Grazie, Presidente. L'istituzione di percorsi formativi volontari in ambito militare per i giovani sotto i 22 anni è materia particolarmente delicata e complessa, nel momento storico e politico che stiamo attraversando, in un mondo completamente trasformato e in costante evoluzione dal punto di vista geopolitico. Del resto il superamento della leva obbligatoria, con l'introduzione del servizio militare professionale, ha imposto un radicale mutamento di prospettiva, nel considerare il comparto della Difesa nazionale. Questo in un contesto internazionale che obbliga sempre di più a considerare le strategie di difesa con una visione di coordinamento con i partner militari europei.
Tutto ciò porta a uno sviluppo di percorsi formativi specifici, di aggiornamenti sistematici, di affinamenti professionali e di un approccio multidisciplinare dei nostri Corpi militari.
Il Partito Democratico, nella discussione svolta in Commissione difesa, si è pronunciato in maniera favorevole, ma abbiamo sottolineato alcune serie carenze del provvedimento che ribadiamo in questa sede; critiche che abbiamo sottolineato con forza, notando contraddizioni e fragilità della misura, fragilità che, in fase di sperimentazione, dovranno essere colmate.
Si tratta di critiche costruttive per fornire ai nostri giovani uno strumento veramente efficace e in grado di promuovere la conoscenza, ridurre le distanze con le istituzioni, avvicinarli al mondo delle Forze armate, accrescendo il senso di appartenenza alle istituzioni democratiche e repubblicane e la consapevolezza della loro importanza, obiettivi da sempre condivisi dal Partito Democratico.
Nel percorso di questo provvedimento, abbiamo cercato di contribuire costantemente al miglioramento del testo. I nostri emendamenti puntavano a rimettere al centro il ruolo del Parlamento, cosa che puntualmente è successa con le modifiche proposte dal relatore che hanno trasformato il percorso in sperimentale e che, quindi, sarà oggetto di ulteriore verifica e riflessione e ha previsto, anche, un'ulteriore delibera parlamentare alla fine dei primi tre anni.
Resta per noi un grande vulnus, il fatto che le decisioni principali in merito al progetto restino in capo ai vertici militari e che il Parlamento venga coinvolto solo a valle del progetto e non a monte. Il coinvolgimento del Parlamento, a nostro avviso, non è una rivendicazione, ma è parte di un metodo istituzionale, di un punto di vista che punta sulla integrazione e la cooperazione dei vari comparti dello Stato e dei vari organi istituzionali in questa materia.
Crediamo, inoltre, che sia importante ampliare l'offerta formativa proposta nel provvedimento in esame con una panoramica, a seconda dell'età e del grado di istruzione dei partecipanti, in alcune particolari attività e speriamo che il carattere sperimentale consenta questo ampliamento: conoscere i profili operativi giuridici della partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace, i temi della cooperazione civile e militare, gli ambiti normativi e procedurali vigenti in materia di difesa civile e militare, gli ambiti che coinvolgono la Protezione civile e la pianificazione civile di emergenza, tutto questo con una particolare attenzione alle ricadute in ambito nazionale, ONU, Unione europea e NATO.
Questo perché continuiamo a credere che i nostri giovani debbano conoscere e approfondire anche l'aspetto imprescindibile del servizio che le nostre Forze armate rendono nel mondo per portare pace e democrazia ovunque ve ne sia bisogno.
Pensiamo poi all'importanza delle Forze armate, che ringraziamo per l'impegno e la dedizione che dimostrano in ogni occasione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), nel sistema di Protezione civile nazionale; sono sicuramente un perno che dimostra l'efficacia e l'efficienza in ogni situazione di calamità che colpisce il nostro Paese.
Approfondire questi temi, farli conoscere alle nuove generazioni, spiegargliene l'organizzazione è, secondo noi, doveroso, per coltivare e rafforzare il sentimento di solidarietà nazionale.
Crediamo poi che, nell'ottica dell'integrazione dei sistemi europei, questo modello debba prevedere un'offerta di conoscenza anche in questo campo, coltivando così il tentativo, spesso annunciato, di arrivare a un sistema di difesa comune.
Altro tema per noi centrale è il potenziamento della collaborazione fra il Centro Alti Studi per la Difesa, il cosiddetto CASD, e il mondo delle università. La sperimentazione dei percorsi formativi, che, lo ricordo, porteranno al conseguimento di crediti formativi universitari, sia l'occasione per implementare le relazioni; mettere a fattor comune il meglio della formazione militare e il meglio della ricerca universitaria può contribuire al progresso tecnologico del nostro Paese.
Ma veniamo a un paio di problemi che noi abbiamo già sollevato durante le discussioni in Commissione difesa. Il primo, lo abbiamo toccato in questa seduta: la cosiddetta lettera h) dell'articolo 4. Noi abbiamo votato contro, noi crediamo che il tema non sia la fedeltà alla Carta costituzionale, credo che nessuno osi mettere in dubbio questo principio costituzionale. Il problema è come questa lettera h) è stata scritta, è la discrezionalità che questa lettera h) lascia nelle mani di chi poi dovrà stilare le graduatorie, è chi giudica questa fedeltà.
Ecco, noi in Commissione avevamo presentato - lo sanno bene il relatore e il proponente - un emendamento per correggere questa distorsione e, quindi, crediamo che, siccome siamo in una fase sperimentale, come abbiamo detto, ci sia ancora il tempo utile per modificarla e per dare anche alle istituzioni, che poi dovranno decidere queste graduatorie, degli strumenti più efficaci. Esattamente nella stessa misura noi chiedevamo un po' più di coraggio sul tema della cittadinanza, semplicemente più coraggio, insomma; oggi, riconoscere a un giovane che non è cittadino italiano ma che è qui dalla nascita, che studia nelle nostre scuole e nelle nostre università, la possibilità di fare questo tipo di stage credo sia doveroso, e sia doveroso soprattutto nell'interesse di tutta la nazione, nell'interesse dell'integrazione dei popoli. Allora, su questo anche in questo caso, la maggioranza ha avuto un po' di paura, diciamola così.
Il provvedimento si presenta, poi, staccato da una visione generale sulle politiche di rafforzamento e di adeguamento dei nuovi impegni sulla difesa nazionale dei Corpi militari. Con la recente legge di bilancio abbiamo registrato una riduzione delle risorse indirizzate allo sviluppo e alla qualificazione dei Corpi e alle relative infrastrutture: al comparto della Difesa, nel suo complesso, verranno tagliate risorse nei prossimi anni per più di 500 milioni di euro, mentre si gonfiano a dismisura, per esempio - un dato di questi giorni -, altre spese, come, ad esempio, quelle per il funzionamento della Presidenza del Consiglio.
Il provvedimento è privo, quindi, delle risorse necessarie; si è infatti virato, anche per questo, sul carattere sperimentale dei progetti formativi: essenzialmente, per ovviare a questa mancanza di risorse.
Resta il fatto che, in questa situazione di incertezza e scarsità di risorse, è forte il rischio che la legge non produca, alla fine, i risultati attesi.
Il nostro giudizio, dunque, resta critico sugli effetti finali e sull'efficacia di scelte puntuali e limitate che avrebbero, invece, meritato più risorse e un maggior collegamento con un impianto generale di politica per la difesa, che non ravvisiamo oggi nell'azione di questo Governo. Guardate che questo è un tema cruciale rispetto alle politiche in campo europeo e internazionale: questo Governo, oggi, non ha una politica nel campo della difesa, men che meno nel palco delle relazioni internazionali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e questo è un problema che, anche dentro questo provvedimento, traspare in maniera molto efficace.
Il PD è convinto che le contaminazioni fra i nostri ragazzi impegnati nei percorsi scolastico-formativi e il mondo del lavoro e delle professioni siano assolutamente positive e da incentivare in tutti i campi della nostra società. Non è un caso che nella nostra riforma della scuola queste considerazioni hanno trovato piena applicazione.
C'è una cosa strana: mentre oggi qui creiamo dei percorsi formativi dentro l'ambito militare, dall'altra parte, lo stesso Governo mette in discussione, invece, l'alternanza scuola-lavoro della nostra riforma della scuola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ecco, sono queste le contraddizioni che rendono poco limpido il lavoro di questo Governo.
Chiudo, annunciando il voto favorevole, soprattutto, per queste ultime considerazioni, il voto favorevole del Partito Democratico, confermando la fiducia non a questo Governo, che come ho detto non ci rappresenta, ma ai giovani, ai giovani italiani del nostro Paese, che sapranno sicuramente, meglio dell'attuale Governo, cogliere questa straordinaria opportunità.