29/10/2019
Lia Quartapelle Procopio
Boldrini, Fassino, La Marca, Andrea Romano, Schirò, Fiano.
3-01068

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il memorandum di intesa Italia-Libia – che definiva i comuni impegni in vista della stabilizzazione del Paese e del governo dei flussi di migranti clandestini e di contrasto ai traffici illeciti – firmato il 2 febbraio 2017 con validità triennale, potrà essere rinnovato tacitamente «salvo notifica per iscritto di una delle due Parti contraenti, almeno tre mesi prima della scadenza»;

   la Libia è un punto di transito e di partenza importante per i migranti, in particolare per quelli originari dell'Africa subsahariana, sottoposto ad una fortissima pressione migratoria, che il Paese è incapace di gestire da solo e che non può essere ignorata dalla comunità internazionale;

   rispetto al contesto nel quale sono maturati gli accordi del memorandum, c'è stato un cambiamento sostanziale in Libia: guerra civile nuovamente in atto e il riconoscimento della comunità internazionale che la Libia non possa considerarsi «porto sicuro», dati gli orrori documentati nei centri di detenzione per i migranti e durante i salvataggi in mare ad opera della Guardia costiera libica;

   in questi tre anni sono accadute gravissime violazioni dei diritti umani nel Paese, soprattutto a scapito dei migranti, diventati oggetto di un vero e proprio business per alcune autorità libiche corrotte e gruppi armati; Unhcr, Onu, Oim, organizzazioni non governative e la stampa internazionale ne hanno documentato le drammatiche condizioni di detenzione che non rispettano gli standard internazionali e sono state descritte come «crudeli, disumane e degradanti»;

   secondo l'ultimo rapporto Onu, sul territorio libico esistono 19 centri gestiti direttamente dal Governo libico – appena tre di questi accessibili da Onu, Oim e organizzazioni umanitarie – ma il numero delle prigioni ufficiose è ben più alto;

   il memorandum ha consentito la possibilità per le organizzazioni umanitarie di visitare alcuni dei campi di detenzione e verificare la protezione dei diritti umani nei suddetti campi;

   in un contesto estremamente difficile come quello libico, è necessario tenere vive le intese, ma monitorandole e migliorandone i termini, in un quadro normativo bilaterale che assicuri garanzie certe e verificabili di rispetto dei diritti umani e della loro piena tutela;

   il Presidente Conte ha dichiarato che ci saranno riunioni governative e un confronto con il Parlamento in merito al rinnovo degli accordi –:

   quale siano gli intendimenti in merito agli accordi in essere, alla necessità di rinegoziarli e alla richiesta Onu di chiudere i centri di detenzione per evacuare i richiedenti asilo in altri Paesi e, per il tempo strettamente necessario a completare la suddetta operazione, come si intenda agire per assicurare a Unhcr, Oim e Onu l'accesso ai campi previsto dal memorandum.