Giustizia

Dopo il divorzio un assegno più giusto ed equo

15/05/2019

CON LA NOSTRA PROPOSTA DI LEGGE L'ITALIA DIVENTA UN PAESE PIU' EUROPEO

 

Approvata a larghissima maggioranza dalla Camera, con la sola astensione di Fratelli d'Italia, la proposta di legge (prima firmataria Alessia Morani) che stabilisce che il criterio guida che deve assistere il giudice del divorzio è quello dell’equo bilanciamento degli interessi coinvolti dallo scioglimento del matrimonio. Ora il testo va al Senato. 

 

IL NUOVO ASSEGNO DI DIVORZIO

L’obiettivo è di garantire un equo bilanciamento degli interessi in gioco in occasione dello scioglimento del matrimonio e dell'unione civile, evitando che tale circostanza sia causa di un indebito arricchimento, da una parte, o di un degrado esistenziale del coniuge economicamente debole.

Ad esempio, i dati statistici rilevano che la maternità comporta, in media, una riduzione del 30% del reddito delle donne e che questo non è destinato ad essere completamente recuperato nel corso della carriera lavorativa.

Con la sentenza di divorzio, il tribunale può disporre a carico di un coniuge l’obbligo di versare all’altro coniuge un assegno. Rispetto alla normativa vigente, che collega il diritto di uno dei due coniugi a percepire l'assegno quando è sprovvisto di mezzi adeguati o nell'impossibilità di procurarseli per ragioni oggettive, il testo approvato elimina questo presupposto.

Nel prendere la decisione il giudice dovrà valutare e bilanciare i seguenti criteri:

  1. la durata del matrimonio.
  1. le condizioni personali ed economiche in cui i coniugi vengono a trovarsi a seguito dello scioglimento del matrimonio;
  1. l'età e lo stato di salute del soggetto richiedente;
  1. il contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio
  1. il patrimonio e il reddito netto di entrambi;
  1. la ridotta capacità reddituale dovuta a ragioni oggettive, anche in considerazione della mancanza di un'adeguata formazione professionale o di esperienza lavorativa, quale conseguenza dell'adempimento dei doveri coniugali nel corso della vita matrimoniale;
  1. l'impegno di cura di figli comuni minori, disabili o comunque non economicamente indipendenti.

 

Inoltre:

   Si velocizzano le procedure per la sentenza di divorzio;

   Viene previsto l’assegno a termine;

   NO all’assegno in caso di nuovo legame