08/09/2015
Enzo Amendola
Amendola, Carrozza, Cassano, Censore, Chaouki, Cimbro, Gianni Farina, Fedi, Garavini, La Marca,Manciulli, Monaco, Nicoletti, Porta, Quartapelle Procopio, Raciti, Rigoni, Andrea Romano, Speranza,Tacconi, Zampa, Martella, Cinzia Maria Fontana, Bini
3-01685

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che: 
   giorno dopo giorno l'emergenza immigrazione si aggrava in tutta Europa: dopo il Mediterraneo, si fa sempre più tesa la situazione alle frontiere ed anche l'Europa orientale è diventata negli ultimi giorni un fronte caldo; 
   numeri allarmanti sono stati forniti dall'Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) relativi agli arrivi attraverso il Mediterraneo: nei primi otto mesi del 2015, sono 351 mila i migranti che hanno intrapreso la via del mare e purtroppo già 2.643 persone sono morte da gennaio 2015. Solo nel 2014, gli arrivi nello stesso periodo erano stati 219 mila. Agosto 2015 è stato il secondo mese con più morti dell'anno, 638, superato solo da aprile 2015 quando erano stati 1.265. In tutto il 2014 erano stati 3.500 i migranti morti o dispersi nel Mediterraneo, secondo i dati forniti dall'Alto commissariato dell'Onu per i diritti umani; 
   tutti hanno negli occhi le immagini drammatiche di quest'ultima settimana, che hanno avuto almeno l'effetto positivo di scuotere l'Europa dal suo torpore e cercare di ritrovare i valori di civiltà e dignità umana che hanno sempre contraddistinto il vecchio continente; 
   difatti, dopo giorni di tensioni e proteste, con i profughi bloccati alla frontiera, la Germania e l'Austria hanno aperto le loro frontiere e permesso l'accoglienza di decine di migliaia di disperati in fuga dalla guerra e dalla miseria, superando le procedure ordinarie delle regole di ingresso; 
   la pressione della società civile su questa scelta è stata determinante: le popolazioni austriache e tedesche hanno dato vita ad una vera e propria gara di solidarietà per convincere i propri Governi a sbloccare la situazione ed aiutare i profughi. Da Vienna sono partiti verso il sud, al confine ungherese, convogli di attivisti – associazioni di volontari che si sono coordinati sui social media– per aiutare, con autovetture private, i migranti in marcia, caricarli a bordo e portarli in territorio «sicuro»; 
   il Governo tedesco metterà a disposizione dei lander e dei comuni sei miliardi di euro per far fronte agli arrivi record di profughi nel Paese. Parrebbe, inoltre, che verranno velocizzate le procedure per le domande di asilo e verranno fornite ulteriori strutture per accogliere i profughi; 
   da oltre un anno, l'Italia sta portando il tema delle migrazioni nei consessi internazionali, insistendo sulla natura globale del fenomeno, una consapevolezza che finalmente è stata raggiunta anche dagli altri partner europei; 
   il 14 settembre 2015 si terrà un incontro straordinario a Bruxelles sull'emergenza immigrazione, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, nei giorni precedenti, dovrebbe presentare un piano di ripartizione dei rifugiati che prevederebbe che oltre il 60 per cento dei rifugiato (più di 70 mila) dovrebbero essere redistribuiti tra Germania, Francia e Spagna nei prossimi due anni e alleviare così la pressione dei Paesi in prima linea come Italia, Grecia e Ungheria. Francia e Germania prenderanno insieme quasi la metà dei 120 mila rifugiati che saranno poi ricollocati in base al piano. La Germania accoglierà 31.443 profughi, la Francia 24.031, la Spagna si farà carico di 14.931 persone. Saranno 15.600, invece, i richiedenti asilo che saranno ricollocati dall'Italia, che si aggiungono ai 24 mila del precedente schema di maggio 2015. Il piano prevede anche la velocizzazione delle procedure per il rimpatrio dei migranti irregolari; 
   il tema della gestione delle migrazioni è divenuto un tema non solo di politica interna ma anche di politica estera, data la sua dimensione e tragicità, e ha dato vita a numerose prese di posizioni e iniziative politiche e diplomatiche da parte di molte cancellerie europee; 
   i Ministri degli esteri di Italia, Germania e Francia, Paolo Gentiloni, Frank-Walter Steinmeier e Laurent Fabius, hanno inviato un documento comune all'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea Federica Mogherini che mette in rilievo come, «alla luce dei limiti e delle manchevolezze chiaramente mostrati dall'attuale sistema di regole europee in materia di asilo, creato ormai 25 anni fa, occorra rivederne contenuti e attuazione». I tre Ministri hanno inoltre insistito sull'esigenza di raggiungere l'obiettivo di un'equa ripartizione dei rifugiati sul territorio europeo; 
   il Ministro interrogato ha avuto modo di delineare, in interventi pubblici e interviste, alcune proposte quali il superamento delle «regole di Dublino» e l'implementazione di un regime europeo per l'asilo, arrivando a valutare la definizione di corridoi umanitari e ingressi regolari con il sistema della sponsorship, come affermato in occasione di un incontro internazionale a Tirana in questi giorni –: 
   quali siano le proposte che, in tema di gestione europea e internazionale dei flussi migratori nonché di cooperazione, il Governo italiano intenda portare avanti e presentare in occasione delle prossime riunioni dei Ministri dell'Unione europea. 

Seduta del 9 settembre 2015

Illustrazione di Sandra Zampa, risposta del governo del Ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, replica di Vincenzo Amendola

Illustrazione

Grazie, signora Presidente, signor Ministro, usiamo tutti lo stesso aggettivo: quanto stiamo vedendo, il fenomeno della migrazione, non può davvero che definirsi epocale. Siamo di fronte a una prova della storia. I numeri lo descrivono da soli: 351 mila emigranti in otto mesi, nel 2015. Ma, più che i numeri, che sono sempre asettici, sono le immagini che abbiamo visto, che ci accompagneranno, credo, per sempre, a descrivere la drammaticità di questo fenomeno. 
  Ma, mentre avvertiamo l'insufficienza nostra, dell'Europa, e vorrei dire, però, di tutte le istituzioni sovranazionali, in un certo senso del mondo, di fronte a quanto sta accadendo, e mentre le chiediamo conto delle proposte in tema di gestione europea dei flussi migratori, facciamo nostre le parole di Jean Claude Juncker, oggi: l'Europa è l'applauso di Monaco. E, al tempo stesso, anche noi assumiamo la sua proposta, la sua richiesta, di un sistema di ripartizione permanente.

Risposta del governo

Non vi è dubbio che il fenomeno interesserà tutti i Paesi europei nei prossimi 15-20 anni. Sappiamo che l'Africa nel 2050 avrà due miliardi e mezzo di abitanti, sappiamo che la situazione di crisi e di guerre va affrontata, ma non si risolve con grande semplicità. Di fronte a un fenomeno di queste dimensioni serve un ventaglio di iniziative e sono orgoglioso del fatto che, tra alcuni Paesi europei, a livello di ministri degli esteri – è solo un inizio –, tra Italia, Francia e Germania si siano individuati alcuni obiettivi. 
  Li ricordo qui veramente telegraficamente: bisogna certamente lavorare sulle cause che generano i flussi migratori, bisogna incrementare le attività nei Paesi di transito – penso al Niger, per dire uno dei Paesi da cui maggiormente arrivano flussi migratori –, bisogna provare, per quanto riguarda l'immigrazione in Italia, a risolvere la crisi libica, bisogna condividere a livello europeo un piano di accoglienza. 
  Oggi il Presidente della Commissione Juncker ha fatto delle proposte che credo abbiano lo spirito giusto, ma che continuano a non prendere sufficientemente in considerazione il carattere permanente della sfida che abbiamo, perché serve un asilo europeo – la gente non entra in Italia o in Grecia, entra in Europa –, serve una lista europea dei Paesi sicuri, servono rimpatri gestiti e finanziati a livello europeo, servono pacchetti di migrazione regolare e corridoi umanitari con il sistema delle sponsorship. Questo insieme di misure può rendere gestibile un fenomeno che non scomparirà d'incanto e che, se scomparisse d'incanto, provocherebbe, addirittura, dei seri problemi sia al nostro mercato del lavoro sia ai nostri sistemi previdenziali. Quindi, gestiamolo seriamente, spingendo perché sia sempre più – passi avanti ne sono stati fatti – una gestione europea.

Replica

 Caro Ministro, cari colleghi, siamo soddisfatti dell'idea che il Governo italiano ha messo in campo negli ultimi tre anni: europeizzare la politica di integrazione, rendere forte una politica estera, rendere efficace una politica per la cooperazione. 
  Europeizzare non per scaricare le responsabilità, ma per unirci in una politica efficace e intelligente, che di fronte alla prova della storia, come diceva l'onorevole Zampa, fa sì che l'Europa trovi anche la sua missione. 
  Caro Ministro, raccontiamoci spesso quello che è successo. Nell'ottobre del 2013, dopo i 366 morti a Lampedusa, l'Italia chiese fortemente responsabilità. In cambio facemmo Mare Nostrum da soli. Abbiamo passato tutto il 2014, anche su impulso delle opposizioni, a cercare di europeizzare l'accoglienza e la solidarietà. Siamo arrivati ad aprile del 2015 con altri morti nel canale di Sicilia, nel fronte del mare libico, e abbiamo chiesto di nuovo un Consiglio europeo, che avviò a maggio il pacchetto sull'immigrazione di Juncker per avere una politica non solo della solidarietà e dell'accoglienza. 
  L'abbiamo sempre detto come Italia e adesso, che è esplosa la rotta balcanica insieme a quella che è la rotta che attraversa il Mediterraneo, l'Europa si sta muovendo. Noi non dobbiamo andare in Europa il 14 settembre al Consiglio europeo e il 30 settembre nel vertice delle Nazioni Unite a rivendicare quelle che erano solo le nostre richieste, ma a rivendicare l'intelligenza di una posizione e di strumenti efficaci. Oltre l'accoglienza c’è la solidarietà nella risposta, perché la solidarietà nella risposta, con il diritto di asilo europeo e con le altre misure che oggi il Presidente Juncker ha proposto, rende non solo la missione europea all'altezza della prova storica, ma rende anche efficace quella che è la possibilità per i 28 Paesi di fare sì che un flusso, che è causato da guerre e da grandi mali della globalizzazione del nostro tempo, trovi non solo accoglienza, ma trovi una risposta all'altezza di quelli che sono i nostri valori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).