Data: 
Lunedì, 25 Febbraio, 2019
Nome: 
Filippo Sensi

A.C. 1409

 

Grazie, Presidente. Come ricordavano i colleghi, la presente proposta di legge si compone di due soli articoli, di cui il secondo reca la consueta clausola di invarianza finanziaria. Il suo contenuto normativo è invece concentrato nel primo articolo, che abilita il Governo a emanare disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi con i quali è stata esercitata la delega per la riforma della legislazione sulla crisi di impresa. Si tratta, come appare evidente, di una sostanziale, mera integrazione della legge delega n. 155 del 2017, con la quale si è avviato il processo di riforma dell'intera legge fallimentare; processo che si è concluso proprio in questi giorni con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo codice della crisi e dell'insolvenza, una riforma poco nota ma rilevantissima per l'intero tessuto economico del nostro Paese, che avrà un impatto certamente molto significativo per aziende, creditori, fisco e che è figlia di un virtuoso percorso iniziato nella scorsa legislatura, con i Governi del centrosinistra, e poi concluso, con l'emanazione dei decreti delegati, da questo Governo.

Dico questo non solo e non tanto come orgogliosa rivendicazione del lavoro fatto negli anni scorsi, ma ricordando a tutti noi che la stella polare di chi governa e di chi porta la responsabilità della maggioranza non può non essere quella dell'interesse degli italiani, che viene prima e va oltre l'appartenenza di parte, la logica di “blocco purché sia”, il mors tua vita mea che tuttora spinge la vita politica. La legge delega n. 155 del 2017 aveva individuato, infatti, princìpi e caratteristiche generali della riforma poi attuata, senza inserire, tuttavia, la facoltà di intervenire successivamente con norme correttive o integrative nei limiti dei principi fissati, come da prassi, in caso di riforme così complesse. La legge in discussione oggi, qui, in Aula, colma opportunamente la lacuna e, ovviamente e coerentemente con il buon lavoro avviato dai nostri Esecutivi secondo quel principio di interesse superiore dei cittadini che ha guidato la nostra azione di Governo, il Partito Democratico non può che essere favorevole.