06/05/2014
Enzo Amendola
Speranza, Manciulli, Quartapelle Procopio, Berlinghieri, Bray, Cassano, Chaouki, Cimbro, Gianni Farina, Fedi, Garavini, Gentiloni Silveri, Kyenge, La Marca, Monaco, Nicoletti, Porta, Rigoni, Tidei, Martella, Rosato e De Maria.
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Per sapere – premesso che: 
   nell'ultima settimana la situazione nel sudest dell'Ucraina è sempre più fuori controllo e la drammatica escalationdella violenza ha visto episodi di vera e propria guerra civile; si fanno più cruenti gli scontri armati tra i filorussi, che occupano la città di Sloviansk, e le forze armate di Kiev e, secondo il Ministero degli interni ucraino, ci sarebbero vittime anche tra i civili. Il Ministero accusa, inoltre, i ribelli di usare la popolazione come «scudi umani» e, citando testimonianze, di dar fuoco alle case; 
   il 2 maggio 2014 ad Odessa, nel sud dell'Ucraina, durante gli scontri tra nazionalisti ucraini e separatisti, è stato appiccato il fuoco nella sede dei sindacati ed hanno perso la vita quasi 50 persone, in seguito un gruppo di separatisti filorussi ha preso d'assalto il commissariato e ha costretto le autorità a liberare circa 60 attivisti arrestati in merito ai suddetti scontri; 
   il Presidente ad interim ucraino, Oleksandr Turcinov, ha dichiarato ai microfoni della televisione ucraina 5 TV che la Russia «è in guerra» con il suo Paese e che il sostegno russo ai separatisti nell'est del Paese è «un problema colossale»; 
   il 25 aprile 2014 sette osservatori dell'Osce e 4 militari ucraini che li accompagnavano sono stati rapiti dai separatisti filorussi a Sloviansk nell'Ucraina orientale e sono stati rilasciati solo 8 giorni dopo; 
   secondo il Ministero della difesa ucraino, nei giorni scorsi, a Sloviansk sono stati abbattuti due elicotteri Mi-24con l'aiuto di un complesso portatile per la difesa aerea e si sono registrati un pilota morto e dei feriti; 
   il 2 maggio 2014 il Presidente americano, Barack Obama, nel corso della conferenza stampa alla Casa Bianca con la cancelliera tedesca Angela Merkel, ha dichiarato che gli «Stati Uniti e Germania sono uniti contro le azioni illegali della Russia in Ucraina e determinati a coordinare le proprie azioni, comprese le sanzioni contro Mosca. Siamo pronti a nuovi passi se la Russia continua con la sua invasione» dell'Ucraina e la stessa Merkel ha avvertito che «se la situazione in Ucraina non si stabilizza nuove sanzioni contro la Russia saranno inevitabili»; 
   il 5 maggio 2014 la Russia, in una nota del Ministero degli esteri, ha lanciato un nuovo appello alle autorità di Kiev affinché si fermino gli scontri nelle regioni orientali dell'Ucraina, si ritirino le truppe e si apra un negoziato; poiché se non si ferma l’escalation di violenza, il conflitto «minaccerà» la pace in tutta Europa. In un comunicato, il Ministero degli esteri russo ha paventato un'imminente «catastrofe umanitaria» nelle «città dell'est bloccate» dall'esercito ucraino, dove «si constata l'inizio di una penuria di medicinali e l'interruzione della fornitura di alimenti»; 
   secondo notizie delle ultime ore, parrebbe che la Camera pubblica russa – organo consultivo della Duma che riunisce rappresentanti della società civile – intende appellarsi all'Onu e al Consiglio d'Europa per proporre il rinvio delle elezioni in Ucraina, previste per il 25 maggio 2014. Già il Cremlino, tramite il portavoce Dmitri Peskov, aveva definito «assurdo parlare di elezioni» dopo l'avvio dell'offensiva governativa nell'est dell'Ucraina; 
   il 5 e 6 maggio 2014 si è tenuto a Roma il «G7 energia», con all'ordine del giorno la necessità dell'Europa di accelerare l'integrazione in ambito energetico; Mosca, infatti, garantisce il 30 per cento dei consumi di gas europei, oltre la metà dei quali transitano attraverso il territorio ucraino; 
   il New York Times ha fatto una valutazione complessiva sulla dipendenza energetica, dalla quale emerge che Slovacchia, Lituania e Polonia sono i Paesi membri potenzialmente più esposti ad uno shock energetico causato dall'interruzione delle importazioni dalla Russia. L'Italia rimane nella parte bassa, con il 28 per cento, ai livelli della Germania (30 per cento) e poco sopra la Francia (17 per cento). Nel complesso, il 42 per cento del fabbisogno energetico dell'Unione europea dipende dalla Russia; 
   inoltre, oltre al settore energetico, l'Unione europea è il primo partner commerciale per Mosca e la Russia è il terzo partner per l'Unione europea –: 
   quali siano i passi che il Governo italiano intende compiere per concorrere a bloccare l’escalation di scontri e violenze in Ucraina, per scongiurare un ulteriore inasprimento delle condizioni sul terreno e per assicurare una piena implementazione degli accordi di Ginevra.

Seduta del 7 maggio 2014

Illustrazione Lia Quartapelle Procopio, risposta del Ministro degli Affari Esteri Federica Mogherini, replica Vincenzo Amendola

Illustrazione

Lia Quartapelle Procopio: Signor Presidente, come lei sa bene e come è chiaro dalla lettura delle pagine dei giornali di tutto il mondo, la situazione in Ucraina diventa ogni giorno più preoccupante; ci sono notizie quotidiane di scontri e di morti, c’è stato il rapimento di sette osservatori OSCE e nel sud-est del Paese vi sono stati episodi di vera e propria guerra civile. Una soluzione negoziale appare estremamente difficile; il Presidente ucraino ad interim ha dichiarato che la Russia è in guerra con il suo Paese, mentre dal lato russo si moltiplicano le dichiarazioni contro le elezioni del 25 maggio. 
  I Paesi del G7 stanno coordinando le proprie azioni, sia in termini di sanzioni che relativamente alle politiche energetiche, come è avvenuto a Roma il 5 e il 6 maggio scorsi, nel corso del «G7 energia». Merkel e Obama, nell'incontro di Washington, hanno inoltre dichiarato che se non si stabilizzasse a breve l'Ucraina, nuove sanzioni contro la Russia saranno inevitabili. 
  Le chiediamo, quindi, in questo scenario, quali siano i passi che il nostro Governo intende compiere per concorrere a bloccare l’escalation in Ucraina, per evitare un peggioramento sul terreno e per assicurare una piena implementazione degli accordi di Ginevra.

Risposta del Governo

 Ministro degli affari esteri. Signor Presidente, riprendo con la seconda parte del ragionamento. Ho già fatto riferimento alle conversazioni e agli incontri che ho avuto in questi giorni e che continuerò ad avere in queste ore, sottolineando il fatto che è fondamentale che la comunità internazionale diriga i propri sforzi nella stessa direzione, perché questo li rende effettivamente fruttuosi. Il dialogo è difficilissimo, la soluzione politica è difficilissima; l'unico modo che abbiamo per provare a dargli una possibilità è che tutti lavorino e spingano nella stessa direzione. 
  Ci sono tre questioni che penso di poter utilmente sottolineare in modo puntuale. La prima è il sostegno al processo di riforma costituzionale nel Paese, in Ucraina. È un processo che va, e deve andare, di pari passo al processo elettorale; è un processo che sta subendo qualche ritardo, anche se le autorità di Kiev continuano a rassicurarci sulla loro volontà di procedere sia in modo inclusivo, e quindi cercando di coinvolgere le diverse parti della società ucraina, sia nell'esito che deve vedere riconosciuto il pieno diritto di tutti i cittadini ucraini e le autonomie locali con formule di decentramento che starà ovviamente agli ucraini stessi valutare e decidere, ma nel quale processo crediamo che possano avere un ruolo le organizzazioni internazionali. Facevo riferimento prima, per esempio, al Consiglio d'Europa. La Commissione di Venezia del Consiglio di Europa, per esempio, potrebbe svolgere un utile lavoro di accompagnamento di queste riforme istituzionali necessarie al Paese. 
  La seconda questione, altrettanto fondamentale, è il processo elettorale. Come sapete sono indette le elezioni presidenziali per il 25 maggio ed è chiaro che servirà un cessate il fuoco, una cessazione delle ostilità sul terreno perché queste si possano svolgere in modo sereno; capisco che sembrano tutti eufemismi, in quest'Aula stiamo ragionando di quello che dobbiamo provare a costruire e che oggi non c’è, però non abbiamo altra strada che perseguire tenacemente i nostri obiettivi. Crediamo, e ne stiamo discutendo in questi giorni, in queste ore, che alle elezioni presidenziali debbano poi seguire anche elezioni parlamentari, per dare piena legittimità anche ad un organo che è chiamato a riformare il Paese profondamente. 
  Come dicevo prima, in questo crediamo sia fondamentale il ruolo che l'OSCE può avere come organizzazione internazionale deputata, in quanto vede anche la partecipazione a pieno titolo della Federazione russa a svolgere un ruolo positivo sul terreno di prevenzione di un ulteriore aggravarsi della situazione sul terreno e di facilitazione del dialogo. Il dialogo è difficilissimo; è chiaro che, parallelamente, continua anche la strada, da una parte, del ragionamento sugli approvvigionamenti energetici, non soltanto dell'Unione europea ma anche dell'Ucraina stessa che è il primo Paese a dipendere interamente dal gas russo, e la strada, anche, dell'elaborazione delle sanzioni. 
  Come sapete, lunedì prossimo ci sarà un Consiglio affari esteri a Bruxelles che discuterà a valle – speriamo – di qualche sviluppo positivo che penso possa esserci nei prossimi giorni, in questi giorni – è molto difficile ma lavoriamo per questo –, ed eventualmente ragionerà anche su ulteriori passaggi sanzionatori rispetto a singoli individui che sono o sono stati ritenuti responsabili di azioni di destabilizzazione in territorio ucraino da parte della Federazione russa.

Replica

Vincenzo Amendola: Signor Presidente, signora Ministro, noi non solo siamo soddisfatti delle risposte che sta dando qui in Aula, ma anche del lavoro di confronto, di dialogo e di approfondimento con il Parlamento, con la Commissione esteri. Lei si è trovata, insieme al Governo appena eletto, erede anche di una condizione complicata: la prima grande crisi del multipolarismo lungo l'asse Europa-Russia-Stati Uniti. Si è trovata anche erede di un'Europa che ha fallito, perché durante la presidenza Yanukovych si poteva fare di più per tenere uno spiraglio di dialogo e di apertura. Quindi, siamo soddisfatti della sua risposta, ma anche dell'operato del Governo, che si basa su un criterio molto chiaro: fermezza sui principi del diritto internazionale, sui principi dell'accordo di Ginevra siglato, sui principi anche di accordi passati come quello interno ed esterno che sancì i confini dell'Ucraina e grande apertura negoziale per trovare una soluzione politica. Infatti, sappiamo bene che gli attori interni ed esterni al Paese ucraino sono parte non solo di un conflitto possibile, di un’escalation, come dicevano altri colleghi, ma parte di una soluzione. 
  Per questo chiediamo al Governo di andare avanti lungo questo principio, sapendo che la tregua è necessaria, ma sono necessarie le elezioni presidenziali e poi quelle politiche, per ricostruire anche internamente tra le forze di maggioranza e facendo rispettare un accordo che possa portare al disarmo di parti armate che non sembrano degli sprovveduti, viste anche le immagini di attacchi ai militari che queste bande stanno producendo nell'est del Paese. 
  Per questo, caro Ministro – e concludo –, anche il Parlamento deve fare la sua parte nel sostenere unitariamente un'azione difficile del Governo, perché ci troviamo di fronte ad una crisi complessa e con esiti ancora incerti, ma anche per portare un segnale di pace. L'abbiamo detto al segretario generale dell'OSCE, Zannier, che anche i parlamentari che siedono qui saranno protagonisti di un'operazione insieme si civili e ai militari dell'OSCE, per far sì che le elezioni si svolgano non solo regolarmente, ma che il dialogo interno ed esterno continui verso una soluzione che possa facilitare l'uscita dalla crisi.