lei faceva riferimento nella gestione complessiva e nel superamento delle anomalie che in molti casi bloccano questo tipo di questioni, unita al fatto che siamo in un ritardo enorme con i pagamenti relativi alle rate passate, sono tra le motivazioni del fatto che molti hanno aspettato ad assicurare, assicurando soltanto la grandine. Credo che valutare la possibilità di qualche intervento straordinario in questa tipologia di situazione debba ancora essere uno dei temi sul tavolo del Ministero.