Per sapere – premesso che:
alla luce dell'anomalo incremento dell'utilizzo dei voucher in tutti i settori produttivi, il Governo ha opportunamente rafforzato le misure relative alla tracciabilità di tali strumenti di pagamento delle prestazioni lavorative, con il decreto legislativo di prossima pubblicazione;
in agricoltura, sono emersi alcuni dubbi interpretativi relativamente ai tetti di retribuzione annua percepibile dal lavoratore da parte del singolo datore di lavoro, anche alla luce di alcune circolari Inps, recentemente riproposti su alcuni quotidiani;
in particolare, la circolare Inps n. 49 del 2013 esplicitava che per il settore dell'agricoltura non avrebbe trovato applicazione il limite economico dei 2.000 euro annui, in virtù della disciplina allora vigente;
successivamente, tuttavia, il dettato dell'articolo 48, commi 1 e 3, del decreto legislativo n. 81 del 2015 chiarisce in maniera inequivoca che anche al settore agricolo si debba applicare il suddetto tetto retributivo dei 2.000 euro, nonostante sia stato innalzato il reddito annuo percepibile complessivamente dai diversi datori di lavoro dai precedenti 5.000 agli attuali 7.000 euro;
alla luce degli impegni formalmente assunti, anche in sede di esame dello schema di decreto legislativo di prossima pubblicazione, sui tetti retributivi non sono previste modifiche normative –:
quali iniziative intenda assumere al fine di superare i dubbi interpretativi di cui in premessa, al tal fine adottando le opportune misure finalizzate all'emanazione di istruzioni e circolari esplicative da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e da parte dell'Inps.
Seduta del 5 ottobre 2016
Illustra Tiziano Arlotti, risponde Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, replica Luisella Albanella
Illustrazione
Grazie, Presidente. Signor Ministro, alla luce dell'anomalo incremento dell'utilizzo dei voucher in tutti i settori produttivi, il Governo ha opportunamente rafforzato le misure relative alla tracciabilità di tali strumenti di pagamento delle prestazioni lavorative con il decreto legislativo di prossima pubblicazione.
In agricoltura, però, sono emersi alcuni dubbi interpretativi relativamente ai tetti di retribuzione annua percepibile dal lavoratore da parte del singolo datore di lavoro, anche alla luce di alcune circolari Inps, in particolare la n. 49 del 2013.
L'articolo 48 del decreto legislativo n. 81 del 2015 chiarisce in maniera inequivoca che anche al settore agricolo si debba applicare il tetto retributivo dei 2 mila euro, nonostante sia stato innalzato il reddito annuo percepibile da 5 mila a 7 mila. Nel decreto legislativo di prossima pubblicazione, questa norma non è stata cambiata.
Quindi si chiede quali iniziative intenda assumere al fine di superare i dubbi interpretativi, adottando le opportune misure finalizzate all'emanazione di istruzioni e circolari esplicative da parte del Ministero e dell'Inps.
Risposta del governo
Grazie Presidente, grazie onorevole. Questa vicenda prende il via, in particolare, della circolare n. 4 del 2013, che ha previsto la non applicabilità del limite dei 2 mila euro nei confronti dei committenti imprenditori agricoli, previsione peraltro ribadita anche dalla circolare Inps n. 49 del 2013, appena citata.
Successivamente, il decreto legislativo n. 81 del 2015, attuativo della legge delega del Jobs Act, intervenendo sulla disciplina del lavoro accessorio, ha stabilito l'applicazione del limite economico dei 2 mila euro per singolo committente in tutti i settori produttivi.
Rappresento, inoltre, che l'Inps, ad agosto del 2015, con la circolare n. 149, ha fornito indicazioni ai propri uffici al fine di adeguare tempestivamente le procedure informatiche all'applicazione di predetto limite, appunto, a tutti i settori produttivi.
Il testo del decreto correttivo del Jobs Act, approvato definitivamente lo scorso 23 settembre e che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il prossimo 7 ottobre, lascia invariato questo quadro normativo. Infatti, nel testo definitivo è stata eliminata, in conformità al parere espresso dalla Commissione XI, la disposizione originariamente inserita, che prevedeva la non applicabilità del limite dei 2 mila euro al settore agricolo. Conseguentemente, questo limite si applica a tutti i settori e, dunque, anche a quello agricolo.
Inoltre, vale la pena ricordare che nel testo definitivo è stato introdotto un più rigoroso criterio di tracciabilità dei voucher, al fine di meglio garantire la rispondenza di questo strumento alle sue finalità, cioè garantire copertura previdenziale e assistenziale del lavoro occasionale.
In conclusione, posso ribadire che dal punto di vista del Ministero del lavoro non c’è alcun problema interpretativo, tuttavia, successivamente all'entrata in vigore del decreto legislativo correttivo del Jobs Act, si valuterà insieme all'Inps l'opportunità di fornire ulteriori istruzioni per l'applicazione delle nuove disposizioni in materia di utilizzo dei voucher, coerentemente all'interpretazione che qui ho appena fornito.
Replica
Grazie, Ministro Poletti. Siamo abbastanza soddisfatti della sua risposta, per averci chiarito i dubbi interpretativi riguardo il tetto retributivo dei 2 mila euro netti al mese e 7 mila l'anno per l'azienda, quindi anche per il settore agricolo.
Ministro Poletti, però, vorrei ribadire che, all'utilizzo anomalo dei voucher, passati da 500 mila nel 2008 a 115 milioni nel 2015 – ma sono in continuo aumento –, va posto fermamente un rimedio. È senz'altro importante e positiva la tracciabilità, ma ancora non è sufficiente, se vogliamo promuovere il lavoro di qualità rispetto a quello precario, come è sempre stato e sempre ha sostenuto il Presidente del Consiglio, ma è anche quanto previsto dal Jobs Act.
Senz'altro bisogna circoscrivere le attività per cui è possibile utilizzarli. Meglio ancora se si valutasse – ma questa è una valutazione che dobbiamo fare – la possibilità di eliminare questo strumento, però questa è una valutazione che si dovrebbe fare. Altrimenti, guardi, io questo lo dico per un motivo ben preciso, perché lo vediamo giornalmente, lo vediamo rispetto ad abusi, in particolare ai danni dei giovani, da parte di aziende opportunistiche ed elusive. Ci sono giovani, signor Ministro, che conoscono soltanto i voucher ! Sono lavoratori poveri, e destinati anche diventare pensionati poveri. Questo lo dico perché se noi consideriamo che i vouchercontribuiscono solo per il 13 per cento al sistema pensionistico, penso che una valutazione su questo la dobbiamo fare con lucidità e determinazione.