18/09/2018
Giuditta Pini
DE FILIPPO, GRIBAUDO, CARNEVALI, CAMPANA, UBALDO PAGANO, RIZZO NERVO, SCHIRÒ, SIANI, ENRICO BORGHI e FIANO.
3-00179

Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nell'aprile del 2017 a Milano si è verificata la prima overdose certificata di fentanyl che ha ucciso un uomo di 39 anni. Questa sostanza è un oppioide sintetico nato negli anni ’60, usato come antidolorifico in ambiente clinico per i malati terminali o per chi soffre di gravi patologie ed è dalle 50 alle 100 volte più potente della morfina. Anche una minima dose può essere letale;

   si è diffuso come droga a partire dagli Stati Uniti dove la US drug enforcement administration ha lanciato negli ultimi anni diversi allarmi. In America la crisi degli oppiacei è stata dichiarata emergenza sanitaria nazionale nell'ottobre 2017. Solo nel 2017 il 60 per cento dei decessi per overdose negli Usa sono stati causati dal fentalyn, tant'è che la polizia ha ormai l'obbligo di portare dietro uno spray nasale a base di naloxone, un antidoto alla sostanza;

   la dipendenza da analgesici avrebbe fatto impennare anche il numero di nascite di bambini con astinenza neonatale;

   in Europa la prima allerta sul fentanyl lanciata dall'Osservatorio europeo su droghe e tossicodipendenze è del 2013;

   l'Istituto superiore di sanità ha avuto solo il 5 settembre 2018 il report relativo al caso di overdose di Milano. Ma le cause del decesso erano note già da mesi, come testimonia un articolo scientifico scritto il 18 giugno 2018, con analisi effettuate all'Università di Milano, e pubblicato sulla rivista Dta. Per questo ritardo, solo dal 12 settembre 2018, per conto del dipartimento antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, l'Istituto superiore di sanità ha lanciato l'allerta di livello 3, il massimo, per avvisare chi si occupa per motivi professionali di droghe, riguardo a condizioni di rischio di gravi danni della salute;

   nel nostro Paese, unico in Europa, è proibito fare informazione e pubblicità — anche via web – agli utenti riguardo alla diffusione e alla pericolosità delle sostanze stupefacenti, in particolare per quello che riguarda le nuove sostanze. In Italia è ancora vietata anche la pubblicità, anche via web, degli allarmi che raggiungono operatori sanitari e forze di polizia –:

   se non si ritenga opportuno cambiare il sistema di allerta, visto che una corretta informazione potrebbe salvate numerose vite umane, soprattutto i più giovani, e favorire la prevenzione.

Seduta del 19 settembre 2018

Illustrazione di Luca Rizzo Nervo,  risposta del governo di Giulia Grillo, Ministro della Salute, replica di Giuditta Pini.

Illustrazione

Grazie, Presidente. Mi risulta che l'interrogazione fosse rivolta al ministro Fontana che in questo momento non vedo in Aula e le chiedo se corrisponda anche a lei questa informazione. Bene, siamo ovviamente ugualmente contenti che ci risponda il Governo, attraverso il Ministro Grillo. Le chiedo di recuperare questi pochi secondi.

Grazie, Presidente. Signor Ministro, nell'aprile 2017 a Milano si è verificata la prima overdose certificata di fentanyl che ha ucciso un uomo di trentanove anni. Questa sostanza è un oppioide sintetico, nato negli anni Sessanta ed usato come antidolorifico in ambiente clinico ed è dalle 50 alle 100 volte più potente della morfina. Conseguentemente, anche una minima dose, se non sotto stretta sorveglianza medica, può essere letale. In Europa, la prima allerta sul fentanyl è stata lanciata dall'Osservatorio europeo sulle droghe nel 2013. L'Istituto superiore della sanità ha avuto, solo il 5 settembre 2018, il report relativo al caso di overdose di Milano.

Nel nostro Paese, unico in Europa, è proibito dare informazioni e pubblicità riguardo alla diffusione e alla pericolosità delle sostanze stupefacenti se non agli operatori sanitari e a quelli delle forze dell'ordine, quindi, è impossibile informare, con campagne dedicate, persone e ragazzi che possono venire in contatto senza conoscerne la pericolosità, quindi non possono venire in contatto della pericolosità. Allora, la domanda che le poniamo - e chiudo - anche in virtù di una situazione che non ha eguali in Europa è se lei non ritenga opportuno cambiare il sistema di allerta, allargandolo anche ai cittadini e consentendo un'informazione puntuale e tempestiva ai potenziali consumatori, cosa che potrebbe salvare numerose vite umane, soprattutto più giovani, e favorire la prevenzione.

Risposta del governo

n via preliminare, voglio ricordare che il Sistema nazionale di allerta precoce e risposta rapida per le droghe, SNAP, è stato attivato in Italia in ottemperanza alla decisione del Consiglio europeo 2005 del 10 maggio 2005. I relativi meccanismi, dunque, tendono a una sostanziale uniformità a livello europeo, essendo comune a tutti gli Stati membri l'esigenza di segnalare, in modo tempestivo, la comparsa di nuove sostanze psicoattive che costituiscono potenziale rischio per la salute dei cittadini.

Il triste caso segnalato dagli onorevoli interroganti evidenzia, sì, un notevole scarto di tempo dal momento del decesso, aprile 2017, e l'attivazione del sistema di allarme, di allerta, scusate, 12 settembre 2018, ma si deve tuttavia precisare che il sistema di allerta si è attivato immediatamente dopo avere ricevuto il report del caso da parte della tossicologia forense di Milano, giunto, appunto, il 5 settembre 2018. A prescindere dall'attivazione dell'allerta, desidero comunque informare che già prima del caso in parola lo SNAP aveva diramato numerose informative e/o allerte, per la precisazione 14, nel biennio 2016-2018, proprio con riferimento alla pericolosità del fentanyl. In tali informative veniva esplicitamente raccomandato di prestare particolare attenzione alle intossicazioni correlabili alle assunzioni di fentanyl e derivati, nonché di attivare le eventuali misure preventive del caso, anche informando gli operatori in contatto con i potenziali assuntori. Inoltre, si aggiungeva che qualora fossero state osservate intossicazioni acute, associate o associabili all'assunzione di fentanyl e derivati si rendeva opportuno conservare aliquote di campioni biologici dei soggetti prelevati nell'immediatezza del ricovero, per approfondimenti tossicologici successivi presso laboratori specializzati. Inoltre, pur in assenza di comunicazioni circostanziate sul nostro territorio, già un anno fa, l'8 settembre 2017, lo SNAP allertava tutti i colleghi del network alla massima attenzione e allerta sulla pericolosità di questi oppioidi sintetici come una grave minaccia per la salute pubblica.

Aggiungo che anche l'AIFA, ben prima del caso segnalato, e precisamente nel giugno 2014, ha pubblicato sul proprio portale una nota informativa finalizzata a prevenire il potenziale pericolo di esposizione accidentale di medicinali contenenti fentanyl in formulazione di cerotto transdermico.

Per ciò che concerne il divieto di fare informazione e pubblicità, anche via web, riguardo alla diffusione e alla pericolosità di tali sostanze, devo precisare che esso trova fondamento nell'opinione finora prevalente fra i tecnici e i ricercatori del settore per cui la condivisione di tali informazioni con i consumatori potrebbe avere, specie tra i giovani, un effetto incentivante. Diversi studi hanno tuttavia cercato di sperimentare nuove strategie di prevenzione attraverso l'uso di nuovi canali di comunicazione interattivi usati soprattutto dai giovani, i quali, però, allo stato attuale, non consentono di trarre definitive conclusioni circa l'efficacia di questi eventuali nuovi strumenti.

Concludo, confidando di avere dato assicurazione che, indipendentemente dalla formale attivazione del sistema di allerta, il nostro quadro regolatorio offre una molteplicità di strumenti, orientati alla massima applicazione del principio di precauzione e, pertanto, in grado di assicurare un elevato livello di prevenzione. Ciò non esclude, tuttavia, che tale sistema possa e, anzi, debba essere sottoposto a un ulteriore rafforzamento. A tal riguardo, desidero dare notizia che le ipotesi di perfezionamento del sistema sono già allo studio del competente dipartimento per le politiche antidroga.

Replica

Grazie, Presidente; grazie, Ministro; era proprio per questo ultimo passaggio che avremmo avuto anche il piacere di avere, ovviamente oltre alla risposta del Ministro Grillo, anche quella del Ministro Fontana che, oltre a essere Ministro della famiglia, ha anche la delega sulle droghe, perché nel nostro Paese il problema è questo. Nello scorso anno c'è stato un aumento del 9,7 per cento dei casi di morti da overdose e c'è stato un 30 per cento in più di sequestro di eroina e di oppiacei. Sul fentanyl, è ovvio ed è evidente, Ministro, che in tutta Europa arrivano gli avvisi degli esperti del settore al SerT, ci mancherebbe altro, e già il fatto che l'Istituto superiore di sanità abbia avuto notizia della questione, dopo un decesso avvenuto nell'aprile 2017, solo a settembre 2018 ci fa preoccupare, ma il problema è che noi siamo l'unico Paese in Europa, e non è questione scientifica, è questione di scelta politica, che non informa gli utenti e quando parliamo di utenti, parliamo di persone che hanno accesso ai servizi come i SerT e che hanno, già, un problema di dipendenza.

Informare queste persone, per esempio, come in Olanda, attraverso una app che vi è in giro una sostanza molto pericolosa, come il fentanyl, di cui una dose grande, più o meno, come una pastiglia di aspirina rischia di far andare in overdose addirittura i cavalli, per capire la dimensione e la potenza di questa droga micidiale, quindi non avvisarle fa la differenza tra la vita e la morte.

Lo scegliere di non avvisare gli utenti che purtroppo hanno accesso ai servizi come quelli dei Sert, cioè i più deboli, di questa pericolosa nuova sostanza che è in circolazione, vuol dire anche una presa di posizione molto importante sullo scegliere se avvisare o meno della pericolosità di una sostanza che uccide. Credo, quindi, che, come da lei già preannunciato, se ci sarà questo nuovo aggiornamento dei sistemi di allerta, oltre che magari cercare di creare una migliore assistenza tra gli avvisi dell'Istituto superiore di sanità e le varie tossicologie, sia necessario- necessario! - superare questa follia che impedisce di fare informazione agli utenti che per primi sono i più deboli, e quelli che ovviamente non ricevono gli avvisi da parte dell'Istituto superiore di sanità ma che rischiano tutti i giorni di perdere la vita perché hanno accesso a sostanze che sono pericolose e letali.