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LAVORO PUBBLICO,
LA SVOLTA BUONA

Meno burocrazia, più semplicità, più risparmi

Obiettivo

Premiare chi lavora

Chi ne beneficia

Il rapporto fra tutti i cittadini e chi lavora nel settore pubblico

Risultati

Smartworking, rinnovo del contratto, nuove norme sui concorsi, tetto agli stipendi, procedimenti disciplinari più rapidi

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Chi lavora per lo Stato non è un perditempo, non guadagna cifre alte e viene punito se non adempie a suoi compiti. È così che abbiamo voluto cambiare veramente l’immagine (e la sostanza) dell’impiegato pubblico. Un processo di modernizzazione che fa crescere tutto il Paese.

STOP A I FURBETTI
Per tutelare cittadini e lavoratori è stata adottata una procedura accelerata per chi viene sorpreso, in flagranza, a ingannare sulla presenza in servizio. Il dipendente viene sospeso nell’arco di 48 ore. Al termine del procedimento, che dura 30 giorni e rispetta pienamente il diritto alla difesa, se ritenuto responsabile è fuori dalla PA. Prevista la responsabilità del dirigente che non denuncia.
Le norme 1
Le norme 2

LO SMARTWORKING ENTRA NELLA PA
Non è più il telelavoro ma un’organizzazione diversa che non conta solo le ore effettuate e il luogo fisico e si avvale dei nuovi strumenti (tablet, smartphone). L’obiettivo è conciliare meglio i tempi di vita e lavoro, in particolare per chi è genitore. Entro il 2020 le Amministrazioni pubbliche dovranno prevedere la possibilità di impiegare fino al 10% dei lavoratori pubblici in lavoro agile (“smartworking”), su base volontaria, mantenendo inalterate le opportunità di crescita e di carriera.
Le norme

RINNOVO DEL CONTRATTO
Dalla riduzione dei comparti di contrattazione (da 11 a 4), passando per l’accordo sindacale del 30 novembre 2016, fino all’emanazione dell’atto di indirizzo all’ARAN, il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici è stato sin dall’inizio un obiettivo della legislatura dopo anni di blocco contrattuale. A differenza del passato, per gli aumenti economici ci sarà una particolare attenzione ai redditi bassi, che in questi anni hanno sofferto maggiormente la crisi.
Le norme

STOP AL PRECARIATO STORICO
Entro il 2020 chi, negli ultimi 8 anni e per più di tre, anche non continuativi, ha lavorato a servizio della Pubblica Amministrazione, verrà assunto. Chi ha superato un concorso pubblico potrà essere chiamato direttamente, mentre per gli altri ci sarà una quota riservata (50%) nei concorsi che le amministrazioni prevedranno nel prossimo triennio. Un’operazione che coinvolgerà circa 50.000 lavoratori.

TETTO AGLI STIPENDI
Più equità ed incentivi al ricambio negli incarichi. Abbiamo fissato un tetto di 240.000 euro lordi per tutti i compensi e gli stipendi del settore pubblico (nessuno che sia retribuito con risorse pubbliche può guadagnare complessivamente più del Presidente della Repubblica). Abbiamo abolito la norma che consentiva ai dipendenti pubblici di rimanere in servizio oltre l’età pensionabile e, per favorire il rinnovamento generazionale, stabilito che i pensionati non potranno essere retribuiti per svolgere incarichi e consulenze nella PA.
Le norme




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