20/09/2023
Arturo Scotto
GRIBAUDO, GUERRA, FOSSI, IACONO, LAUS, SARRACINO, FERRARI, GHIO, FORNARO e CASU
3-00654

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il Paese è ancora scosso dalla tragedia dei cinque lavoratori morti nella stazione di Brandizzo e dal continuo stillicidio di decessi che, a una media di tre al giorno, si registrano nei luoghi di lavoro;

   nonostante i numerosi interventi normativi, ancora nel 2022 l'Inail ha registrato 1.090 incidenti mortali sul lavoro e, da gennaio a luglio 2023, il bilancio delle morti sul lavoro ammonta a 559 vittime;

   tutti sembravano concordare con il monito per il quale «morire sul lavoro è un oltraggio ai valori della convivenza»;

   ciò accade quando, ciclicamente, si torna a ragionare su come sia centrale il tema della formazione continua, quale diritto universale ed esigibile per ciascun lavoratore, nella definizione di una nuova strategia di miglioramento della sicurezza e della prevenzione nei luoghi di lavoro, anche in considerazione dei costanti e travolgenti progressi della ricerca scientifica e tecnologica;

   anche alla luce di tali considerazioni, appare agli interroganti incomprensibile come si sia potuta definire da parte del Ministero interrogato una bozza di accordo da sottoporre alle regioni in materia di disciplina formazione obbligatoria, in attuazione del decreto legislativo n. 81 del 2008, fissandone il limite minimo obbligatorio in 10 ore per tutti i settori;

   è una soluzione davvero paradossale, che farebbe venir meno la differenziazione per la formazione specifica, attualmente prevista in 4 ore per i settori a basso rischio, 8 ore per i settori a rischio medio e 12 ore per quelli a rischio alto;

   nella bozza in questione la formazione specifica risulterebbe equiparata per tutti i settori e determinata in 6 ore;

   non solo, tra le modifiche proposte risulta anche un meccanismo che allargherebbe i parametri di accreditamento dei soggetti formatori, includendovi anche realtà con poca o nulla esperienza, nonché, in caso di subappalto, il trasferimento della responsabilità della formazione dal dirigente dell'azienda subappaltante al dirigente dell'impresa affidataria;

   qualora confermati i contenuti di tale bozza, si verrebbe a determinare a giudizio degli interroganti un'irresponsabile peggioramento della quantità e della qualità della formazione in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, che – con particolare riferimento ad alcuni settori, come l'edilizia – rappresenterebbe una pericolosissima inversione di tendenza –:

   quali urgenti iniziative intenda adottare per rivedere e correggere la suddetta bozza di accordo con le regioni, al fine non solo di non pregiudicare il livello di formazione dei lavoratori italiani, ma di renderla sempre più appropriata e al passo con l'evoluzione della ricerca scientifica e tecnologica.

Seduta del 20 settembre2023

Illstrazione di Valentina Ghio, risposta del Ministro del Lavoro e delle politiche sociale, replica di Chiara Gribaudo

VALENTINA GHIO. Grazie, signor Presidente. Il Paese è ancora scosso dalla tragedia dei 5 lavoratori morti a Brandizzo e dal continuo susseguirsi di morti nei luoghi di lavoro. È anche alla luce di questo che siamo rimasti sconcertati, signora Ministro, vedendo la bozza di accordo per le regioni in materia di formazione obbligatoria che fissa il limite minimo di 10 ore in tutti i settori, senza tener conto della necessaria differenziazione con la formazione specifica, che prevede anche 12 ore nei settori a rischio, mentre nella bozza al massimo arriva a 6 ore, quando sappiamo bene che il rischio non è uguale in tutti i settori. Se questi contenuti, incluse le modifiche qualitative al ribasso che sono contenute nella bozza, fossero confermati, si verrebbe a creare un irresponsabile peggioramento in quantità e qualità della formazione in materia di sicurezza sul lavoro, anche nei settori più a rischio come quello dell'edilizia.

Siamo, quindi, a chiederle, signora Ministro, quali urgenti iniziative intenda adottare per correggere la bozza, non solo per non tornare indietro con il livello di formazione rispetto alla sicurezza sul lavoro, ma per renderla più appropriata e tutelante, in coerenza anche con quanto è emerso in quest'Aula.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Il quesito posto mi consente di fare chiarezza su un tema importante, che è quello della formazione continua dei lavoratori, tema, peraltro, su cui le forze politiche di recente hanno mostrato unità di intenti votando all'unanimità una mozione sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

In particolare, rappresento che sono in corso i lavori per l'adozione dell'accordo di cui all'articolo 37 del decreto legislativo n. 81 del 2008, con il quale si intende provvedere all'accorpamento, alla rivisitazione e alla modifica degli accordi attualmente vigenti in materia di formazione sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. A questo scopo è stato inizialmente costituito un gruppo di lavoro composto da rappresentanti del Ministero, delle regioni, dell'INAIL e dell'Ispettorato nazionale del lavoro, nonché delle organizzazioni di parte datoriale e dei lavoratori, che si è riunito 3 volte tra maggio e luglio del 2022, periodo in cui il gruppo parlamentare cui sono iscritti gli onorevoli interroganti esprimeva il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, e sotto il cui mandato si sono tenuti diversi incontri.

Nell'ambito di questo gruppo di lavoro sia le parti sociali coinvolte che le regioni hanno reso alcuni utili contributi diretti alla redazione dello schema di accordo. Tuttavia, tenuto conto che i documenti pervenuti presentavano tra di loro notevoli differenze di carattere sostanziale, nel corso del precedente mandato governativo si è deciso di costituire un gruppo interistituzionale deputato all'elaborazione di un testo definitivo, da sottoporre successivamente alle parti sociali per le osservazioni di competenza, e così proseguire l'iter fino all'intesa Stato-regioni.

A seguito del lavoro di questo gruppo, il 26 aprile si è tenuta una riunione anche con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e datoriali, nel corso della quale si è provveduto all'avvio del confronto. L'11 agosto, al fine di consentire alle parti sociali di formulare eventuali osservazioni, è stata inviata una prima bozza di testo, rispetto alla quale, poiché si tratta proprio di una bozza, il gruppo di lavoro si è comunque riservato di effettuare ulteriori approfondimenti, sia di natura giuridica sia in ordine al contenuto della proposta, per poi presentare le risultanze del lavoro all'attuale vertice politico.

Il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è di importanza strategica per il Ministero del Lavoro e per il Governo, che ha avviato appositi tavoli tecnici e ha inserito dei primi urgenti interventi nel decreto-legge n. 48 del 2023. La recente approvazione della mozione unitaria presentata al Senato, per la quale la sottoscritta ha pronunciato il parere favorevole del Governo, impegna, tra gli altri temi, tutti i soggetti aventi titolo a rafforzare e a meglio definire la formazione in materia di sicurezza. Voglio rassicurare gli onorevoli interroganti che al momento non vi è una bozza definitiva di accordo da proporre alla Conferenza Stato-regioni per la materia oggetto dell'interrogazione.

Per quanto precedentemente esposto, intendo valutare personalmente e con attenzione tutti i contributi che giungeranno dalle parti sociali al fine di predisporre un documento finale che, anche sulla scorta delle prime risultanze e delle attività ispettive straordinarie in corso di svolgimento da parte dell'Ispettorato nazionale del lavoro, potenzi la formazione specifica, andando oltre la classificazione delle attività in base ai codici Ateco, per tutelare i lavoratori rispetto a tutti i rischi a cui sono effettivamente esposti.

L'attività di cui parlavo, rivolta al settore dell'edilizia e delle manutenzioni ferroviarie e stradali, evidenzia che le violazioni della normativa in materia di formazione obbligatoria hanno dato origine a un numero consistente di contestazioni. La formazione è uno dei tasselli fondamentali di un più ampio e necessario approccio alla salvaguardia del valore supremo della vita, che resta al centro dell'impegno di questo Governo e che vorremo presidiare attentamente.

CHIARA GRIBAUDO. Grazie, Presidente. Ministra, lei ha parlato di questa bozza, ha detto delle cose che francamente, però, faccio fatica a comprendere, perché non ho capito cosa pensi lei. Quello che ho visto è solo il solito giochetto di provare a scaricare su gruppi di lavoro, magari anche su responsabilità politiche precedenti al suo mandato di Ministra, ma ci sono due dati inequivocabili, anche rispetto alle grandi tragedie che stanno avvenendo in questo momento. Lei, da quando è Ministra, e il suo Governo avete allargato e inserito i subappalti a cascata, e questo è un elemento che va decisamente ad incidere sull'insicurezza dei lavoratori.

E questa bozza è uscita con lei Ministra. Allora voglio capire se lei ha intenzione di correggere questa distorsione, perché mai come in questo momento, quando stiamo cercando di fare uno sforzo, anche politico, trasversale e unitario per dire che servono più ore e più attenzione alla prevenzione, all'attenzione e alla formazione, lei, il suo Ministero e il suo Governo fate uscire una bozza che dice che le ore sono tagliate. Non si capisce qual è la strada.

Aumentate i subappalti a cascata, tutte delle scelte politiche che stanno danneggiando i lavoratori e le lavoratrici. Allora, Ministra, ci dica quello che intende fare lei, perché questo è un lavoro non condiviso nemmeno in Conferenza Stato-regioni, e dunque questo elemento ci fa dire che non c'è la volontà politica, purtroppo, al momento, di dare delle risposte concrete. Intanto, ahimè, le stragi aumentano, i morti sul lavoro stanno aumentando, ed è evidente che serve un aumento e una strategia nazionale, e rispetto a questo noi non abbiamo avuto nessun segnale, nessuna indicazione da questo Governo.

Non devo certo ricordarle, signora Ministra, come anche il Presidente della Repubblica abbia detto più volte e in più occasioni come evidentemente bisogna mettere in cima le priorità del mercato del lavoro, e in questo momento storico la sicurezza, perché è un bene comune ed è fondamentale agire con fermezza, allargando l'attenzione alla formazione, evitando l'allargamento di chi in qualche modo certifica la formazione, ma semmai restringendo, per promuovere una formazione di qualità. Esattamente l'opposto di quello che voi e lei state facendo.