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Aggredire il rapporto tra mafia e politica
Rendere più efficace il contrasto al reato di scambio elettorale politico–mafioso.
Aggiornata la legislazione antimafia
Le mafie sono un cancro. Colpiscono il tessuto del paese, si insinuano negli affari, nella società, nella politica. In Italia come all’estero.
Abbiamo reso la nostra legislazione, con questo e con altri provvedimenti, la più avanzata ed efficace. Anche se le leggi non bastano.
Ci vogliono comportamenti coerenti di chi, ancor oggi, si gira dall’altra parte e fa finta di niente. Già all’indomani della strage di Capaci era stato introdotto nel codice penale il reato di scambio elettorale politico-mafioso, il cosiddetto art.416-ter.
Ma alcuni difetti strutturali lo avevano reso di fatto inefficace a reprimere il fenomeno della contiguità politico-mafiosa: con la nuova legge, chi scende a patti con organizzazioni mafiose per farsi sostenere in una competizione elettorale viene punito non solo quando vi sia scambio di denaro, ma anche a fronte di qualsiasi altra utilità come appalti, posti di lavoro, abusi edilizi, aggiustamenti di processi.
LE NOVITÀ
L’attuale 416-ter punisce con la reclusione da 6
a 12 anni lo scambio di promesse tra il politico
e il mafioso: da un lato la promessa del mafioso
(o un suo emissario) di procurare voti mediante i
metodi e le intimidazioni dell’associazione mafiosa;
dall’altro la promessa (o l’erogazione) da parte del
politico di denaro o altre utilità a favore della mafia.
UNA NORMA FINALMENTE APPLICABILE
La riforma ha riscosso espliciti consensi da parte del
Procuratore nazionale antimafia e del presidente
dell’Autorità anticorruzione. Dice Franco Roberti: “Abbiamo una norma perfetta e veramente utile a
contrastare lo scambio tra politica e mafia. C’è uno
strumento in più per contrastare le connessioni
politico-mafiose che sono, come sappiamo tutti,
la vera forza delle mafie. Abbiamo reso la nostra
legislazione, con questo e con altri provvedimenti,
più avanzata ed efficace.