28/09/2016
Donata Lenzi
 Di Salvo, Cinzia Maria Fontana, Amato, Argentin, Beni, Paola Boldrini, Paola Bragantini, Burtone, Capone, Carnevali, Casati, D'Incecco, Fossati, Gelli, Grassi, Mariano, Miotto, Murer, Patriarca, Piazzoni, Piccione, Giuditta Pini, Sbrollini, Martella e Bini
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Per sapere – premesso che: 
il 22 settembre 2016 si è celebrata la prima giornata del «fertility day» nella quale si sono affrontati sia problemi di sterilità o infertilità che di denatalità della coppia; 
secondo i dati Istat nel 2015 le nascite sono state 488 mila (-15 mila), nuovo minimo storico dall'Unità d'Italia. Il 2015 è il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondità, giunta a 1,35 figli per donna. L'età media delle madri al parto sale a 31,6 anni, la più alta d'Europa dove la media è invece 28,8; gli ultrasessantacinquenni sono 13,4 milioni, il 22 per cento del totale. In diminuzione risultano sia la popolazione in età attiva di 15-64 anni (39 milioni, il 64,3 per cento del totale) sia quella fino a 14 anni di età (8,3 milioni, il 13,7 per cento); 
sempre secondo i dati Istat, le donne sono coinvolte nelle responsabilità di cura più spesso degli uomini (42,3 per cento contro il 34,5 per cento) e anche per questo risulta più bassa la loro partecipazione al mercato del lavoro: tra le madri di 25-54 anni, la quota di occupate è pari al 55,5 per cento, mentre tra i padri raggiunge il 90,6 per cento; 
se è vero che in Italia una coppia su cinque non può avere figli per ragioni di salute, è anche vero che altrettante coppie, forse di più, non possono avere un figlio a causa di difficoltà economiche o lavorative; 
bonus bebé, voucher baby sitter, nuovi incentivi al welfare aziendale per la conciliazione della vita privata e del lavoro, divieto di dimissioni in bianco, congedi maternità anche per le lavoratrici atipiche e libere professioniste, congedi papà sono solo alcuni dei provvedimenti messi in campo negli ultimi trenta mesi di Governo e che rappresentano risposte concrete per chi diventa genitore o ha sulle spalle la responsabilità di una famiglia, magari in assenza di un welfare familiare stabile; 
secondo l'Istituto superiore di sanità, complessivamente, l'infertilità riguarda circa il 15 per cento delle coppie, ma valutare quale sia l'impatto dei diversi fattori di infertilità è molto difficile. Una stima affidabile, benché relativa solo ad una parte della popolazione, proviene dai dati riguardanti le coppie che si rivolgono ai centri per la procreazione assistita. I dati raccolti dal registro nazionale sulla procreazione medicalmente assistita sono i seguenti: 
a) infertilità maschile: 29,3 per cento; 
b) infertilità femminile: 37,1 per cento; 
c) infertilità maschile e femminile: 17,6 per cento; 
d) infertilità idiopatica: 15,1 per cento; 
e) fattore genetico: 0,9 per cento; 
il 28 luglio 2016 il Consiglio dei ministri ha approvato la proposta della Ministra interrogata di istituire per il 22 settembre di ogni anno una giornata nazionale dedicata all'informazione e alla formazione sulla fertilità umana; 
a seguito della decisione assunta dal Consiglio dei ministri, è stata avviata dal Ministero della salute alla fine di agosto 2016 la campagna pubblicitaria dell'evento che ha giustamente provocato forti critiche e proteste; la campagna informativa mescolava senza distinzione denatalità e problemi di salute, facendo carico solo alla singola donna della mancata scelta a favore della maternità; 
il condivisibile obiettivo di combattere infertilità e sterilità è stato così nascosto dagli errori di comunicazione e ha offuscato quanto già fatto dal Governo –: 
quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare affinché non siano le ragioni sociali o economiche ad incidere sulla scelta di una coppia ad avere figli, nonché quali misure preventive e di cura la Ministra interrogata intenda promuovere, comprese quelle di sostegno alle tecniche di fecondazione, e come si intenda procedere per migliorare la comunicazione.

Seduta del 28 settembre 2016

Illustra Titti Di Salvo, risponde Beatrice Lorenzin, Ministra della salute, replica Donata Lenzi

Illustrazione

Signora Ministra, lei sa bene come la scelta di fare dei figli sia legata soprattutto alle condizioni di vita e di lavoro. L'Istituto superiore di sanità ci dice anche che il 15 per cento delle coppie aggiunge a queste motivazioni questioni legate alla salute riproduttiva. Ora entrambe le questioni sono beni pubblici e riguardano le politiche pubbliche, non sono fatti privati; quindi, è molto importante che vi siano politiche su entrambi i terreni. Sulla creazione di lavoro stabile e su misure di sostegno alla genitorialità il Governo ha aperto delle strade, e penso al Jobs Act, penso ai congedi parentali, all'eliminazione delle dimissioni in bianco e al bonus bebé. 
Le campagne sulla salute riproduttiva hanno fallito, Ministra, e lei stessa lo sa. Ha ritirato gli opuscoli perché hanno mandato messaggi confusi, e non parlo solo di quelli discriminatori ma penso ai messaggi – e ho concluso, Presidente – che indicano la donna come responsabile. Io penso ci voglia una prevenzione vera e, dunque, chiediamo al Governo quali misure intenda assumere in ordine a questi temi, cioè per prevenire e dare i messaggi giusti, e, per esempio, cominciare sicuramente dalle scuole a parlare di educazione sessuale.

Risposta del governo

Presidente, ringrazio gli interroganti per avere voluto richiamare, ancora una volta, l'attenzione su di un tema, quello della salute riproduttiva, la cui importanza, da un punto di vista sanitario ma anche sociale, non può essere messa in secondo piano da polemiche innescate da errori di comunicazione che ho peraltro riconosciuto e prontamente corretto, prendendo anche provvedimenti disciplinari nei confronti dei responsabili. Un'iniziativa, quella della Giornata nazionale dedicata al tema della fertilità umana, che si colloca nell'ambito delle azioni previste nel più ampio piano nazionale per la fertilità che era, che è e che sarà ogni anno finalizzata ad aumentare nella popolazione e soprattutto nei giovani la conoscenza, purtroppo oggi molto deficitaria, come dimostrano anche recenti indagini del Censis, sulla propria salute riproduttiva e a fornire strumenti per la tutela della fertilità di uomini e donne attraverso la prevenzione, la diagnosi precoce e la cura delle malattie sessualmente trasmissibili che possono comprometterla, nonché a fornire giusti elementi di conoscenza sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita che, ricordo, abbiamo inserito nei nuovi livelli essenziali di assistenza a titolo gratuito. 
Sono orgogliosa, quindi, di evidenziare che l'Italia ha anticipato su questi temi la stessa Organizzazione mondiale della sanità. Proprio la scorsa settimana, infatti, è stata adottata la risoluzione del Comitato regionale europeo dell'OMS con cui i Paesi della regione europea si sono impegnati ad attuare il piano d'azione per la salute sessuale e riproduttiva della popolazione. Lo scorso 22 settembre è stato avviato un dibattito molto costruttivo sui temi della salute riproduttiva e dell'infertilità con i diversi attori coinvolti, dagli operatori sanitari alle associazioni di pazienti, le società scientifiche, i giovani, le coppie, le famiglie ma anche i giornalisti e coloro che si occupano di fare corretta informazione sanitaria. In occasione della Giornata nazionale sulla fertilità abbiamo lanciato l'iniziativa delle società scientifiche di ginecologia, andrologia ed endocrinologia, i cui associati, nel prossimo mese di ottobre, offriranno consulti gratuiti ai giovani tra i 18 e i 25 anni, giovani uomini e donne. Abbiamo divulgato l'inserimento di una patologia particolarmente invalidante, quale l'endometriosi, nei nuovi LEA come malattia cronica e abbiamo informato sui numerosi provvedimenti da tempo predisposti dal Ministero della salute e oggi all'esame delle altre amministrazioni e autorità statali; cito, per tutti, il registro nazionale dei donatori di cellule riproduttive, volto ad assicurare che le tecniche di PMA vengano eseguite nel rispetto degli standard di sicurezza. 
Quanto, infine, alla richiesta degli onorevoli interroganti circa le ulteriori iniziative affinché non siano ragioni sociali o economiche ad incidere sulla scelta di una coppia di avere figli, posso riferire che il Governo in queste ore è impegnato non solo ad arricchire le misure a sostegno della famiglia ma anche ad elaborare una strategia complessiva e trasversale che metta la famiglia al centro delle scelte strategiche di politica socioeconomica. Già nella nota di variazione del DEF sono delineate ulteriori misure di sostegno alla famiglia quale, ad esempio, il potenziamento degli asili nido ed è stato altresì predisposto, dal Ministro Costa, uno schema di testo unico della famiglia per porre fine alla frammentazione normativa e per dare dignità a quella legislativa.

Replica

Presidente, ringrazio la Ministra per la risposta e apprezzo lo sforzo che è stato fatto per porre rimedio a una comunicazione che ha avuto effetti e conseguenze che hanno soprattutto urtato la sensibilità delle tante donne giovani che vorrebbero avere figli ma le cui condizioni economiche non glielo permettono. Va bene l'attenzione al tema della salute riproduttiva; uso apposta queste due parole italianissime perché ci dobbiamo riappropriare anche della nostra lingua e perché il concetto è un po’ più ampio rispetto a quello che è stato utilizzato nella campagna. Va bene il coinvolgimento dei consultori. Dunque, se riusciamo a portare avanti una comunicazione corretta e ad avvicinarci alla popolazione su di un tema così delicato, noi tutti faremo sicuramente dei positivi passi in avanti. 
Mi permetta poi una battuta, uscita oggi sui siti, relativa alle difficoltà di accesso alla pillola anticoncezionale in caso di spostamento dalla classe «A» a quella «C» dei medicinali. Il tema non è questo; noi non vogliamo entrare nelle questioni tecniche, che spettano a un organo autonomo come l'AIFA, ma diciamo solo che anche il tema, dentro alla salute riproduttiva, dell'educazione sessuale e della possibilità di ricorrere al controllo delle nascite in modo da non pesare sulle tasche delle famiglie sicuramente va ricompreso in una visione più complessiva.