23/02/2016
Lia Quartapelle Procopio
Garavini, Chaouki, Zampa, Nicoletti, Andrea Romano, Martella, Cinzia Maria Fontana, Bini.
3-02050

Per sapere – premesso che: 
gli Stati Uniti e la Russia hanno concordato una bozza di accordo che chiede la cessazione delle ostilità in Siria, a partire da sabato 27 febbraio 2016, tra il regime e i gruppi ribelli che annunceranno di accettare l'accordo con l'eccezione dello Stato Islamico e il fronte al-Nusra e proprio per colpire questi due gruppi terroristici ci sarà l'istituzione di un «gruppo di lavoro» per individuare le zone da bombardare; 
le parti in causa del conflitto siriano dovranno indicare la loro accettazione dei termini dell'accordo entro mezzogiorno di venerdì 26 febbraio 2016 e il cessate il fuoco sarà quindi valido solo con quei gruppi ribelli dell'opposizione che accetteranno l'accordo; 
per il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, l'intesa Usa-Russia è «un segnale di speranza» per la Siria che, se rispettato, rappresenterà un importante passo in avanti verso l'attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza di dicembre 2015; 
tale accordo dimostra l'impegno del gruppo internazionale di sostegno sulla Siria a cercare una riduzione immediata della violenza come passo verso un cessate il fuoco più stabile, che resta una condizione imprescindibile per la ripresa dei negoziati politici; 
il Presidente siriano Bashar Assad ha convocato le elezioni legislative per il 13 aprile 2016 inserendo nell'elenco delle province al voto tutta la Siria, anche le parti sotto controllo di Daesh, come Raqaa, e quelle di altri formazioni anti-Assad; 
la guerra siriana si avvia verso il suo sesto anno ed ha già causato circa mezzo milione di morti, più di 12 milioni di siriani (più della metà dell'intera popolazione) sono stati colpiti dal conflitto e in estremo bisogno di aiuto; ha inoltre generato una delle più gravi crisi umanitarie della storia, costringendo 4,6 milioni di siriani a cercare riparo all'esterno, soprattutto in Giordania, Libano, Turchia, Iraq ed Egitto e altre centinaia di migliaia hanno provato in questi anni a raggiungere l'Europa, pagando a volte al prezzo della vita il pericolo di una traversata del Mediterraneo; 
il 3 febbraio 2016 si è riunito a Roma, su invito del Ministro interrogato, lo «Small Group della Coalizione Globale anti Daesh» per fare un bilancio del lavoro della Coalizione e per accelerare gli sforzi collettivi per indebolire e sconfiggere definitivamente Daesh; nel corso della riunione è stato riconosciuto l'impegno e il ruolo dell'Italia nel contrasto al sedicente stato islamico sia in termini di uomini che finanziari, in particolare nei teatri di crisi del Mediterraneo; 
il 4 febbraio 2016 il Ministro interrogato ha partecipato alla Conferenza dei Paesi donatori per la Siria «Supporting Syria and the region», che si riunisce allo scopo di raccogliere ulteriori fondi per fronteggiare la gravissima crisi umanitaria in corso, ma anche avviare programmi di medio-lungo periodo rivolti alla ripresa economica dei Paesi della regione; 
in tale occasione il Ministro interrogato ha affermato che «l'Italia metterà sul tavolo degli aiuti 400 milioni di dollari, 150 milioni a dono, 200 milioni di prestiti soft loans e 50 milioni di cancellazione del debito per i Paesi limitrofi, Giordania e Libano»; 
l'Onu ha previsto per il 2016 una richiesta complessiva pari a quasi 9 miliardi di dollari, di cui 3,2 per interventi in Siria e 5,8 per i Paesi della regione che ospitano il maggior numero di rifugiati, quali, ad esempio, il Libano, il Paese che ospita il maggior numero di rifugiati pro capite al mondo, dove il Governo ha interrotto la registrazione, da parte dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati, dei nuovi arrivati e ha introdotto nuove norme che hanno reso più difficile il rinnovo del permesso di soggiorno creando serie e preoccupanti condizioni di pericoli ai rifugiati –: 
quale sia la valutazione del Governo dell'accordo di tregua proposto da Usa e Russia e come intenda contribuire, a livello sia europeo che internazionale, per rafforzare l'iniziativa internazionale contro il sedicente stato islamico e per la ripresa dei negoziati politici in Siria.

Seduta del 24 febbraio 2016

Illustra Lia Quartapelle Procopio, risponde Paolo Gentiloni Silveri, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, replica Laura Garavini

Illustrazione

Grazie, Presidente, colleghi. Un segnale di speranza: così è stato definito da Ban Ki-moon la proposta di accordo tra Russia e Stati Uniti per un cessate il fuoco in vigore da sabato sulla Siria. Sarebbe un segnale di speranza per un conflitto, quello siriano, che dura da sei anni, ha fatto mezzo milione di morti e 12 milioni di profughi. È un'iniziativa che segue l'incontro dello small groop sulla Siria di Roma, la Conferenza dei donatori di Londra, a cui noi abbiamo impegnato 400 milioni di euro, e una crescente pressione internazionale per trovare una soluzione ed affrontare il dramma siriano. 
Anche alla luce del continuo impegno italiano, chiediamo a lei, Ministro, una valutazione sulla proposta di accordo di tregua, e quale contributo pensiamo di dare per rafforzare l'iniziativa. Le chiediamo, appunto, qual è la valutazione sulla proposta di accordo di tregua e quale contributo pensiamo di dare per rafforzare l'iniziativa europea internazionale contro Daesh e per la pacificazione in Siria. 

Risposta del governo

Ringrazio l'onorevole Quartapelle. Certamente, la proposta di Russia e Stati Uniti è un passo – come lei diceva, onorevole – che apre una speranza, un passo che viene compiuto da Stati Uniti e Russia – non è che siamo tornati alle due superpotenze – nella qualità di copresidenti di questo gruppo di sostegno alla Siria, che è un gruppo di diciotto Paesi di cui l'Italia fa parte e che ha ottenuto, in una lunghissima riunione di otto ore a Monaco, in Germania, qualche giorno fa, un'intesa su due punti. Il primo è quello finalmente di dare spazio all'accesso umanitario alle zone sotto assedio in quel Paese: su questo punto qualche risultato è stato raggiunto, ma purtroppo a singhiozzo, nel senso che qualche giorno vede l'autorizzazione ai convogli umanitari, altri giorni il regime nega questa autorizzazione, al punto che adesso, nei prossimi giorni, si procederà con Air Drops, con lanci aerei organizzati dal PAM, dal Programma alimentare mondiale, anche con il concorso della cooperazione italiana, per arrivare ad alcune zone assediate dove non si riesce ad aprire corridoi umanitari. In secondo luogo, la proposta di far scattare, alla mezzanotte del 26 febbraio, la cessazione delle ostilità. 
È una proposta importante. Il lavoro che stiamo facendo in questi giorni è quello di evitare che le varie parti mettano davanti a questa proposta diverse precondizioni. 
Va bene il cessate il fuoco, ma non può essere praticato verso quel gruppo «x», deve escludere il gruppo «y», in quella zona del Paese non si può attuare: se si comincia con le precondizioni, il rischio è che questa intesa importantissima per dare speranza alla Siria non riesca ad andare avanti. Io credo che il contributo che in questo momento i due gruppi di lavoro, a cui l'Italia partecipa (la task force umanitaria e quella sul cessate il fuoco, che si riuniscono incessantemente a Ginevra), sia la carta fondamentale. Se alla mezzanotte del 26 febbraio avremo almeno l'inizio di questo cessate il fuoco, credo che si aprirà un processo che potrebbe far riconvocare a Staffan De Mistura, ai primi di marzo, i colloqui tra le diverse parti per avviare l'altra parte della soluzione del problema e cioè il processo di transizione, che porti all'uscita di scena di Bashar al-Assad e alla pace. Strada stretta, ma effettivamente strada finalmente aperta alla speranza.

Replica

Grazie, Presidente. Condividiamo e apprezziamo le considerazioni espresse dal Ministro Gentiloni nel suo intervento. Il fatto che Stati Uniti e Russia siano riusciti a ricucire il dialogo e a stilare un accordo, con cui si è pattuito l'inizio del cessate il fuoco in Siria, a partire dalla mezzanotte di sabato prossimo, è motivo di speranza per l'intera comunità internazionale. Certo, si tratta di un primo passo, ma un primo passo di rilievo che può servire a salvare centinaia di migliaia di vite umane, a ripristinare un minimo di vivibilità in terre dilaniate dalla guerra e ad evitare la ripresa di massicce ondate migratorie dalla Siria verso i Paesi limitrofi e anche verso l'Europa. È importante che l'Italia, il Governo italiano, siano in prima linea nel consolidare il fragilissimo processo di tregua in atto, è importante che l'Italia sia impegnata tra i primi 5, 6 Paesi al mondo nel contrasto al Daesh, così come pure è importante che l'Italia abbia potenziato anche l'ammontare di aiuti umanitari rispetto a quanto stanziato l'anno scorso, così come è fondamentale che l'Italia sia presente anche per la ripresa dei negoziati politici in Siria, proprio perché siamo convinti che sia, sì, importante un impegno militare contro il terrorismo internazionale, ma che sia necessaria anche una soluzione politica e diplomatica. 
Ecco perché bisogna proseguire, Ministro Gentiloni, con grande tenacia, in questo sforzo diplomatico di cui l'Italia anche si sta rendendo artefice, proprio al fine di facilitare l'effettiva e duratura interruzione dei bombardamenti e di consentire il rifornimento di quegli umanitari, di cui lei stesso diceva; c’è il rischio che procedano ancora soltanto a singhiozzo, dove invece è necessario che avvengano in modo costante e duraturo, perché solo il consolidamento di un vero processo di pace può evitare conseguenze destabilizzanti, non soltanto per l'area, ma anche per la stessa Europa.