26/09/2018
Chiara Gribaudo
SERRACCHIANI, CARLA CANTONE, LACARRA, LEPRI, ROMINA MURA, VISCOMI, ZAN, ENRICO BORGHI e FIANO
3-00196

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 2 agosto 2018, nel corso della discussione alla Camera dei deputati sul disegno di legge di conversione del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, il Ministro interrogato, alla richiesta di una norma di raccordo per il periodo transitorio sulla nuova normativa dei contratti a termine, ha espresso l'indicazione negativa del Governo affermando: «per noi va bene la norma così, ma allo stesso tempo utilizzeremo anche una circolare ministeriale e prendo l'impegno davanti al Parlamento per riuscire a chiarire ulteriormente i dubbi che sono emersi durante la discussione»;

   ad oggi tale impegno non è ancora stato onorato;

   a fronte del mancato coordinamento normativo, si distinguono ben cinque regimi diversi per i contratti a termine. Tre per i contratti in essere al 14 luglio 2018: scaduti prima della legge di conversione; scaduti dopo la legge di conversione ma prima del 31 ottobre 2018; che scadano dopo il 31 ottobre 2018. Uno per i contratti stipulati fra il 14 luglio 2018 e la legge di conversione; uno per quelli stipulati dopo la legge di conversione;

   tale diversificazione di regimi normativi ha spaventato le aziende rispetto al rischio di contenzioso che l'applicazione incerta di causali e nuovi costi sui rinnovi dei contratti avrebbe potuto comportare, causando il mancato rinnovo o proroga dei contratti stessi;

   nel periodo gennaio-giugno 2018 le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato sono aumentate di 84.000 unità (+58,7 per cento), segnale di una legislazione già favorevole a percorsi di stabilizzazione che il decreto-legge, riducendo da 36 a 12 mesi la possibilità di stipulare contratti acausali, nonché inserendo costi aggiuntivi e causali su rinnovi e proroghe, indebolisce fortemente, incentivando anzi un rapido turn over per i lavoratori a termine;

   a causa del decreto-legge 237 lavoratori della Flextronics di Trieste vedranno il loro contratto scadere senza possibilità di prosecuzione al 31 gennaio 2019; sono a rischio circa 700 lavoratori delle municipalizzate lombarde; i portalettere della provincia di Foggia sono già stati lasciati a casa da Poste italiane; sarebbero in totale 900.000 i lavoratori a termine in Italia che rischiano di veder estinguersi il loro rapporto di lavoro senza alcuna possibilità di stabilizzazione –:

   quali iniziative intenda adottare per contrastare la perdita di posti di lavoro e l'aumento del turn over causati dal decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, a tal fine anche emanando la circolare per il raccordo delle norme sui contratti a termine per il periodo transitorio, consentendo alle aziende di rinnovare e prorogare i contratti in essere al 14 luglio 2018 senza timore di possibile contenzioso.

Seduta del 26 settembre 2018

Illustrazione di Chiara Gribaudo, risposta del governo di Luigi Di Maio, Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, replica di Debora Serracchiani

Illutrazione

Presidente, signor Ministro, dovrò farla uscire un attimo dalla sua propaganda, se ce la fa. Lei è venuto meno in quest'Aula ad un impegno preso il 2 agosto durante la discussione parlamentare del decreto-legge che lei ha voluto chiamare “dignità”, ma che ha avuto come unico effetto la nuova disoccupazione: perché con ben cinque regimi diversi creati sul contratto a termine, altro che semplificazione, lei ha creato il caos (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Eppure si era impegnato qui a venire a dire che avrebbe emanato una circolare per chiarire l'applicazione nel periodo transitorio. Ebbene, la stiamo aspettando!

Da due settimane, per l'appunto, si è anche impegnato a stanziare fondi per i 140 mila lavoratori con gli ammortizzatori sociali in scadenza, ma ancora non si sono visti in nessuno dei vostri presunti decreti-legge, perché passate il tempo a chiamare assassini politici i parlamentari del PD, calpestando la memoria dei giuslavoristi morti per le riforme del lavoro anziché risolvere i veri problemi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Nei sei mesi prima di questo decreto-legge le trasformazioni del tempo determinato a indeterminato erano aumentate del 58 per cento, mentre oggi il turnover dei precari…sta esplodendo ed esploderà. Quindi se ce la fa esca dalla sua propaganda e ci dica quando farà la circolare per migliorare la vita di 900 mila persone che aspettano di avere condizioni di vita migliorate. Forza, signor Ministro, ci dia una risposta chiara.

Risposta del governo

Presidente, ovviamente, come dal testo e da quanto detto in Aula dalla deputata interrogante, non c'è alcun tipo di dato che testimoni una perdita di posti di lavoro a causa del decreto-legge “dignità” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). E quindi io ero venuto in Aula pensando di sentire qui questi dati che lo testimoniavano, ma mi fa piacere perché il decreto-legge “dignità” è stato concepito per stoppare il dilagare del precariato, che stava uccidendo il futuro, la serenità e la felicità dei nostri giovani, e che è stato causato non solo dal Jobs Act, ma da tante norme come il Jobs Act. Prova ne è, e ne era, la costante emorragia di giovani italiani che lasciano l'Italia, che negli ultimi anni si sono contati a centinaia di migliaia.

Con il decreto-legge “dignità” abbiamo iniziato a disincentivare il ricorso ai contratti a tempo determinato, attraverso l'introduzione di specifiche restrizioni. Abbiamo messo un freno agli abusi del contratto a tempo determinato, maggiormente diffuso tra i giovani. Le misure previste dal decreto-legge ci hanno semplicemente portato al livello degli altri Paesi europei, quanto alla durata dei contratti e al rinnovo. Ridurre il precariato e aumentare le tutele di quella categoria di lavoratori maggiormente esposta era il nostro obiettivo. Questo è ciò che abbiamo fatto, ed è in questa prospettiva che abbiamo rilanciato gli sgravi contributivi per favorire l'occupazione dei giovani under 35. Nell'iter di conversione del decreto-legge, infatti, abbiamo inserito ulteriori fondi per l'assunzione dei giovani a tempo indeterminato  Per quanto riguarda il tema del raccordo tra le varie disposizioni normative riguardanti il contratto a termine che venivano citate dalla collega deputata interrogante, ci tengo a dire che è dal primo giorno di entrata in vigore del decreto-legge “dignità” che stiamo seguendo e raccogliendo da tutti gli operatori del settore le questioni applicative che ci vengono poste; e non appena avremo raccolto tutti quelli che sono i feedback che vengono da questo mondo, provvederemo alla diffusione tra gli operatori e i diversi interessati dei chiarimenti che si riveleranno necessari e utili, come avevo assicurato in quest'Aula  …perché non c'è nessuna intenzione di creare difficoltà alle imprese italiane.

Replica

Presidente, il Vicepresidente del Consiglio chiedeva dei numeri, glieli do molto volentieri. Meno 28 mila contratti a termine nel solo mese di luglio, Vicepresidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); 237 contratti a termine non rinnovati nella Flextronics di Trieste. Ci sono 700 lavoratori delle municipalizzate di Milano i cui contratti a termine sono bloccati. Le aggiungo che le Poste italiane hanno bloccato i contratti a termine. Le do questi indizi affinché possa cercare con facilità le risposte che oggi non ci ha dato, perché lei sappia che in questo momento abbiamo 5 modi diversi per fare un'assunzione, che si è complicata a tal punto che forse non si fa più. Quindi le chiederei, Ministro, non di guardare con quella sufficienza con cui si sta muovendo nel fare il suo lavoro, che è un lavoro complicatissimo, difficilissimo. La invito però, signor Ministro, a pesare le parole, perché le parole hanno un peso, le parole possono essere pietre, le parole possono essere pallottole. Io le chiedo di vergognarsi delle frasi che ha detto ieri, indirizzandole a persone che, le piaccia o no, sono degli avversari politici, non sono dei nemici, sono degli avversari politici. Io e lei abbiamo sul Jobs Act un'opinione completamente diversa, io e lei sul suo decreto-legge abbiamo un'opinione completamente diversa, ma da me non sentirà mai la parola “assassino” rivolgendomi a lei, capisce? Anche quando penso che sta creando disoccupati in questo Paese, anche quando penso che lei deve smetterla di passare il suo tempo a dare colpe e deve iniziare a trovare le soluzioni, perché forse non si è accorto che lei sta governando questo Paese in questo momento