15/07/2014
Andrea Martella
Gnecchi, Albanella, Baruffi, Boccuzzi, Casellato, Dell'Aringa, Faraone, Cinzia Maria Fontana, Giacobbe, Gregori, Gribaudo, Incerti, Maestri, Martelli, Miccoli, Paris, Giorgio Piccolo, Rotta, Simoni, Zappulla, Rosato e De Maria
3-00945

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali – Per sapere – premesso che:
   i lavoratori sotto copertura di ammortizzatori in deroga si trovano da mesi in una condizione di oggettiva difficoltà;
   in molte regioni i pagamenti sono fermi al 2013 e da oltre 7 mesi non ricevono alcun contributo di sostegno al reddito;
   dopo i primi 400 milioni di euro stanziati il 22 gennaio 2014, si è in attesa della firma del Ministero dell'economia e delle finanze per sbloccare ulteriori 400 milioni che dovrebbero servire alle regioni per pagare le ultime mensilità del 2013 e avviare il pagamento delle prime mensilità del 2014;
   le citate risorse sono quelle previste dalla legge di stabilità che ammontano a circa 1 miliardo e 600 milioni di euro per l'anno 2014;
   le regioni avevano inizialmente siglato accordi con le organizzazioni sindacali, che avevano come data ultima quella del 30 giugno 2014, ma in diversi casi alcune regioni, come, ad esempio, il Veneto, hanno convenuto con le organizzazioni sindacali di prorogare fino al 31 agosto 2014 gli ammortizzatori che scadevano il 30 giugno 2014, e così anche Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Friuli Venezia Giulia;
   su tutti questi accordi pende l'emanazione del decreto interministeriale di riordino dei criteri di concessione degli ammortizzatori in deroga, in vista del superamento di tale strumento a partire dal 2016 disposto dalla «riforma Fornero»;
   la situazione economica non consente facile ottimismo in relazione a possibili riassorbimenti delle unità lavorative attualmente beneficiarie degli ammortizzatori in deroga;
   decine di migliaia di lavoratori sono in oggettiva difficoltà, non ricevendo da mesi il beneficio dell'ammortizzatore sociale;
   questi ritardi, tra l'altro, penalizzano doppiamente i lavoratori, perché, non percependo con regolarità l'ammortizzatore sociale, possono essere esclusi dal beneficio degli incentivi presenti per eventuali nuove assunzioni, in quanto rischiano di non figurare iscritti nelle liste di mobilità –:
   quali siano i tempi di erogazione degli ammortizzatori in deroga per l'anno 2014 e quali iniziative intenda assumere in merito al futuro di tale strumento.

Seduta del 16 luglio 2014

Illustrazione di Antonella Incerti, risposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, replica di Monica Gregori

Illustrazione: Signor Presidente, signor Ministro, premettiamo che i lavoratori sotto copertura di ammortizzatori in deroga si trovano da mesi in una condizione di oggettiva difficoltà. Stime dell'INPS dicono che al 9 giugno scorso sono circa oltre 338 mila i lavoratori in attesa di ricevere pagamenti. In molte regioni questi stessi pagamenti sono terminati e sono fermi al 2013 e da oltre sette mesi non ricevono alcun contributo di sostegno al reddito.
  Dopo i primi 400 milioni, stanziati lo scorso 22 gennaio, si è in attesa della firma del Ministero dell'economia e delle finanze per sbloccare ulteriori 400 milioni, che dovrebbero servire alle regioni per pagare le ultime mensilità del 2013 ed avviare il pagamento delle prime mensilità del 2014.
  Le citate risorse sono quelle previste dalla legge di stabilità, che ammontano a circa 1 miliardo e 600 milioni di euro per l'anno 2014. Le regioni avevano inizialmente siglato accordi con le organizzazioni sindacali, che avevano come data ultima il 30 giugno 2014, ma in diversi casi alcune regioni, come, ad esempio, il Veneto...hanno convenuto con le organizzazioni sindacali di prorogare fino al 31 agosto – e ho finito – gli ammortizzatori che scadevano il 30 giugno, così anche Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Friuli Venezia Giulia.

Risposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti: Signor Presidente, è noto come questo problema della cassa integrazione e della mobilità in deroga sia un problema molto pesante e al quale stiamo lavorando da mesi.
  Purtroppo la situazione che ci siamo trovati di fronte all'inizio di quest'anno è stata quella di un'inadeguata copertura finanziata, perché per il 2013 erano stati stanziati 2 miliardi 400 milioni e sono già stati impegnati altri 400 milioni all'inizio di gennaio e – posso darvi la notizia – oggi è stato firmato il nuovo decreto dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali e dal Ministro dell'economia e delle finanze per gli ulteriori 400 milioni, che appunto serviranno a completare il pagamento del 2013 ed avviare una parte dei pagamenti per il 2014.
  Detto questo, è evidente che, con 2 miliardi 400 milioni stanziati per il 2013 e 1 miliardo e 400 per il 2014, c'era un'evidente sproporzione dal punto di vista della copertura. Questa evidente sproporzione si è accentuata, avendo dovuto spostare quasi 800 milioni per il pagamento delle quote non coperte del 2013. Oggi si pone un problema di copertura che stiamo affrontando.
  Quindi, oggi abbiamo affrontato e risolto il tema del pagamento di questi ulteriori 400 milioni. Nell'arco della prossima settimana, reputo che sia possibile mettere a disposizione un'ulteriore copertura di circa 400 milioni di nuove risorse per aumentare la dotazione di copertura anche per il 2014 e la definizione di nuovi criteri per la gestione della cassa integrazione in deroga e della mobilità, perché abbiamo bisogno di costruire modalità di accesso a questi strumenti che consentano la tenuta sotto controllo dei costi. Il dato 2013 rende evidente che la situazione, così com'era normata, produceva un effetto che non è tollerabile dal punto di vista dei costi della finanza del nostro Paese.
  Insieme a questo voglio segnalare un dato che io considero positivo, che oggi è uscito dall'INPS e che riguarda la riduzione della domanda di cassa integrazione, ordinaria, straordinaria e in deroga, rispetto ai mesi precedenti. Credo che questo sia un buon dato positivo, perché da una parte dà il segno del fatto che nel nostro Paese l'economia comincia a dare qualche segno, almeno sul piano di una minore utilizzazione degli ammortizzatori sociali, e dall'altra parte, naturalmente, perché questo induce un minor onere sulle casse dello Stato e, quindi, dovrebbe il qualche modo consentirci di gestire questa situazione. Quindi siamo a questo punto e questa è la fase di attività del nostro Governo sulla materia.

Replica: Signor Presidente, signor Ministro, io trovo sconcertante il fatto, però, che si debba ricorrere ad un'interrogazione per dire al Governo di apporre una firma per lo sblocco di fondi che, come è già stato detto, erano stati previsti nella legge finanziaria e destinati agli ammortizzatori sociali, fondi che sono una fonte di reddito, oggi, purtroppo, per molte persone l'unica fonte a causa della forte crisi che attanaglia il nostro Paese.Dato che per il Governo e per noi tutti la priorità è quella di aiutare le famiglie in difficoltà, mi auguro – considerando, e sono felice di quello che lei, Ministro, ci ha detto, cioè la copertura del 2013, anche quel buco, che fino ad oggi non era stato coperto – che questi ritardi non vi siano più. Si valuti poi – e anche qui sono soddisfatta di quello che lei ci dice – sul fatto di vedere e di controllare la concessione di questi soldi alle aziende e come vengono concessi. Quindi, io credo che sia importante rivedere le modalità di concessione di questi fondi, perché oggi spesso questi fondi vengono dati ad aziende che non ne hanno assolutamente bisogno e li tolgono invece ad aziende che ne hanno veramente bisogno.