17/10/2023
Chiara Braga
SCHLEIN, PROVENZANO, AMENDOLA, BOLDRINI, BONAFÈ, CASU, CIANI, DE LUCA, DE MARIA, FERRARI, FORNARO, GHIO, MORASSUT, PORTA, QUARTAPELLE PROCOPIO, TONI RICCIARDI e ROGGIANI
3-00745

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   si ribadisce la più ferma condanna per l'attacco terroristico e indiscriminato di Hamas;

   si riconosce il diritto di Israele di esistere e di difendersi nel pieno rispetto del diritto internazionale e umanitario;

   la situazione umanitaria a Gaza è catastrofica e Israele ha ordinato l'evacuazione di 1,1 milioni di civili palestinesi dalla Striscia;

   il segretario Onu, Guterres, ha chiesto nuovamente ad Hamas di rilasciare gli ostaggi senza precondizioni, ma ha anche dichiarato che «spostare più di un milione di persone attraverso una zona di guerra densamente popolata verso un luogo senza cibo, acqua o alloggio, quando l'intero territorio è sotto assedio, è estremamente pericoloso – e in alcuni casi semplicemente impossibile (...) anche le guerre hanno delle regole. Il diritto internazionale umanitario e il diritto dei diritti umani devono essere rispettati e sostenuti»;

   anche l'Alto rappresentante dell'Unione europea, Borrell, ha detto che «il piano di evacuazione di Israele è assolutamente impossibile da attuare»;

   il valico di Rafah, l'unico non controllato da Israele, è ancora bloccato e sono fermi migliaia di aiuti umanitari;

   il Ministro interrogato ha dichiarato che si spera «di far uscire dalla Striscia i 10-12 italiani che vivevano qui»;

   in una nota i Governi dell'Unione europea ribadiscono «con la massima fermezza» la condanna ad Hamas, ma avvertono anche il Governo di Netanyahu «di garantire, in ogni momento, la protezione di tutti i civili in linea con il diritto internazionale umanitario» e di evitare «un'escalation regionale»;

   la Commissione europea aumenterà di 50 milioni di euro gli aiuti umanitari per Gaza, ribadendo che l'Unione europea continuerà «la nostra stretta collaborazione con le Nazioni Unite per garantire che questi aiuti raggiungano coloro che ne hanno bisogno a Gaza»;

   gli interroganti ribadiscono la richiesta al Governo di favorire ogni iniziativa utile volta a rilasciare gli ostaggi senza condizioni, fermare l'escalation militare e promuovere la ripresa del processo di pace in Medio Oriente verso la soluzione politica dei «due popoli e due Stati», con il pieno riconoscimento di Israele e Palestina ad esistere e convivere in sicurezza –:

   quali iniziative stia intraprendendo nei consessi internazionali per sostenere con forza l'importanza della fornitura di aiuti umanitari urgenti all'interno della Striscia e l'apertura immediata di corridoi umanitari per la salvaguardia dei civili a Gaza, nonché la previsione di «safe zones» per i civili, incluse scuole, ospedali e altre strutture di uso pubblico, nel pieno rispetto dei princìpi del diritto internazionale umanitario e anche per garantire l'incolumità dei cittadini e dei nostri cooperanti e ristabilire le loro condizioni di operatività.

Seduta del 18 ottobre 2023

Illustrazione di Giuseppe Provenzano, risposta del Ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale, replica di Giuseppe Provenzano

GIUSEPPE PROVENZANO, Grazie, Presidente. Signor Ministro, la strage di civili all'ospedale Al-Ahly di Gaza impone a questo Parlamento un messaggio forte e unitario di solidarietà al popolo palestinese e a chi lo rappresenta che, ricordiamolo, non sono i terroristi di Hamas, che tutti insieme abbiamo condannato con la massima fermezza. Di fronte a uno dei più orribili crimini di guerra che si ricordi, bisogna fare chiarezza, accertare responsabilità, perseguire i colpevoli. La prima vittima delle guerre, si sa, è la verità, ma mai come in questo caso il mondo non può permetterselo, perché è la scintilla che rischia di far esplodere tutto il mondo arabo, a partire da quella Cisgiordania che, ricordiamolo, non aveva risposto al folle appello di Hamas. Ma la catastrofe umanitaria nella Striscia di Gaza è in corso da giorni, da prima della strage dell'ospedale, e merita la stessa attenzione di questo Parlamento che ha pianto insieme le oltre 1.400 vittime israeliane e gli oltre 4.000 feriti di Israele e che vive con angoscia il destino degli oltre 200 ostaggi, perché le vittime innocenti palestinesi non valgono di meno, se valgono ancora ragione, diritto e umanità.

L'assedio e i bombardamenti hanno causato un bilancio di oltre 3.000 vittime, in crescita, peraltro, circa 12.500 feriti, di cui la metà è minorenne, molti bambini; si muore di fame, di sete, dentro le case, le chiese e le moschee; sono stati colpiti i campi, sono stati colpiti molti ospedali, ormai sono tutti al collasso, ci sono 50.000 donne incinte a rischio; sono state colpite le scuole, 20 dell'UNRWA; 14 membri dello staff delle Nazioni Unite sono stati uccisi, si contano più di trenta vittime tra il personale umanitario e dopo l'ordine di evacuazione impossibile gli sfollati sono un milione, l'assedio continua, il valico di Rafah è chiuso...

Concludo. Tutto questo in violazione del diritto internazionale umanitario. Abbiamo apprezzato il suo - e sottolineo “suo” - sforzo diplomatico di queste ore, ma oggi le chiediamo una risposta urgente sulla situazione umanitaria, sulle iniziative per riaprire i corridoi, per fornire acqua, cibo, medicine, elettricità, rendere le scuole, gli ospedali “safe zone”, garantire l'incolumità e l'operatività dei nostri cooperanti e delle organizzazioni internazionali, perché le testimonianze ci dicono che oggi fornire aiuti a Gaza è praticamente impossibile.

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Signor Presidente, la strage dell'ospedale di Gaza è motivo di sgomento e di dolore e ricordo a tutti noi che, anche in un conflitto, la protezione dei civili è la priorità assoluta, come ha sottolineato ieri a nome del Governo, e ha ribadito stamane, il Presidente del Consiglio.

Non dobbiamo, però, rassegnarci alla spirale di violenza, mentre le piazze si infiammano e c'è ancora più bisogno di diplomazia. La settimana scorsa ho ribadito in quest'Aula la solidarietà a Israele e la condanna di Hamas, ho illustrato l'azione del Governo per rimpatriare gli italiani, salvare gli ostaggi, evitare un allargamento del conflitto e consentire corridoi e aiuti umanitari. Questa azione continua senza sosta, con il sostegno di tutto il Parlamento. La nostra priorità, oggi, è evacuare gli italiani da Gaza e, lo ripeto, liberare gli ostaggi: ce ne sono ancora due italiani, almeno così pare, dopo la morte di uno dei tre.

Con il Presidente del Consiglio siamo in contatto costante con i partner dell'Unione europea, del G7 e della regione. Ho visitato, con il Ministro degli Esteri israeliano Cohen, i luoghi dei massacri. Rinnovo insieme a tutti voi le condoglianze ai familiari dell'italo-israeliano Eviatar Moshe Kipnis, vittima come tanti altri dell'eccidio del kibbutz di Be'eri. Il racconto dei sopravvissuti e le immagini indicibili del vilipendio dei cadaveri ci hanno riportato agli orrori dei nazisti e dell'ISIS.

Nessuno può negare a Israele il diritto di esistere e difendersi, naturalmente nel rispetto del diritto internazionale umanitario, come hanno sottolineato i leader europei nella dichiarazione a 27 di domenica. I terroristi di Hamas non rappresentano il popolo palestinese e il popolo palestinese non deve pagare il prezzo delle barbarie di Hamas, che troppo spesso lo usa come scudo per coprire le proprie basi. Dobbiamo evitare contemporaneamente una crisi umanitaria a Gaza e ridurre l'impatto della guerra sulla popolazione.

Al collega israeliano ho sottolineato la necessità di corridoi e aiuti per i civili. Ne ho parlato anche a Il Cairo e ad Amman con i leader di Egitto, Giordania e Lega araba e ieri con il Primo Ministro qatarino Al Thani, con cui lavoriamo intensamente per la de-escalation e, in modo particolare, per la liberazione degli ostaggi. L'obiettivo degli incontri…

Mi conceda, signor Presidente, un minuto, perché l'argomento è talmente delicato e complicato…

La ringrazio. L'obiettivo degli incontri e dei numerosi altri contatti di questi giorni - Tunisia, Marocco, Algeria, Emirati, Arabia Saudita e Turchia - è rafforzare una posizione moderata e costruttiva dei Paesi arabi e musulmani, isolare Hamas e dissociarla dalla causa palestinese. Venerdì sarò a Tunisi, città simbolo dato che è stata per tanti anni siede dell'OLP, per continuare questa azione di pace a favore della de-escalation. È urgente, però, raggiungere un accordo per l'ingresso degli aiuti, l'evacuazione degli stranieri da Gaza e la creazione di zone sicure nel Sud della Striscia. Mi auguro che i colloqui tra Egitto, Israele e le parti coinvolte possano arrivare a buon fine. Noi sosteniamo tutte le iniziative che possono portare a una soluzione positiva. Definite le condizioni operative, l'Italia farà la sua parte per alleviare le sofferenze dei civili. Stiamo valutando ulteriori sostegni tramite le organizzazioni internazionali presenti sul terreno. Contenimento del conflitto e aiuti umanitari sono essenziali per rilanciare un orizzonte politico con le legittime autorità palestinesi. Dobbiamo mantenere viva, infatti, la prospettiva di un dialogo futuro per una pace giusta. Certamente sarà difficile, ma non dobbiamo rinunciare al principio dei due popoli due Stati, perché quella è l'unica soluzione in prospettiva per ridare pace a quel territorio martoriato.

GIUSEPPE PROVENZANO, Ministro, noi apprezziamo le sue parole e le chiediamo uno sforzo in più sulla cooperazione e sull'aiuto alla cooperazione. In questo momento il Medio Oriente può diventare il detonatore di un'ondata di violenza e di terrore che mette a rischio la stessa sicurezza degli ebrei, dei palestinesi e anche la nostra. Ecco perché è giusto tempo di ragione, di politica e di diritto. Noi chiediamo all'Italia di essere all'altezza della sua storia. Per questo vogliamo che si moltiplichino tutti gli sforzi diplomatici e mettiamo a disposizione tutta la nostra forza e le nostre relazioni internazionali anche a lei, nel suo sforzo e nel suo lavoro, che deve essere finalizzato a fermare l'escalation e a riaprire, per quanto lontana possa apparire in questo momento, la prospettiva politica dei due popoli due Stati, che è l'unica soluzione possibile mai così necessaria. Israele, Ministro, ha diritto di esistere e di difendersi - lo ribadiamo anche noi - contro chi vuole distruggerla. Questo non deve accadere mai più e dobbiamo tenere alta l'attenzione sull'antisemitismo, ma, come ha detto anche lei (diciamolo con forza), questo diritto si esercita nel pieno rispetto del diritto internazionale e umanitario, perché bisogna colpire i terroristi di Hamas ma non punire collettivamente i palestinesi, che hanno lo stesso diritto a esistere. L'appello alla legge internazionale e umanitaria in questo Parlamento deve risuonare allo stesso modo forte e inequivocabile, perché i crimini di guerra vanno sempre denunciati e condannati, perché il diritto internazionale deve valere sempre. Oggi noi condanniamo la Russia per l'attacco terroristico di stanotte a Zaporizhzhia, ma se noi vogliamo salvare la credibilità dei nostri principi, dal sostegno all'Ucraina alla condanna all'Iran, non possiamo, in Medio Oriente, reiterare doppi standard e doppie morali, perché gli standard della democrazia e del diritto non sono mai la morte indiscriminata. La morale dell'umanità è una sola: nessuna barbarie giustifica altra barbarie e c'è un confine invalicabile, Ministro, tra la giustizia e la vendetta e noi su quel confine dobbiamo stare e dobbiamo presidiarlo sempre, perché è da lì che passa la nostra civiltà.