26/06/2018
Sara Moretto
   Benamati, Bonomo, Gavino Manca, Mor, Nardi, Noja, Zardini, Boccia, Bordo, Lacarra, Ubaldo Pagano, Gribaudo, Fiano, Enrico Borghi.
3-00039

Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:

l'Ilva è attualmente sottoposta ad amministrazione straordinaria, dopo una fase di commissariamento determinata dall'inchiesta giudiziaria avviata nel 2012 e dal successivo sequestro dell'impianto di Taranto, il più grande stabilimento siderurgico d'Europa;

grazie all'azione dei Governi a guida Partito Democratico, il 5 giugno 2017 si è chiusa la gara di aggiudicazione dei complessi aziendali in favore di una cordata guidata da ArcelorMittal;

nel corso della campagna elettorale, il Ministro interrogato ha più volte espresso la volontà di procedere alla riconversione produttiva dell'area e anche nel «contratto per il Governo del cambiamento» si afferma l'intenzione di «concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale (...) attraverso un programma di riconversione economica basato sulla progressiva chiusura delle fonti inquinanti per le quali è necessario provvedere alla bonifica, sullo sviluppo della green economy e delle energie rinnovabili e sull'economia circolare»;

sebbene le dichiarazioni successive siano state improntate a maggiore cautela rispetto alle prospettive di chiusura dell'impianto, a quasi un mese dalla nomina del Ministro interrogato, non è ancora emerso alcun orientamento in merito al futuro dell'Ilva e dei 14.000 lavoratori coinvolti;

non è più rinviabile un'assunzione di responsabilità da parte del Governo, dal momento che il 30 giugno 2018 scadranno i termini per la definizione dell'accordo sindacale utile a perfezionare il trasferimento dei complessi aziendali e che la gestione commissariale esaurirà a breve le risorse necessarie al pagamento degli stipendi –:

quale sia l'orientamento definitivo del Governo in merito al futuro produttivo e occupazionale dell'Ilva e, in particolare, se siano scongiurate le paventate ipotesi di chiusura dell'impianto di Taranto, alla luce dell'imminenza delle scadenze citate in premessa. 

Seduta del 27 giugno 2018

Illustrazione di Sara Moretto, risposta dl governo di Luigi Di Maio, Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali,  Replica di Marco Lacarra

Illustrazione

 Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, è finita la campagna elettorale, è finito il tempo delle promesse, è finito il tempo dei giri di parole; è il momento della chiarezza e dell'assunzione di responsabilità. I 14 mila lavoratori dell'Ilva, a Taranto, Genova, Novi Ligure, Marghera, Patrica e Racconigi attendono di conoscere il loro futuro. Il Paese, tutto il Paese, attende di capire qual è il reale orientamento di questo Governo sul futuro del più grande polo siderurgico d'Europa. I Governi a guida PD hanno fatto il loro dovere, aprendo una gestione commissariale che ha garantito finora il pagamento degli stipendi e aprendo una gara che ha portato all'aggiudicazione ad ArcelorMittal. I Governi PD non hanno rinviato il problema, lo hanno affrontato.

Lei è Ministro da quasi un mese, non ci dica ancora che avete bisogno di tempo per studiare, non ci dica che il fascicolo Ilva è sulla sua scrivania: ci dica con chiarezza qual è il suo intendimento sul futuro dell'Ilva. Dopo la proroga della gestione commissariale che il suo Ministero ha dato, guarda caso proprio ieri sera all'ora di cena, dopo il deposito della nostra interrogazione, ci dica cosa intende fare. Chiusura? Riconversione? Abbia rispetto per le imprese e i lavoratori e la smetta di prendere in giro il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Risposta del Governo

 Presidente, tengo prima di tutto a precisare che tecnicamente io non ho dato nessuna proroga, perché questa è stata utilizzata, come previsto dal contratto, dai commissari, i quali, in una lettera che mi hanno scritto ieri, mi hanno indicato la volontà di voler approfondire alcuni punti del contratto; e questa volontà è una volontà di cui il Ministro può prendere soltanto atto. Ma devo dire che li capisco, perché sono sicuro che il Governo precedente abbia studiato attentamente tutte le 23 mila pagine degli atti dei vari piani industriali, finanziari e ambientali; io non riesco, in quindici giorni - perché è sostanzialmente da quando ho iniziato le audizioni -, a decidere per sei anni di rinvii e vent'anni di situazioni trascurate (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier). Abbiate pazienza.

Poi magari voi avrete fatto meglio di me, e ve ne darò atto, quello che posso dirvi sulla questione dell'Ilva è che ci sono due diritti, che ovviamente sapete meglio di me: i diritti dei cittadini di Taranto di tornare a respirare e i diritti dei lavoratori ad avere una vita serena ma soprattutto in salute. Cioè, l'obiettivo è eliminare la dualità lavoro-salute e dover scegliere quale dei due diritti. Per fare questo dobbiamo necessariamente, prima di tutto, assicurarci che in quelle carte, in quelle 23 mila pagine, sia tutto a posto, perché la forza politica che rappresento anche come capo politico è stata votata per oltre il 50 per cento dei cittadini di Taranto. Loro si fidano di me e io ho il dovere di esercitare tutta la responsabilità del caso nel decidere sull'Ilva, perché è una responsabilità enorme che riguarda il futuro di tanti bambini del quartiere Tamburi, nel cervello di alcuni dei quali, in coloro che sono morti di tumore, è stata trovata polvere di minerale. Quindi stiamo parlando di una situazione ambientale e lavorativa delicatissima. Io ce la metterò tutta, e sono contento che ieri, la stessa responsabilità che sentivo io l'hanno sentita i commissari, nel dire che ci sono fondi ulteriori senza oneri per lo Stato per arrivare fino al 15 settembre. Questo ci darà più tempo per esaminare quelle carte.

Replica 

Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, io sono sconcertato da quello che lei ha detto, perché è riuscito ancora una volta a girare attorno al problema e a non dare una risposta a chi legittimamente l'attende. Noi vogliamo sapere: lei chiuderà lo stabilimento o no? E a questa domanda lei non è stato in grado di dare risposte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Sappiamo benissimo che non è stato lei a chiedere la proroga, lo sappiamo benissimo; è la gestione commissariale che fino a ieri, guardate, non aveva disponibilità finanziarie per poter continuare oltre nella gestione della produzione; adesso scopriamo, invece, che ha bisogno di tre mesi. Lei ha bisogno di studiare 23 mila pagine, ha detto; ebbene, e negli anni precedenti, cosa ha fatto quando ha votato contro i decreti che il Governo ha presentato? Cosa ha fatto? Non ha studiato, in quegli anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Non è stato in grado di valutare se quei decreti erano davvero nelle condizioni di assicurare alla produzione Ilva la possibilità di essere rispettosa dell'ambiente? Lei lo sa che è in corso un'azione di bonifica dei parchi minerari – lo saprà –, di copertura dei parchi e ci sono risorse che sono state ovviamente spese per questo intervento di bonifica che serve a cominciare un processo di ambientalizzazione?

Di certo, il contratto con Mittal non è perfetto, siamo consapevoli di questo, ma è un contratto e va rispettato, ed è la strada che prima il Governo Renzi, e poi il Governo Gentiloni hanno individuato per risolvere un'annosa problematica, della quale nessuno si era mai occupato prima. Noi ci abbiamo provato e ci siamo riusciti (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lei non metta in discussione un lavoro che il Governo Renzi, il Governo Gentiloni, il Ministro De Vincenti, la Vice Ministra Bellanova, anche a rischio della loro incolumità, hanno portato avanti per risolvere i problemi di Taranto (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non aspetti… che a Taranto si realizzi un parco giochi per andare a risolvere il problema. Abbiamo bisogno di risposte immediate su Taranto, il tempo corre, è finito. Dimostri di saper passare dalla propaganda all'azione, se ne è capace (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).