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Allargare ai lavoratori autonomi diritti e tutele fondamentali
2 milioni di lavoratori
50 milioni di euro l’anno e taglio dell’aliquota previdenziale
Sono lavoratori come gli altri, ma non avevano gli stessi diritti né le stesse tutele. Lavoratori di serie B, partite Iva, freelance e professionisti, sono stati per vent’anni abbandonati nel far west della flessibilità. Lo Statuto del lavoro autonomo (non imprenditoriale) ha riempito il vuoto ed ha esteso a 2 milioni di lavoratori diritti essenziali come la maternità, la malattia, il giusto compenso e la disoccupazione.
DIRITTI CONTRATTUALI
Nuovi strumenti legali per proteggersi da eventuali
scorrettezze dei committenti: 60 giorni per i
pagamenti, oltre i quali scattano gli interessi di
mora; divieto per il datore di lavoro di recedere
o modificare unilateralmente il contratto che,
se richiesto dal lavoratore, deve essere in forma
scritta altrimenti è nullo; meccanismi per impedire
compensi inadeguati; equiparazione degli
autonomi alle imprese per partecipare a bandi e
appalti pubblici e per accedere ai fondi europei.
NUOVE TUTELE
Le madri iscritte alla gestione separata hanno
diritto alla maternità: la gravidanza non può più
comportare la fine del rapporto di lavoro, così come
un infortunio o una malattia. I congedi parentali
salgono da 3 a 6 mesi e sono fruibili fino ai tre anni
del bambino.
Se perdono il lavoro, co.co.co. e co.co.pro (e
da luglio 2017 anche assegnisti e dottorandi
di ricerca), possono contare su un’indennità
di disoccupazione, la “DIS-COLL” che, da
sperimentale, diventa strutturale.
FISCO, PENSIONI e AGEVOLAZIONI
Con la Legge di Stabilità 2016 l’aliquota scende
definitivamente al 25% a fronte del 33% previsto dalla Riforma Fornero. A questo si aggiunge il
cumulo gratuito dei contributi pensionistici, esteso
ai lavoratori autonomi con la Legge di Bilancio 2017.
Le spese per la formazione e l’aggiornamento
professionale diventano deducibili al 100% fino
a 10 mila euro.
LAVORO AGILE
La legge definisce e regola anche il lavoro agile
o smart working, quel lavoro che si svolge sia
dentro che fuori l’ufficio o l’azienda con strumenti
informatici e orari flessibili e che può facilitare
la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Il
lavoratore “agile” è un dipendente a tutti gli effetti
che ha diritto ad un trattamento economico e
normativo come quello dei colleghi con le stesse
mansioni; i tempi di lavoro sono sempre concordati
e comunque non superiori all’orario di lavoro
giornaliero e settimanale.
2 MILIONI
di lavoratori autonomi hanno più diritti e tutele
50 MILIONI
l’anno di finanziamento
MATERNITÀ
anche per le donne lavoratrici autonome