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Rendere più efficace la lotta alle mafie
Specifiche sezioni nei tribunali e un Fondo per il credito delle aziende sequestrate
I cittadini onesti, la concorrenza leale
Confiscare i beni di provenienza mafiosa, prosciugare il riciclo di soldi sporchi, contrastare le mafie colpendo il loro patrimonio illecito: per questa legge abbiamo lavorato sulla scia della legge che porta il nome di Pio la Torre e Virginio Rognoni, e che indicò con forza l’esempio di Giovanni Falcone.
Il provvedimento si muove su un doppio binario: da una parte presenta misure di contrasto sistematico alle organizzazioni criminali per colpirle nelle imprese illecite; dall’altra prevede misure economiche di sostegno alle imprese stesse affinché continuino la propria attività anche dopo la confisca o il sequestro. Solo così possiamo tutelare tutte le persone oneste che vi lavorano e smentire l’odiosa convinzione che “la mafia dà lavoro, lo Stato no” .
Si allarga la cerchia dei destinatari di misure di prevenzione: oltre a chi è indiziato per aver aiutato latitanti di associazioni a delinquere, la riforma inserisce anche chi commette reati contro la pubblica amministrazione, come peculato, corruzione (ma solo nel caso di reato associativo) - anche in atti giudiziari - e concussione; misure di prevenzione personale e confisca dei beni è prevista anche per chi accusato di terrorismo e stalking.
La riforma del Codice Antimafia nasce da una proposta di legge di iniziativa popolare presentata nel 2013 da 120mila cittadini e promossa da diverse associazioni con l’obiettivo di dare maggiore efficacia alle norme sulla gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
Tra le misure contenute:
• le modifiche al ruolo e alle funzioni
dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati;
• l’istituzione di un nuovo Fondo per il credito
delle aziende sequestrate;
• l’ampliamento dei soggetti attivi e passivi;
• la tutela dei terzi creditori;
• la trasparenza nella scelta degli
amministratori giudiziari;
• la delega al Governo per individuare
specifici incentivi e ammortizzatori sociali per il
lavoratori delle aziende confiscate e sequestrate;