10/01/2024
Chiara Braga
Provenzano, Graziano, Amendola, Ascani, Carè, De Maria, Fassino, Boldrini, Porta, Quartapelle Procopio
6/00080

La Camera,

premesso che:

1) l'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione russa rappresenta una violazione di princìpi e norme che regolano la vita della comunità internazionale e, in particolare, il rispetto dell'indipendenza, sovranità e integrità territoriale di ogni Stato;

2) la Federazione russa si è resa colpevole di una gravissima violazione del diritto internazionale, aggredendo l'Ucraina, anche attraverso atrocità e azioni ostili nei confronti di obiettivi civili;

3) in linea con la Carta delle Nazioni Unite e con il diritto internazionale, l'Ucraina ha esercitato il suo legittimo diritto di difendersi dall'aggressione russa per riconquistare il pieno controllo del proprio territorio e liberare i territori occupati entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale;

4) il Governo italiano — allora presieduto dal presidente Draghi – ha condannato immediatamente e con assoluta fermezza l'aggressione russa all'Ucraina, inaccettabile e ingiustificata, e tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento hanno espresso analoga condanna; il Governo ha fornito sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, lavorando al fianco degli alleati europei e della Nato per rispondere immediatamente, con unità e determinazione, alla crisi militare ed umanitaria che ne è nata;

5) anche l'Unione europea ha costantemente ribadito la ferma condanna dell'aggressione russa e il pieno sostegno al diritto naturale di autotutela dell'Ucraina, in linea con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale, per la sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale;

6) la guerra voluta dalla Russia, infatti, ha provocato e continua a provocare ingenti perdite umane, sofferenze, distruzioni, nonché consistenti flussi di profughi e una grave emergenza umanitaria;

7) dopo quasi due anni dall'inizio del conflitto, non si fermano gli attacchi perpetrati dalla Russia a danno dei civili e delle infrastrutture critiche dell'Ucraina, anzi, proprio nell'ultimo periodo sono tornati ad intensificarsi in maniera costante e massiccia i bombardamenti sulla capitale e sulle principali città ucraine, sono stati colpiti ospedali e obiettivi civili con numerose vittime e sono frequentissimi blackout energetici in tutto il Paese;

8) la popolazione ucraina vive in condizioni disperate e sempre più stremata dal perdurare dell'aggressione russa; 17,6 milioni di ucraini, quasi la metà della popolazione, necessita di assistenza e protezione umanitaria, secondo le Nazioni Unite: si tratta di un aumento significativo rispetto ai tre milioni di persone assistite all'inizio del 2022, prima dell'invasione russa;

9) l'Unione europea, inoltre, si è da subito adoperata per sostenere con forza l'economia, la società e la futura ricostruzione dell'Ucraina: dall'inizio della guerra di aggressione della Russia, l'Unione europea e i suoi Stati membri hanno messo a disposizione per il sostegno dell'Ucraina e della sua popolazione oltre 31 miliardi di EUR in assistenza finanziaria, di bilancio e umanitaria, 17 miliardi di EUR in sostegno ai rifugiati all'interno dell'Unione europea e 9,45 miliardi di EUR in sovvenzioni, prestiti e garanzie forniti dagli Stati membri dell'Unione europea;

10) il regime russo è rimasto sordo ai ripetuti appelli per porre fine alla guerra di aggressione mossi dalla comunità internazionale – tra cui, con forza, Papa Francesco – e ha più volte minacciato il ricorso ad armi nucleari di distruzione di massa;

11) sebbene l'Unione europea si sia profusa sin dall'inizio del conflitto per garantire, in un quadro multilaterale, sostegno e solidarietà alla popolazione e alle istituzioni ucraine, gli sforzi compiuti fin qui per la costruzione di una soluzione di pace appaiono ancora insufficienti; crediamo convintamente che le iniziative diplomatiche debbano intensificarsi e che l'Unione europea debba far valere maggiormente il proprio peso politico nello scacchiere internazionale, anche con i paesi politicamente vicini alla Federazione Russa, per il perseguimento di una pace giusta e sicura;

considerando che:

12) le cessioni di mezzi, materiali e armamenti avvengono a titolo non oneroso per il governo ucraino ma, al pari di quelle realizzate dagli altri Stati membri, sono parzialmente rimborsate dall'Unione europea attraverso i fondi dello «Strumento europeo per la pace» (European Peace Facility), che il Consiglio europeo ha peraltro chiesto di aumentare, sulla scorta della proposta dell'Alto Rappresentante;

13) la Commissione europea in questi quasi due anni ha adottato 12 pacchetti di sanzioni verso membri delle forze armate russe, funzionari ufficiali e aziende operanti nel settore della difesa ma anche membri della Duma, dei ministeri, dei partiti politici e governatori;

14) il Parlamento italiano si è adoperato sin dallo scoppio della guerra, anche nel quadro della cooperazione europea ed internazionale, per assicurare sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni, attivando, con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni necessarie a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di qualsiasi altra natura, anche militare, votando a larghissima maggioranza, le risoluzioni in materia, a partire dalla risoluzione 6-00207 del 1° marzo 2022 e approvando il decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28, nella quale, grazie all'iniziativa del Partito Democratico, è stata introdotta la previsione che obbliga i Ministri della difesa e degli affari esteri e della cooperazione internazionale a riferire alle Camere, con cadenza trimestrale, sull'evoluzione della situazione in atto;

15) accogliamo favorevolmente che il Consiglio europeo abbia annunciato l'apertura dei negoziati di adesione dell'Ucraina all'Unione europea e constatiamo con rammarico che il Presidente ungherese Victor Orban non abbia partecipato al voto per l'adesione dell'Ucraina nell'Unione europea e abbia invece posto il veto alla revisione del bilancio dell'Unione, bloccando di fatto il pacchetto di aiuti da destinare a Kiev,

impegna il Governo:

1) a sostenere il ruolo dell'Italia in un rinnovato e più incisivo impegno diplomatico e politico dell'Unione europea, in collaborazione con gli alleati Nato e in un quadro multilaterale, anche con l'auspicio di poter ospitare una futura conferenza di pace a Roma, per mettere in campo tutte le iniziative utili al perseguimento di una pace giusta e sicura;

2) a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, anche al fine di assicurare quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite – che sancisce il diritto all'autodifesa individuale e collettiva – confermando tutti gli impegni assunti dall'Italia nel quadro dell'azione multilaterale, a partire dall'Unione europea e dall'Alleanza Atlantica, rispetto alla grave, inammissibile ed ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina;

3) ad adoperarsi in ogni sede internazionale per l'immediato cessate il fuoco e il ritiro di tutte le forze militari russe che illegittimamente occupano il suolo ucraino, ripristinando il rispetto della piena sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina;

4) ad adoperarsi, già a partire dal prossimo vertice europeo, affinché vengano superate le resistenze dell'Ungheria sul sostegno agli aiuti europei per l'Ucraina;

5) a proseguire l'azione fattiva e costante già svolta dall'Italia per il sostegno della popolazione ucraina in patria, nonché a implementare le misure di accoglienza adottate per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori;

6) ad adoperarsi in sede europea e internazionale per promuovere azioni di solidarietà nei confronti dei cittadini russi perseguitati, arrestati o costretti a fuggire dal Paese, per aver protestato contro il regime e contro la guerra.