Per sapere – premesso che:
in data 12 gennaio 2016 presso il Ministero dello sviluppo economico si è riunito il tavolo alla presenza di organizzazioni sindacali ed Eni circa il futuro di Versalis e della intera filiera chimica presente in Italia;
in data 14 gennaio 2016 sempre in relazione a suddetta vertenza si è svolto un ulteriore incontro presso il Ministero dello sviluppo economico con la presenza dei Governatori delle regioni interessate;
gli esiti degli incontri sono stati interlocutori e, comunque, Eni ha confermato la volontà di trovare un partner per Versalis;
in data 20 gennaio 2016 si è svolto uno sciopero generale di tutti i lavoratori Eni del comparto chimico con una grandissima partecipazione, che in alcune realtà, come ad esempio Gela, hanno coinvolto un'intera comunità;
il Ministro interrogato nel corso dell'incontro, pur nel rispetto dell'autonomia gestionale dell'Eni, ha affermato che non intende assistere ad alcun ridimensionamento del suddetto settore industriale e continua ad auspicare che si realizzi un progetto valido in grado di assicurare prospettive di crescita e di tutela dei livelli occupazionali;
ad essere interessati sono ben 8 siti industriali, tra cui Marghera, e 6000 lavoratori diretti;
da Eni non è venuta che una generica assicurazione di voler rispettare il prosieguo degli investimenti in corso, nonché gli accordi di programma che riguardano prevalentemente il settore della chimica verde, fattore ritenuto insufficiente da parte di sindacati e governi locali;
le regioni hanno richiesto un ulteriore nuovo incontro per avere certezza sul piano industriale e sugli investimenti nel ramo chimico dell'ente nazionale e avere conferme sugli impegni assunti da Eni-Versalis;
il 16 dicembre 2015 la Commissione attività produttive della Camera dei deputati ha approvato una risoluzione che impegna il Governo a vigilare sugli sviluppi aziendali e societari di Versalis in considerazione della assoluta strategicità del comparto della chimica per il Paese ed in particolare per siti come Marghera;
i media riportano da tempo la notizia di un possibile interessamento del fondo statunitense Sk Capital e, in data 10 febbraio 2016, si è svolto un incontro, presso il Ministero dello sviluppo economico, tra il Ministro interrogato, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, ed i rappresentanti di Sk Capital, che, nella circostanza, avrebbero confermato – secondo quanto riportato da organi di stampa – l'interesse all'acquisizione di una partecipazione del 70 per cento di Versalis per un valore di 1,2 miliardi di euro con l'obiettivo di assicurare lo sviluppo di una grande compagnia chimica indipendente;
SK Capital – sempre secondo quanto riportato da organi di stampa – è una società finanziaria che opera secondo il modello del private equity, gestendo risorse di terzi per 1,5 miliardi di dollari e partecipazioni in una decina di società del settore chimico, con un giro d'affari di 8 miliardi di dollari e con circa 9 mila occupati;
la prospettata cessione del 70 per cento di Versalis a SK Capital registra la determinata risposta delle organizzazioni sindacali con un serrato programma di mobilitazione, che muove dalla denuncia di una strategia Eni volta al ridimensionamento del perimetro delle attività domestiche e in particolare, in riferimento all'ipotesi SK Capital, dalla considerazione che «la chimica – così si osserva in un documento unitario di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil – ha una redditività di medio e lungo periodo e ha bisogno di investimenti e ammodernamenti: un fondo di quelle dimensioni e caratteristiche non può garantire la prosecuzione della chimica italiana»;
di fronte a tale ipotesi le organizzazioni sindacali hanno indetto ulteriori 8 ore di sciopero per il 19 febbraio 2016, richiedendo, con nota del 10 febbraio 2016, un incontro urgente al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro interrogato e rinnovando la «proposta di intervento del Fondo strategico della Cassa depositi e prestiti, prima che sia troppo tardi»;
negli anni ’90 si è già assistito ad un progressivo indebolimento di un asset industriale molto importante per l'economia del Paese e l'Italia non può assolutamente permettersi di vedere ulteriormente ridimensionato un comparto come quello della chimica;
questa incertezza rischia di pregiudicare molti progetti industriali tra cui appunto quelli di Porto Marghera, di Porto Torres, di Gela nell'ambito di una prospettiva di rilancio nel segmento della chimica verde con significativi investimenti –:
quali nuove ulteriori iniziative il Governo intenda intraprendere nell'ambito di tale vertenza, anche alla luce dell'incontro con i rappresentanti di SK Capital e delle mobilitazioni che si sono registrate e si continuano a registrare nei vari territori interessati, affinché il settore industriale della chimica rimanga strategico e perché Eni rispetti gli accordi di rilancio industriale già sottoscritti per i vari siti a salvaguardia delle prospettive industriali e dei livelli occupazionali.
Seduta del 17 febbraio 2016
Illustra Luigi Taranto, risponde Federica Guidi, Ministra dello sviluppo economico, replica Andrea Martella
Illustrazione
Grazie, Presidente. Signora Ministro, nel corpo del testo dell'interrogazione si ricorda che lo scorso 16 dicembre la Commissione attività produttive ha approvato una sua risoluzione con cui si impegna il Governo al più attento monitoraggio delle prospettive della filiera chimica in Italia, a partire proprio dagli sviluppi della vicenda ENI-Versalis. Lo sottolineo perché si tratta dei principi che a nostro avviso vanno assunti come riferimento per una valutazione della prospettata ipotesi di cessione del 70 per cento di Versalis al fondo di private equity SK Capital.
È un'ipotesi rispetto alla quale le organizzazioni sindacali hanno avviato una serrata campagna di mobilitazione, contestando la strategia di ridimensionamento del perimetro delle attività domestiche del gruppo ENI e sottolineando come gli investimenti necessari a Porto Marghera, a Porto Torres, a Livorno, a Sannazzaro, a Gela e a Priolo non appaiono compatibili con le caratteristiche e le dimensioni di un fondo di quel tipo.
Anche alla luce del suo incontro del 10 febbraio scorso con i rappresentanti di SK Capital e della richiesta delle organizzazioni sindacali di mobilitazione del Fondo strategico italiano, chiediamo, dunque, quali siano le valutazioni ad oggi e quali ulteriori iniziative il Governo intenda intraprendere.
Risposta del governo
Grazie, onorevole Presidente. Io rispondo agli interroganti che ho già detto in più di un'occasione e vorrei qui ribadirlo: per il Governo la chimica è certamente una filiera strategica che va mantenuta, che va non solo mantenuta ma potenziata e parlo sia della chimica tradizionale sia della chimica verde. È proprio per questo motivo che abbiamo seguito fin dai primi istanti con grande attenzione i piani di ENI e di Versalis, proprio per perseguire questo sviluppo di lungo periodo non solo dell'azienda in questione, di Versalis, ma di tutto il settore e di tutto l'indotto, naturalmente, che gravita attorno a questo importante asse strategico.
Certamente le condizioni di riferimento vanno ricordate; è essenziale il consolidamento della chimica di base e infatti ENI ha ereditato un asset produttivo frammentato anche con una scarsa integrazione sulle materie prime e alcune diseconomie produttive e questo svantaggio strutturale ha determinato nell'ultimo decennio delle perdite operative cumulate, pari a 3,6 miliardi di euro, attenuate da recenti miglioramenti del conto economico anche di natura congiunturale.
Il 12 gennaio c’è stato – come lei ricordava – un incontro con i vertici Enel e Versalis, in presenza dei sindacati confederali e dei chimici, ai quali è seguito due giorni dopo un tavolo, che io ho coordinato, come il primo, insieme ai presidenti e agli assessori delle regioni coinvolte nei piani di ristrutturazione, quindi Emilia Romagna, Lombardia, Puglia, Veneto, Sicilia e Sardegna e in questa occasione l'amministratore delegato di Versalis ha illustrato anche le prospettive dell'azienda alla luce della recente evoluzione del settore. Il piano predisposto da ENI, cioè da Versalis, verte principalmente su tre pilastri: l'ottimizzazione delle piattaforme produttive, la riallocazione del portafoglio su prodotti a maggior valore aggiunto e nuovi prodotti, inclusa naturalmente la «chimica verde» e lo sviluppo del business a livello internazionale.
Le prime fasi di attuazione di questo Piano hanno dato buoni risultati, consentendo anche di raggiungere il breakeven nel 2015, anche con un anno di anticipo sulle previsioni. Però è necessario un forte supporto di capitale, che consenta di effettuare gli 1,2 miliardi di euro di investimenti previsti da questo piano quinquennale e, nelle attuali condizioni di mercato petrolifero, Eni, Versalis ha la necessità di individuare un partner industriale con cui sviluppare sinergie e proseguire il percorso di crescita internazionale. Nell'ambito di questo processo io ho avuto modo, il Governo ha avuto modo, di incontrare il Fondo statunitense SK Capital, interessato all'acquisizione di una partecipazione in Versalis. Il Fondo ha in portafoglio un pool di aziende che generano nove miliardi di dollari di ricavi, con novemila dipendenti e oltre cento impianti produttivi in 32 Paesi ed è specializzato nel settore della chimica, biochimica, igiene ambientale e sanità e non ha mai venduto fino a oggi le attività che ha acquisito. Al momento, comunque, non esiste alcuna operazione già conclusa; sono in corso ancora alcune valutazioni finalizzate naturalmente a garantire le migliori prospettive di Versalis, dell'azienda, sia con riguardo al piano esistente, che con riguardo alle prospettive future.
Quindi, in conclusione, io personalmente, il Ministero, anche attraverso il coinvolgimento di tutte le parti e i territori interessati, continueremo a lavorare e a muoverci con questo processo, che ha il fine di valutare e valorizzare naturalmente il mantenimento e il rilancio delle attività oggi esistenti in Versalis e il mantenimento della chimica nel nostro Paese.
Replica
Presidente, signora Ministra, noi prendiamo atto delle parole e della volontà dell'Esecutivo, che lei ha qui riportato, affinché si realizzi un progetto valido ad assicurare un settore così strategico – come lei lo ha definito – per il presente e per il futuro.
Sappia, signora Ministra, che può contare sul nostro appoggio, sul sostegno pieno del Parlamento che, in un atto di indirizzo, all'unanimità, ha approvato una risoluzione di cui parlava il collega Taranto, che indica una strada precisa da proseguire affinché non si esca da questo settore. Sappia ancora, signora Ministra, che c’è molta preoccupazione perché i dubbi che si sono addensati fino ad oggi non sono risolti, c’è uno stato di tensione e una mobilitazione, uno sciopero annunciato per il prossimo venerdì 19, che riguarda tutti gli stabilimenti, da Porto Marghera a Gela, da Ravenna a Brindisi, a Priolo, a Ragusa, a Porto Torres e a Ferrara. Qui, noi le vogliamo indicare tre priorità: va scongiurato il disimpegno di ENI dal settore della chimica e dal rischio di ridimensionamento delle strutture e degli impianti industriali presenti nel nostro territorio; bisogna garantire il pieno rispetto degli accordi già sottoscritti dal punto di vista industriale e degli investimenti, confermando questi investimenti nel settore della chimica tradizionale, della chimica verde, del biocarburante, del cracking e delle bonifiche; bisogna, infine, coinvolgere – come lei ha detto – regioni, istituzioni locali, sindacati e ENI affinché si giochi a carte scoperte e affinché vengano eventualmente individuati investimenti, piani industriali, soluzioni credibili, non solo dal punto di vista finanziario, che diano una prospettiva a questo settore che, per quanto ci riguarda, è un settore strategico, dal quale l'Italia non può uscire, se vuole mantenere la sua vocazione industriale, se vuole continuare a sostenere il mondo delle piccole e medie imprese.