Al Ministro per la pubblica amministrazione. – Per sapere – premesso che:
in materia di validità delle graduatorie di pubblici concorsi, importanti innovazioni sono state introdotte dall'articolo 6-bis del decreto-legge n. 101 del 2019, modificando la disciplina transitoria prevista dall'articolo 1, comma 362, della legge 30 dicembre 2018, n. 145;
alla luce dell'esigenza delle pubbliche amministrazioni di godere dei necessari margini di flessibilità e al contempo di provvedere al ricambio generazionale che le recenti modifiche in materia previdenziale hanno introdotto, appare necessario un ulteriore intervento volto a superare gli attuali limiti per quel che riguarda lo scorrimento delle suddette graduatorie che impediscono la possibilità di accesso nei casi di fabbisogno di personale emergente e non programmabile, così pregiudicando in tal modo le facoltà assunzionali degli enti pubblici, con gravi ripercussioni sull'efficienza e sul corretto funzionamento dei relativi uffici e sulle legittime aspettative di migliaia di persone, soprattutto giovani, che hanno investito competenze e professionalità alla ricerca di un'occupazione in grado di garantire loro un'attività lavorativa solida e dignitosa;
appare perciò necessario un intervento legislativo volto a modificare anche il comma 361 dell'articolo 1 della citata legge n. 145 del 2018, finalizzato a estendere l'ambito di efficacia delle graduatorie, prevedendo che esse siano utilizzabili nei casi di avvenuta cessazione dal servizio di personale dipendente, nonché di previsioni contenute nel budget assunzionale stabilito dal piano triennale del fabbisogno di personale, che ciascuna amministrazione pubblica è tenuta a predisporre ai sensi del decreto del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione dell'8 maggio 2018 –:
quali urgenti iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, sin dai prossimi provvedimenti utili, al fine di rivedere l'attuale disciplina in materia di utilizzazione delle graduatorie da parte delle amministrazioni pubbliche, consentendo di potervi far ricorso qualora si verifichino cessazioni dal servizio di personale dipendente, nonché in ragione delle previsioni contenute nel budget assunzionale stabilito dal piano triennale del fabbisogno di personale.
Seduta del 6 novembre 2019
Illustrazione di Marianna Madia, risposta del governo di Fabiana Dadone, Ministra per la Pubblica amministrazione, replica di Piero De Luca.
Illustrazione
Grazie, Presidente. Quanti problemi ha creato il Governo precedente anche nella pubblica amministrazione sotto la guida politica di Matteo Salvini e la responsabilità di Giulia Bongiorno ( Faccio alcuni esempi. Non si è più parlato di rinnovo dei contratti pubblici, sono state bloccate le assunzioni nella pubblica amministrazione, non si è più seguito con attenzione il percorso di assunzione dei precari storici, né i fabbisogni delle amministrazioni per l'assunzione di personale e - ed arrivo all'oggetto di questo question time - sono state introdotte delle complicazioni normative nell'utilizzo delle graduatorie dei concorsi pubblici. Questo è stato un atto punitivo soprattutto verso i sindaci del nostro Paese. Non è pensabile che un sindaco, ogni qualvolta debba assumere una persona, debba dover rifare un concorso se quell'assunzione risponde ad esigenze non programmabili. Peraltro, questo risponde anche alla necessità del ricambio generazionale, che è accelerato dalla misura di “quota 100” ed è anche una legittima aspettativa di chi sta in quelle graduatorie. Quindi, io chiedo alla Ministra Dadone di superare queste rigidità normative introdotte dalla Ministra Bongiorno e di riaprire una grande vera alleanza con i sindaci nella sessione di bilancio che si è appena aperta.
Risposta del governo
Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per permettermi di esporre la posizione su una tematica che è effettivamente molto importante. Fino alla scorsa legge di bilancio era evidente il favor da parte del legislatore verso la possibilità di utilizzo delle graduatorie concorsuali per l'assunzione dei cosiddetti idonei non vincitori dei concorsi. Con la legge n. 145 del 2018, al fine di ripristinare quella che era la previsione della durata triennale della validità delle graduatorie dei concorsi per l'accesso al pubblico impiego, se ne è avuto un limitato progressivo utilizzo. Recentemente - lo ricordo, ma sicuramente gli onorevoli interroganti ne sono a conoscenza - in sede di conversione del decreto-legge n. 101 del 2019 è stato approvato, con parere favorevole del Governo, un emendamento che è volto proprio a modificare il quadro normativo sopra ricordato, che è stato introdotto dalla legge n. 145 del 2018. Con questo intervento sono stati sostanzialmente ridefiniti i termini di scadenza delle graduatorie, ora non li ricordo in questa sede ma sono stati spostati avanti nel tempo. Personalmente sono convinta che sia necessario uscire da una fase transitoria che è durata veramente molti anni e sia necessario ristabilire in maniera coerente un ritmo fisiologico dei concorsi e dei reclutamenti, ma, dall'altro lato, sono anche convinta che sia necessario, soprattutto in questa fase, andare incontro alle esigenze, in particolare, come ha ricordato l'onorevole interrogante, dei sindaci che si trovano di fronte alla necessità di assumere del personale. Proprio a tal fine, il Governo ha introdotto nella legge di bilancio una misura che, senza intervenire ulteriormente in materia di durata di validità delle graduatorie, consente però alle amministrazioni di procedere allo scorrimento delle graduatorie approvate nel 2019 per un ulteriore 30 per cento dei posti banditi, superando quello che è l'attuale limite numerico. È una prima risposta che si propone, proprio come dicevo prima, di fornire una risposta soprattutto alle amministrazioni che hanno lamentato quanto ricordato dall'onorevole interrogante. Ciò detto, non considero questa misura un totem intoccabile,, la considero invece un punto di partenza. Sono convinta che, nel corso dell'esame parlamentare, si riuscirà ad affrontare in maniera organica e strutturale la questione, riuscendo a raggiungere un punto di equilibrio giusto tra la durata temporale equa delle graduatorie, e quindi tra le esigenze delle amministrazioni e delle persone che ambiscono ad entrare all'interno della pubblica amministrazione, e, dall'altro lato, anche quelle di tanti giovani che guardano alla pubblica amministrazione come un punto di approdo e, quindi, attendono dei nuovi concorsi per riuscire ad entrare a far parte di quella che io chiamo la macchina dello Stato.
Replica
Grazie, signor Presidente. Ringrazio la Ministra Dadone per la risposta, che va in parte nella direzione da noi auspicata. Ricordiamo che lo scorso anno la legge da lei citata, la n. 145 del 2018, ha previsto una norma sbagliata, in virtù della quale le procedure concorsuali possono essere utilizzate solo per la copertura dei posti immediatamente disponibili presso la pubblica amministrazione interessata, ponendo dunque dei limiti all'utilizzo e allo scorrimento delle graduatorie elaborate al termine dei concorsi stessi.
Ora, noi abbiamo un'idea di Paese diversa, riteniamo che in Italia si debbano assicurare alle pubbliche amministrazioni adeguati strumenti di flessibilità per effettuare il necessario ricambio generazionale al proprio interno. Chiariamoci: provvedimenti quali “quota 100” hanno un senso e sono sostenibili solo se accompagnati da misure legislative differenti da quelle adottate finora; non bloccare i concorsi pubblici, ma, al contrario, semplificare e razionalizzare le procedure per migliorarne l'efficacia: questo è l'obiettivo che noi ci poniamo con la proposta che stiamo portando avanti. Noi proporremo già nel decreto fiscale la cancellazione della norma in vigore e la sua sostituzione con una previsione volta ad estendere fino a tre anni la durata di efficacia e validità delle graduatorie dei concorsi pubblici, così da consentire in un lasso di tempo ragionevole l'eventuale scorrimento delle stesse. L'obiettivo è avere un elenco di idonei che possa essere utilizzato immediatamente, senza aggravi burocratici, per ogni nuova esigenza sopravvenuta per colmare i vuoti di pianta organica, imprevisti e programmati. È una modifica che permetterà di raggiungere tre obiettivi fondamentali, a nostro avviso: anzitutto, migliorare l'efficienza e l'efficacia delle pubbliche amministrazioni, le cui carenze di personale rischiano di compromettere il corretto funzionamento degli uffici; in secondo luogo, operare un risparmio di risorse pubbliche non indifferente.