19/10/2017
Ettore Rosato
6-00359

 La Camera,
   premesso che:
    al Consiglio europeo che si svolgerà il prossimo 19-20 ottobre si esamineranno alcune delle questioni più urgenti riguardanti la migrazione, la difesa, la digitalizzazione, gli affari esteri e gli ultimi sviluppi sul negoziato sulla Brexit;
    la discussione sui singoli temi non potrà non tener conto del nuovo quadro internazionale che, in seguito alla vittoria alle presidenziali americane di Donald Trump, non appare orientato a stimolare la cooperazione fra gli Stati, ma spinge sempre più verso un confronto competitivo tra le singole nazioni; una fase che richiama l'Europa a ridefinire con urgenza un ruolo di protagonista quale attore globale;
    una risposta alle attuali sfide che rilanci il progetto con proposte ambiziose sul futuro dell'Europa può scongiurare l'inasprirsi di questioni nazionalistiche e indipendentistiche (vedi Brexit e referendum in Catalogna) e contenere le tentazioni nazional-populiste che spingono verso terreni incogniti, come l'uscita dall'euro. L'Unione è oggi più che mai chiamata a fare un salto di qualità per un compiuto processo di integrazione;
    il presidente francese E. Macron nel suo recente discorso alla Sorbona ha affrontato l'urgenza di tale sfida, richiamando le grandi questioni dell'agenda europea: sicurezza, difesa, lotta al terrorismo, procura e intelligence europee, protezione civile, politica di asilo e di frontiere comuni, rilancio di un robusto bilancio europeo contro le crisi future e un ministro delle finanze Ue con un proprio budget per gli investimenti nell'eurozona per le politiche espansive; le ambizioni europeiste del Presidente Macron posizionano finalmente la Francia accanto all'Italia per la rinascita del progetto europeo in un chiaro quadro federalista: sovranità, risorse, messa in comune delle politiche strategiche, maggiori investimenti per l'integrazione dei migranti e formazione di una lista transnazionale europea;
    anche il recente vertice italo-francese di Lione (oltre a superare i nodi dell'accordo tra Fincantieri e il gruppo Stx) ha segnato una tappa importante verso un nuovo partenariato tra Roma e Parigi su Europa, Libia e cooperazione militare; un partenariato che assume ancora più rilevanza all'indomani dei risultati elettorali in Germania, in vista di una nuova compagine di governo, e soprattutto alla luce del recente nopaper sul futuro dell'euro dell'ex ministro delle finanze tedesco Schäuble, il quale lascia in eredità al suo successore una proposta in controtendenza rispetto all'idea di una «rifondazione europea», attraverso la creazione di una sorta di Fondo monetario europeo con il fine dichiarato di limitare il ruolo della Commissione europea e i margini di flessibilità previsti dal sistema; un Fondo all'apparenza tecnico e neutrale, ma che in sostanza verrebbe utilizzato per imporre agli altri Governi le scelte degli azionisti di maggioranza;
    per quanto riguarda i temi specifici all'ordine del giorno del Consiglio, e in particolare quelli della migrazione, dovrà essere valutata ancora una volta l'efficacia delle misure fin qui adottate per controllare i flussi migratori illegali su tutte le rotte, le ulteriori misure necessarie per sostenere gli Stati membri in prima linea e decidere come rafforzare la cooperazione con l'UNHCR e l'OIM, con riferimento ai paesi di origine e transito dei flussi;
    continua lo scontro sul tema dei migranti e sulla mancata ricollocazione dei richiedenti asilo (da Italia e Grecia) tra Commissione Ue e i paesi del gruppo cosiddetto di Visegrad, in particolare Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, anche in seguito all'importante decisione della Corte di giustizia Ue che ha respinto i ricorsi di Slovacchia e Ungheria contro le quote di relocation, confermando la validità dei ricollocamenti e rafforzando la posizione dell'Italia;
    il Governo italiano ha svolto un'azione molto forte nei confronti della Commissione Ue per l'apertura di procedure di infrazione per palese violazione degli obblighi di solidarietà circa gli accordi sulla redistribuzione dei rifugiati nei confronti di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria;
    tuttavia, contemporaneamente, cinque Paesi (Francia, Germania, Austria, Danimarca e Norvegia) pressano la Commissione Ue per rendere più flessibili le regole sul ripristino dei controlli alle frontiere in caso di minacce per la sicurezza; conseguentemente la Commissione sta lavorando a una proposta di modifica del Codice Frontiere Schengen, al fine di prevedere in caso di minaccia grave all'ordine pubblico o alla sicurezza interna, oltre all'allungamento di un ulteriore anno di sospensione, anche la possibilità di estendere il blocco per ulteriori due anni, ancorché previa autorizzazione del Consiglio, per un totale di tre anni, se la minaccia persiste;
    appare di tutta evidenza che qualora si dovesse pervenire alla revisione di Schengen sarebbe altrettanto necessaria una contestuale e significativa revisione dell'anacronistico Regolamento di Dublino, altrimenti non potrebbe che aggravarsi il peso dei rifugiati e dei richiedenti asilo sui paesi di primo arrivo, in particolare sul nostro Paese;
    per quanto attiene alla sicurezza e difesa, i capi di Stato o di governo riprenderanno la discussione sulla cooperazione strutturata permanente (PESCO), già avviata durante il Consiglio europeo di giugno;
    gli ultimi Consigli europei (del 18 maggio e 19 giugno 2017) nelle loro conclusioni hanno ribadito l'impegno a rafforzare la cooperazione dell'Unione europea in materia di sicurezza esterna e difesa, segnalando i progressi compiuti anche con la dichiarazione congiunta firmata a Varsavia dai leader dell'Unione europea e della NATO. Le relazioni transatlantiche e la cooperazione UE-NATO restano elementi essenziali per la sicurezza in relazione all'evoluzione delle minacce, comprese quelle ibride e informatiche e il terrorismo. La conferenza ad alto livello sulla sicurezza e la difesa tenutasi a Praga il 9 giugno 2017 ha messo in rilievo la complementarità tra l'Unione europea e la NATO e la necessità di intensificare gli sforzi dell'Europa per potenziare la ricerca, le capacità e le operazioni nel campo della difesa;
    rileva in tale direzione il Piano d'azione Ue per la difesa comune, comprendente gli atti adottati dalla Commissione europea lo scorso giugno, relativi al documento sul futuro della difesa europea (COM(2017) 315 final), alla comunicazione per l'istituzione di un Fondo europeo per la difesa (COM(2017) 295 final) e alla proposta di Regolamento (COM(2017) 294 final) sul programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa;
    per quanto attiene all'Europa digitale il Consiglio dovrà valutare come cogliere le opportunità e affrontare le sfide della digitalizzazione, muovendo dalle discussioni avviate durante il Vertice europeo di Tallin sul digitale dello scorso 29 settembre;
    il Vertice di Tallin è stato preceduto da un'iniziativa congiunta di quattro Paesi membri (Italia, Francia, Germania e Spagna), con la successiva condivisione di altri dieci ministri e la presentazione di un documento contenente la strategia Ue sul tema delle tecnologie digitali. Tali tecnologie stanno trasformando rapidamente tutti i settori economici, con un impatto tale da offrire, da un lato, enormi opportunità per innovazione, crescita e posti di lavoro, e dall'altro, evidenziando aspetti di rischio a breve termine e nuove sfide per il futuro; dalla capacità di gestire tali sfide dipenderà la competitività del continente europeo e un suo diverso ruolo a livello globale;
    durante il Vertice di Tallin il Governo italiano ha sottolineato la necessità che la Commissione Ue presenti a breve una proposta sulla Web Tax, rendendosi ormai urgenti nuove regole per una tassazione equa e un uguale terreno di gioco per tutti nel digitale, ed ha avanzato la possibilità di agire attraverso una cooperazione rafforzata tra alcuni paesi se non si dovesse approdare a un accordo condiviso da tutti;
    per quanto riguarda i negoziati sulla Brexit il Consiglio europeo, nei formato UE a 27, potrà discutere anche degli ultimi sviluppi intervenuti nei negoziati, alla luce dei passi compiuti dal capo negoziatore della Commissione Michel Barnier e delle recenti dichiarazioni di Theresa May a Firenze, nonché delle relative condizioni per poter passare alla seconda fase del negoziato UE-UK;
    il Parlamento europeo, lo scorso 2 ottobre, ha bocciato l'andamento dei negoziati sulla Brexit, con una Risoluzione approvata a larghissima maggioranza in sede plenaria, chiedendo ai capi di Stato e di governo di rinviare la valutazione sui progressi nei negoziati cui è condizionata la seconda fase delle trattative sulle future relazioni tra Unione europea e Regno Unito, in considerazione dei progressi fino ad oggi ritenuti insufficienti per quanto riguarda i diritti dei cittadini europei, per la questione dell'Irlanda e l'Irlanda del Nord e la liquidazione degli obblighi finanziari del Regno Unito, nonché per il mancato riconoscimento della giurisdizione della Corte di Giustizia europea. Anche il capo negoziatore Ue, Michel Barnier, ha sostenuto che permangono divergenze serie con Londra su alcuni punti chiave, in particolare per quanto riguarda il regolamento finanziario;
    per quanto attiene alle relazioni esterne, alla luce dei recenti avvenimenti i leader dell'UE saranno chiamati ad esaminare specifiche questioni di politica estera riguardanti l'Iran, la Corea del Nord, la Turchia e la situazione dei diritti umani con particolare riferimento al Myanmar;
    relativamente alla fase di implementazione del trattato sul nucleare sottoscritto dall'Iran le più alte istituzioni europee hanno espresso, in diverse occasioni, soddisfazione relativamente all’iter di esecuzione dell'accordo, impegnando tutta l'Unione a offrire le massime rassicurazioni al riguardo;
    la presenza dell'Italia nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dà al nostro Paese una oggettiva e più stringente responsabilità relativamente alla gestione della crisi in corso in estremo oriente, generata dalle esercitazioni militari della Corea del Nord; a tale proposito è legittimo aspettarsi dal prossimo Consiglio europeo un'azione più incisiva dell'Unione europea sia nella linea di adottare misure originali e autonome sia in quella di implementare le risoluzioni dell'ONU;
    nell'aprile di questo anno il Parlamento europeo si è espresso a favore di una sospensione della richiesta di adesione della Turchia all'Unione europea, peraltro già sostanzialmente congelata mentre lo scorso primo ottobre, in un discorso al parlamento turco, il Presidente Erdogan dichiarava: «la Turchia non ha più bisogno di entrare nell'Unione europea ma non abbandonerà mai unilateralmente i negoziati per l'adesione»; è ancora opportuno menzionare la vigenza dell'accordo tra Unione europea e Turchia sulla gestione migranti mentre, per altro verso, è in corso una crisi dei visti senza precedenti tra questa e gli Stati Uniti d'America;
    pur non essendo parte dell'ordine del giorno del Consiglio è opportuno qui ricordare i successi ottenuti nel vertice presieduto dall'Italia dell'11-12 luglio a Trieste tra i paesi membri del cosiddetto processo di Berlino come la firma del trattato che istituisce la Comunità dei Trasporti tra l'Unione europea e i sei paesi dei Balcani occidentali extra-UE (Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia) non firmato tuttavia ancora dalla Bosnia, e l'approvazione di altri sette progetti infrastrutturali per l'apertura dei corridoi transeuropei. A questi passi avanti non ha tuttavia corrisposto un miglioramento del dialogo relativamente alle numerose dispute territoriali tuttora presenti tra i paesi della regione come quelle relative allo status del Kosovo e al nome della Macedonia. L'integrazione dei sei paesi balcanici nell'Unione europea rappresenta un obiettivo strategico per assicurare la stabilizzazione di una regione storicamente conosciuta per rappresentare il contrario, le recenti dichiarazioni del Presidente Gentiloni relativamente all'Albania vanno proprio in questa direzione,

impegna il Governo:

   1) a proseguire nell'impegno fin qui svolto per rafforzare il progetto di integrazione europea e in favore di azioni comuni ambiziose, in particolare nella gestione della sicurezza, nelle questioni migratorie, negli investimenti in Africa e in favore di una rinnovata architettura economica europea contrassegnata dal rilancio di politiche di espansione e di crescita;
   2) a continuare l'azione europea perseguendo le priorità emerse nei vertici di Bratislava e La Valletta e dando seguito all'ambizioso programma di rilancio dell'Unione stabilito con la dichiarazione di Roma, concepite per rilanciare il progetto dell'Europa, anche in risposta alla Brexit, nel cui negoziato dovranno essere tutelati prioritariamente i diritti dei cittadini europei residenti in Regno Unito;
   3) a proseguire l'impegno, anche nel contesto del prossimo Consiglio europeo, per sostenere la candidatura di Milano a sede dell'Agenzia europea per i medicinali (EMA) così come sancito dalla mozione 1-01714, approvata dalla Camera dei deputati lo scorso 4 ottobre;
   4) per quanto riguarda i temi dell'immigrazione, a continuare l'azione in tutte le sedi europee competenti al fine di pervenire al superamento del Regolamento di Dublino, in direzione di un sistema comune di asilo, mediante la creazione di un ufficio europeo per il diritto d'asilo e l'omologazione delle regole per accordarlo in ogni Paese dell'Unione, nonché ad attivarsi al fine di ottenere un maggiore investimento di risorse per l'integrazione dei migranti accolti in Europa;
   5) a proseguire nell'azione volta a una maggiore cooperazione a livello europeo con particolare riguardo al rifinanziamento del Trust Fund UE ed agli accordi di partenariato con i Paesi africani di origine e transito dei flussi, rafforzando l'impegno con riferimento alla Libia per una sua stabilizzazione e un controllo dei flussi migratori dalle sue coste, nonché a lavorare affinché i campi profughi vengano migliorati sotto il profilo dei diritti umani, con la cooperazione di OIM e UNHCR;
   6) a proseguire il percorso in favore del progetto di difesa e industria europea e la cooperazione strutturata permanente sulla difesa (PESCO) imposta dalle rilevanti sfide geopolitiche, adoperandosi, altresì, per aiutare l'industria e la ricerca nazionali al fine di poter concorrere in condizioni di effettiva parità con altri Paesi per l'accesso ai fondi del Piano d'azione, per non disperdere il patrimonio produttivo italiano nel settore della difesa ed evitare che le aziende nazionali possano essere penalizzate nell'ambito dei processi d'integrazione e razionalizzazione del settore della difesa a livello europeo (tenendo conto del rafforzamento franco-tedesco nel settore), con impatti negativi in termini di occupazione;
   7) a rafforzare l'azione dell'Esecutivo, in tutte le sedi europee competenti, riguardante la richiesta, già avanzata, affinché l'Italia divenga membro effettivo (e non solo associato) dell'Eurocorpo, tenendo conto che il nostro Paese è quello più esposto verso l'Africa e il Medioriente e che far parte di un embrione di esercito comune è vitale sia per gli interessi geopolitici che per l'industria e la ricerca;
   8) ad attivarsi, anche in raccordo con altri Paesi membri, affinché si realizzi concretamente una procura antiterrorismo europea in considerazione della necessità di fare un salto di qualità nella risposta di contrasto e prevenzione al terrorismo a livello Ue, e non più solo a livello di singoli Stati;
   9) a proseguire l'impegno, per ciò che attiene all'economia digitale, in linea con la strategia e le priorità indicate nel documento dei quattro Paesi membri, in occasione del Vertice di Tallin, in favore di misure per la creazione di piattaforme europee, in particolare per le piccole e medie imprese, atte a ridurre il divario digitale, affinché la Commissione Ue presenti al più presto una proposta efficace e condivisa sulla Web Tax, attivandosi, altresì, a che sia accolta la proposta italiana di pervenire a una decisione mediante cooperazione rafforzata, qualora non si dovesse raggiungere un accordo fra tutti gli stati membri;
   10) a rafforzare ogni iniziativa dell'Unione europea finalizzata ad assicurare la pace e la stabilità delle relazioni internazionali, con particolare riferimento alla necessità di preservare l'accordo sul nucleare iraniano, di assicurare una risposta ferma e coesa della comunità internazionale alla sfida posta al regime internazionale di non proliferazione dalla Corea del Nord, ma anche di proteggere e promuovere il rispetto dei diritti umani e della democrazia nel mondo a partire dalla crisi in corso nel Myanmar;
   11) a promuovere in sede comunitaria una riflessione sul ruolo della Turchia che chiarisca i termini delle relazioni bilaterali tra questo Paese e l'Unione europea, senza chiudere le porte ad una futura prospettiva di adesione, e che sia orientata ad assicurare la cooperazione di questo Paese nella costruzione della pace e della stabilità nella regione mediorientale.