Diritti

Dl Immigrazione: minori non accompagnati il nuovo nemico

29/11/2023

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LA DESTRA INCAPACE DI AFFRONTARE IL FENOMENO MIGRATORIO

 

La maggioranza di destra ha approvato alla Camera il decreto-legge n. 133 del 5 ottobre 2023, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale.

Il Partito democratico ha votato contro.

In poco più di un anno di governo Meloni, questo è il quarto decreto che si occupa di immigrazione, uno ogni tre mesi, in una continua rincorsa a un fenomeno, quello migratorio, che la destra non sa gestire e probabilmente non vuole risolvere.

Il numero di sbarchi, rispetto all’anno scorso, è più che raddoppiato passando dai circa 94mila agli attuali 151mila, e quasi triplicato rispetto al 2021 quando gli sbarchi furono circa 61mila.

La destra continua ad affrontare l’immigrazione come fosse un fenomeno emergenziale e non strutturale, quale invece è. Inasprisce pene, individua nuovi responsabili, riduce protezioni e tutele previste dalla Costituzione e dal diritto internazionale, senza riuscire a fare un solo passo avanti nel terreno dell’accoglienza e dell’integrazione.

Con il decreto-legge n. 1 del 2023 ha dichiarato guerra alle Ong, considerandole il fattore scatenante dell’aumento di sbarchi, quando tutti i dati dimostrano che quell’affermazione è falsa. Ha reso loro la vita impossibile, impedendo i salvataggi multipli e spedendo le navi in porti lontani rispetto ai salvataggi effettuati.

Con il decreto-legge n. 20 del 2023, il cosiddetto decreto Cutro, che cinicamente ha preso il nome del luogo di una strage di migranti, e che invece di prevedere norme per migliorare e potenziare i salvataggi in mare, intervenire per creare nuovi canali legali, contiene misure volte a peggiorare le condizioni di persone che si trovano esattamente nella condizione di quelle morte nel naufragio. E, tra le altre cose, dispone l'abrogazione di molte norme relative ai permessi di soggiorno per protezione speciale, prevede l’impossibilità per i richiedenti asilo di essere inseriti nei circuiti della Rete SAI (il sistema di accoglienza e integrazione costituito da piccoli centri che favoriscono l'integrazione), prevede per i richiedenti asilo la possibilità di essere trattenuti negli hotspot e addirittura nei CPR, che sono luoghi di reclusione.

Con il decreto-legge n. 124, un provvedimento sul Mezzogiorno del Paese, nel quale sono state inserite alcune norme in materia di immigrazione, prevedendo l'estensione del periodo di permanenza nei CPR fino a 18 mesi.

A questo si aggiunga la norma incivile sulla cauzione di 5.000 euro per non finire in un centro di accoglienza, e l'Accordo con l'Albania per costruire su suolo albanese centri di accoglienza italiani, che costerà molto, complicherà tanto e non risolverà nulla.

E infine, almeno ad oggi, questo decreto-legge n. 133, nel quale si individua un nuovo e pericolosissimo nemico per l’Italia: i minori non accompagnati.

La mancanza di una visione, l’assenza di una strategia complessiva, porta purtroppo a questo: un continuo rincorrersi di provvedimenti, senza un disegno d’insieme, che di volta in volta prende di mira questo o quello, senza produrre alcun miglioramento, e nella maggior parte dei casi producendo invece soltanto peggioramenti nella vita di chi arriva e di chi è già qui, peggiora il lavoro delle strutture di prima accoglienza e quello dei comuni che dovrebbero essere il fulcro dell’accoglienza diffusa.

È solo propaganda, e per giunta della peggior specie perché fatta sulla pelle dei più deboli, di chi è in una situazione di difficoltà, sulla pelle di chi ha perso tutto, e adesso addirittura sulla pelle dei minori, sulla pelle di ragazzini che arrivano in Italia da soli.

Il testo, infatti, prolunga ulteriormente il limite dei giorni di trattenimento da 30 a 45 per chi ha meno di 16 anni, e da 90 a 150 giorni per quelli che hanno dai 16 anni in su. Particolarmente allarmanti sui minori non accompagnati sono poi le norme relative alla possibilità concessa al prefetto di disporre il provvisorio inserimento dei minori, qualora a una prima analisi appaiano essere di età superiore a 16 anni, nelle strutture di prima accoglienza e di accoglienza straordinaria per adulti.

Il governo ha addirittura respinto in Aula un ordine del giorno presentato dal PD che chiedeva il rispetto del principio universale del "superiore interesse dei minori". La scelta di mettere i minori stranieri non accompagnati negli stessi dei centri di accoglienza per gli adulti è di per sé è un grande errore per l'inevitabile promiscuità che si verrà a creare.

A tutto ciò si aggiunge l’articolo 5 il quale prevede che l'autorità di pubblica sicurezza possa disporre lo svolgimento di rilievi antropometrici e di altri accertamenti sanitari, anche radiografici, volti all'individuazione dell'età, così derogando al protocollo multidisciplinare per la determinazione dell'età dei minori non accompagnati.

Metodi di accertamento dell'età che vengono da molti considerati superati e inefficaci.

E ancora, questo decreto deroga ai parametri di capienza massima previsti per i centri di accoglienza straordinaria e governativi, consentendo di collocare un numero di richiedenti fino al doppio della capienza massima prevista, con forti ripercussioni sui più basilari diritti dei richiedenti.

 

 

 

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