24/06/2015
Mara Carocci
Malpezzi, Coscia, Ghizzoni, Rocchi, Coccia, Narduolo, Manzi, Malisani, Ascani, Blazina, Martella, Cinzia Maria Fontana, Bini e Sgambato.
3-01567

Per sapere – premesso che: 

la cronaca quotidiana dei rapporti conflittuali, e finanche violenti, che spesso connotano le relazioni tra i più giovani, impongono di riconsiderare i percorsi formativi offerti dalla scuola, nell'ottica di promuovere il superamento delle discriminazioni, educando le nuove generazioni, lungo tutte le fasi del loro apprendimento scolastico, al rispetto della differenza, dando puntuale attuazione ai principi di pari dignità e non discriminazione di cui agli articoli 3, 4, 29, 37 e 51 della Costituzione; 
a seguito del programma promosso dal Consiglio d'Europa per l'attuazione e l'implementazione della raccomandazione del Comitato dei ministri CM/REC (2010)5, è stata elaborata la strategia nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere finalizzata alla realizzazione di un piano triennale di azioni pilota (2013-2015), integrate e multidisciplinari, volte alla prevenzione e al contrasto delle discriminazioni in tale ambito; 
in allegato alla raccomandazione CM/REC (2010)5, al punto VI-istruzione, si specifica che, tenendo nel debito conto l'interesse superiore del fanciullo, gli Stati membri dovrebbero adottare le misure legislative o di altro tipo appropriate, destinate al personale insegnante e agli allievi, al fine di garantire l'effettivo godimento del diritto all'istruzione, senza discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere; 
ciò comprende, in particolare, il rispetto del diritto dei bambini e dei giovani all'educazione in un ambiente scolastico sicuro, al riparo dalla violenza, dalle angherie, dall'esclusione sociale o da altre forme di trattamenti discriminatori e degradanti legati all'orientamento sessuale o all'identità di genere; 
in particolare, dovrebbero a tale scopo essere adottate misure appropriate a ogni livello per promuovere la tolleranza e il mutuo rispetto a scuola: esse dovrebbero comprendere la comunicazione di informazioni oggettive agli alunni e agli studenti su tali temi, per esempio nei programmi scolastici e nel materiale didattico, nonché fornire informazioni, protezione e sostegno necessari per consentire loro di vivere secondo il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere; 
il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia nel maggio 2012, ha emanato una specifica circolare rivolta a tutti gli istituti scolastici, con la quale si ricorda il ruolo della scuola nella costruzione di una comunità inclusiva che riconosce le differenze e il ruolo di contrasto di ogni forma di discriminazione, compresa l'omofobia, sottolineando, in particolare, come la scuola debba cimentarsi ogni giorno con la costruzione di una comunità inclusiva che riconosce le diversità di ciascuno; 
tuttavia, negli ultimi mesi si registrano una serie di casi molto preoccupanti, di cui hanno dato ampiamente conto anche in questi giorni gli organi di stampa, che segnalano una pericolosa e ingiustificata inversione di tendenza rispetto a tali indicazioni –: 
quali iniziative urgenti stia adottando il Ministro interrogato per garantire l'effettivo godimento del diritto all'istruzione, in linea con la raccomandazione del Comitato dei ministri CM/REC (2010)5, promuovendo e realizzando iniziative volte a sensibilizzare gli studenti sul tema della cultura della differenza, anche al fine di prevenire nelle scuole il bullismo basato sull'omofobia. 

 

Seduta del 25 giugno 2015

Illustra Maria Grazia Rocchi, replica Giannini Stefania, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, risponde Mara Carocci

Illustrazione

Grazie, Presidente, signora Ministra, il tema è analogo a quello affrontato e declinato ovviamente secondo un altro aspetto. 
Leggiamo dalla cronaca quotidiana dei rapporti conflittuali, spesso anche violenti, che connotano il comportamento e le relazioni dei giovani, spesso giovanissimi, e questo ci riporta all'attenzione il tema di un'educazione e di un'attenzione profonda all'educazione all'affettività e soprattutto a quei comportamenti atti a superare nella scuola gli atteggiamenti discriminatori, gli atteggiamenti di contrasto alle differenze e gli atteggiamenti che diano puntuale attenzione ai principi di pari opportunità, di dignità e antidiscriminatori che comunque sono principi fondanti della nostra Carta costituzionale. 
Dunque, alla luce anche delle già richiamate direttive comunitarie e degli accordi internazionali, nonché dei fatti di cronaca che sono stati portati alla luce...

Concludo subito, Presidente. Chiedo al Ministro quali azioni intenda intraprendere per favorire, incoraggiare e anche vigilare sul rispetto puntuale delle raccomandazioni e dei trattati.

Risposta del governo

Grazie, signor Presidente, onorevole Carocci, mi corre l'obbligo della sintesi per una parte di replica all'intervento, che coincide parzialmente con quanto espresso prima dalle onorevoli Costantino e Meloni, pur da differenti punti di vista. Il fenomeno specifico del bullismo e del cyberbullismo è sicuramente un fenomeno preoccupante, con indici di aumento quantitativo nel mondo della scuola, o comunque dell'infanzia, dell'adolescenza o della prima giovinezza nel nostro Paese e gli episodi di cronaca ce lo testimoniano. Di fronte a questo specifico tema, il Ministero – come lei ben sa – non sta, non è stato e non starà con le mani in mano. Cito come iniziativa strutturale e permanente fondamentale le linee di orientamento già evocate prima che hanno proprio il tema del bullismo e del cyberbullismo come obiettivo fondamentale di diffusione di una cultura del rispetto, della tolleranza, della conoscenza e dell'affermazione di un'identità che non esclude, ma accoglie la diversità, di qualunque tipo essa sia. 
Tuttavia, mi permetto di dare uno spunto in più che deriva dalla richiesta da parte sua di quali iniziative in prospettiva il Governo voglia attivare e, allora, su questo, io non posso che citare lo specifico riferimento, in particolare al comma 16 – se non ricordo male – nel nuovo articolato del testo in discussione in queste ore al Senato, del disegno di legge sulla buona scuola, in cui si fa uno specifico richiamo e uno specifico riferimento alla previsione che il piano triennale dell'offerta formativa possa e debba contenere l'attuazione di questi principi, cioè principi di pari opportunità, di educazione alla parità tra i sessi, di prevenzione della violenza di genere e di discriminazione di ogni sorta e che quindi sia, come dire, il sostrato pedagogico, educativo e culturale per poter prevenire quegli episodi che talvolta drammaticamente richiamano in maniera isolata la nostra attenzione su una devianza di comportamento. 
Quindi, l'attività è intensa; è recente ma anche passata ed attuale e, soprattutto nella prospettiva del nuovo anno scolastico, sarà strutturale e permanente.

Replica

Dovrebbe essere scontato, signora Ministra – ma pare che non sia così – che a scuola si debba educare al rispetto delle differenze in attuazione dei principi della Costituzione. 
Se vogliamo che una scuola sia veramente quella delle pari opportunità si deve educare innanzitutto al rispetto della persona e, per educare al rispetto, si deve informare. 
Lei ci ha già raccontato quali saranno le azioni del Ministero per il prossimo futuro. 
Quindi, non sto a ripetere ciò che è già stato detto dalle colleghe, ma mi sembra che un obiettivo importante sarebbe anche quello di contrastare la disinformazione costante che viene fatta. Lei ha citato il disegno di legge attualmente in discussione; ebbene, si dice che in questo disegno di legge si introduce l'educazione gender, cosa assolutamente non vera. 
Quindi, la corretta informazione mi sembra che dovrebbe essere una delle priorità. Come pure è stato detto, anche poco fa, che vengono distribuiti agli alunni, addirittura di pochi anni, opuscoli. Questo non è mai successo; ci sono stati degli opuscoli preparati per i docenti, proprio per formali ed informarli. 
Si devono ascoltare i genitori sicuramente. Però, secondo me, anche per una maggiore rappresentatività dei genitori che vengono ascoltati, forse si dovrebbero sentire anche coloro che sono stati eletti negli organi collegiali, forse più rappresentativi di altre organizzazioni, che non si sa bene, poi, quanti iscritti veramente abbiano.