28/02/2017
Walter Verini
3-02839

Al Ministro della giustizia. – Per sapere – premesso che:
   la legge 28 aprile 2016, n. 57, recante «Delega al Governo per la riforma organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui giudici di pace», prevede il riassetto complessivo dell'ordinamento dei magistrati onorari, introducendo alcune significative novità, ad esempio la distinzione tra giudici di pace e giudici onorari di tribunale, che vengono inseriti in un solo ufficio giudiziario, nonché prevedendo, al contempo, un ampliamento significativo delle competenze civili e penali, quali, ad esempio, sul piano della competenza civile, le cause condominiali, i procedimenti di espropriazione mobiliare presso il debitore;
   la competenza per valore viene estesa fino a 30 mila euro e per gli incidenti stradali fino a 50 mila euro. Il giudice di pace avrà poi la possibilità di decidere, secondo equità, tutte le cause di valore fino a 2.500 euro, mentre sul piano della competenza penale saranno attribuite nuove fattispecie di reato;
   si è, dunque, di fronte ad una funzione, quella esercitata dai giudici di pace, che, soprattutto alla luce della riforma avviata, riveste un ruolo sempre più centrale e importante nell'amministrazione della giustizia, ma che, proprio per le caratteristiche intrinseche di temporaneità, soffre di tale mancanza di stabilità e lamenta carenze di adeguate tutele;
   ancora ad oggi non vi è stato completo esercizio della delega, che dovrebbe avvenire entro il 14 maggio 2017, ma va sottolineato come da tempo, sia in Italia sia in sede europea, si discuta intorno all'inquadramento dal punto di vista lavoristico della magistratura onoraria e di pace, che è caratterizzata proprio, come detto, dalla mancanza di una sufficiente stabilità, proprio in considerazione della natura stessa, a termine, dell'incarico;
   il Comitato europeo dei diritti e delle uguaglianze sociali (Ceds) ha accolto il reclamo n. 103/2013 e ha sancito il diritto al riconoscimento della sicurezza sociale a questa magistratura, oltre al fatto che le funzioni di giudice di pace siano funzionalmente equivalenti ai magistrati di ruolo –:
   se il Governo abbia attualmente allo studio misure, ed eventualmente quali, anche nell'ambito del completamento dell'esercizio della delega, che forniscano risposte adeguate al tema dell'inquadramento dei giudici onorari di pace, tali da superare in maniera definitiva le criticità esposte

Seduta del 1 marzo 2017

illustrazione di Anna Rossomando, risposta del governo di Andrea Orlando, Ministro della giustizia, replica di Walter Verini

Illustrazione

 Grazie, Presidente. Signor Ministro, dopo anni di proroghe senza soluzioni che riguardavano l'importante ruolo svolto dalla magistratura onoraria tutta, finalmente, con la legge 28 aprile 2016, n. 57, recante delega al Governo per la riforma organica della magistratura onoraria e giudici di pace, c’è la previsione di un riassetto complessivo, che introduce molte novità, con aumento di competenze per quanto riguarda il civile e il penale e aumento anche di competenze con riferimento alla competenza professionale e alle modalità di acquisizione di questa competenza professionale. Insomma, un ruolo sempre più centrale di questa magistratura; pur tuttavia, vi è una caratteristica intrinseca di temporaneità di questo ufficio, e quindi vi è un tema che riguarda la stabilità e le carenze di adeguate tutele per questi lavoratori della giustizia.

  Poiché ancora ad oggi non vi è stato un completo esercizio della delega, siamo appena all'inizio dei decreti attuativi, poiché il Comitato europeo dei diritti e delle uguaglianze sociali – ho concluso – ha sancito il diritto al riconoscimento della sicurezza sociale a questa magistratura, chiediamo se il Governo abbia attualmente allo studio misure, ed eventualmente quali, per completare l'esercizio della delega, che forniscano risposte adeguate al tema dell'inquadramento dei giudici onorari di pace, tali da superare in maniera definitiva le criticità esposte.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. La questione della magistratura onoraria è all'attenzione prioritaria del Governo in considerazione del fondamentale e prezioso apporto che essa assicura all'amministrazione della giustizia. Nella prospettiva di delineare un compiuto assetto normativo, in attuazione della legge delega n. 57 del 2016, è stato già pubblicato il primo decreto legislativo, che ha, tra l'altro, previsto il mantenimento in servizio per quattro anni, alle attuali condizioni di impiego e di trattamento economico, dei giudici di pace, dei giudici onorari di tribunale e dei viceprocuratori onorari in esercizio alla data di entrata in vigore del decreto all'esito della procedura di conferma straordinaria disciplinata con il medesimo decreto.
  Come è noto, questa legge delega è intervenuta dopo anni in cui si è preferito agire per proroghe, e quindi credo che vada dato atto che si è deciso di affrontare una questione che per lungo tempo è stata elusa. Al fine di valutare i complessi profili tecnici della compiuta attuazione che la delega comporta, anche in considerazione delle sue delicate implicazioni di rilievo costituzionale e dei temi connessi alla tutela previdenziale e al trattamento economico, il Ministero ha richiesto un parere al Consiglio di Stato, al quale si appresta a fornire elementi di valutazione integrativi.
  Sono in corso, inoltre, specifiche interlocuzioni con la Commissione europea per verificare anche in quella sede tutti i profili di compatibilità delle soluzioni normative praticabili con l'assetto sovranazionale e con il Consiglio superiore della magistratura in relazione alle procedure di reclutamento di competenza dell'organo di autogoverno. Nell'ambito delle iniziative
tese all'individuazione degli strumenti normativi più efficaci a garantire il contemperamento dei valori che la materia involge, lo scorso 15 febbraio, raccogliendone le istanze, ho incontrato una delegazione dei procuratori della Repubblica, alla presenza dei rappresentanti del Consiglio superiore della magistratura e dell'ANM, al fine di ricevere contributi e proposte finalizzate all'adozione di misure che tengano in considerazione sia le aspettative dei magistrati onorari attualmente in servizio sia le esigenze di funzionalità degli uffici giudiziari.
  In quella sede ho rappresentato la più ampia apertura del Governo ad esplorare anche la possibilità di stabilizzazione dei magistrati onorari che da tempo prestano il loro servizio in favore dello Stato, invitando l'ANM ad esprimere le proprie valutazioni sulle soluzioni prospettate. Il Governo è pertanto impegnato nel definire uno statuto adeguato per la magistratura onoraria in attuazione della delega n. 57, senza trascurare possibili ulteriori soluzioni che consentano di valutare, nel rispetto del quadro normativo di riferimento, le esigenze dei magistrati onorari che, in forza delle ripetute proroghe di legge, prestano servizio nell'amministrazione della giustizia.

Replica

Sì, noi siamo soddisfatti della sua risposta, Ministro, e ci riconosciamo nelle parole che il procuratore generale della Repubblica di Firenze, che è uno dei promotori dell'appello delle procure, ha pronunciato l'altro giorno, quando ha detto: il rischio strumentalizzazione su un tema come questo è sempre dietro l'angolo. Era difficile – ha detto – prevedere che persino la mobilitazione della magistratura onoraria potesse essere inghiottita dalla catena di montaggio della propaganda politica. Eppure, davanti alla sede del CSM, si è vista perfino una leader di un partito politico.
  Siamo d'accordo, la delega sulla riforma della magistratura onoraria contiene, come è stato detto, principi giusti, anche perché pone fine all'annosa pratica delle proroghe biennali, riconosce diritti esistenti e favorisce nuovi ingressi in ruolo di magistrati onorari e giudici di pace che in questi anni sono stati decisivi per il funzionamento della giustizia e per evitare ulteriori criticità. Così come, va ricordato, sono stati decisivi, su altri piani, i tirocinanti della giustizia che ora potranno accedere ai ranghi della pubblica amministrazione solo dietro una prova concorsuale.
  Nell'attuazione della delega, ci permettiamo di suggerire, riteniamo, però, giusto declinare quei principi cercando di dare risposte serie ai temi della disciplina retributiva, del regime previdenziale, tenendo conto anche di quelli che sono e saranno gli orientamenti delle istituzioni europee che si stanno occupando della materia. Va bene la linea del dialogo, perché è quella giusta, che ha caratterizzato, del resto, tutto il suo mandato da Ministro lì a via Arenula, e perché bisogna dialogare con tutte le componenti. È questa la strada, non è quella della demagogia che porta spesso a sostenere contemporaneamente certe cause e il loro contrario. È quella dell'impegno, unito a serietà, per soluzioni che siano, come in questo caso, davvero possibili e davvero praticabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).