Dichiarazione di voto
Data: 
Venerdì, 29 Dicembre, 2023
Nome: 
Elly Schlein

A.C. 1627

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, un anno fa, di questi tempi, ad accompagnare la prima legge di bilancio del Governo Meloni era stata una lunga litania di alibi, di giustificazioni per il poco tempo a disposizione, per la fretta obbligata, per una situazione in cui non si poteva fare altro. Oggi non avete scuse. Capisco la sua scarsa credibilità, visto il disastro sul MES, ma in questo caso devo dire che ha ragione il Ministro Giorgetti, quando dice che questa manovra che sta per vedere la luce la vede come l'ha voluta e come l'ha concepita il Governo. È proprio così, è una manovra pienamente figlia vostra e si vede, purtroppo si vede eccome. È la figlia dell'arroganza che avete dimostrato in questi 14 mesi, chiudendovi di fronte ad ogni possibilità di confronto, mortificando questo Parlamento con oltre 50 decreti-legge, il più delle volte approvati con la fiducia e ora arrivando persino al diktat imposto ai vostri stessi parlamentari di maggioranza di non presentare emendamenti. Che, poi, fosse almeno servito a qualcosa. Avevate detto che in tempi rapidissimi, al 15 dicembre, la partita sarebbe già stata chiusa: macché, ci troviamo qui, al 29, di ritardo in ritardo, di compromesso in compromesso, tra estenuanti trattative e reciproci veti. Siamo arrivati fino ad oggi, appena in tempo per evitare l'esercizio provvisorio.

Altro che forza e solidità della maggioranza, la verità è che questa manovra è figlia anche delle vostre divisioni, che sono molto più profonde di quello che volete dare a vedere. Si sono perse settimane di tempo su discussioni paralizzanti, basti pensare alla vicenda del superbonus, con riferimento al quale, dopo il danno enorme che avete causato a famiglie e imprese, state per raggiungere la beffa di creare disparità all'interno dello stesso condominio e di non risolvere, comunque, il problema. Questa è una manovra che fa male al Paese e infligge un colpo letale ai servizi pubblici, una fitta, ma inconsistente pioggerellina di micro-misure o, meglio, una lunga serie di mance e di mancette, distribuite con una logica di scambio al ribasso a dir poco imbarazzante. Ci abbiamo dovuto pensare noi, ci hanno dovuto pensare le opposizioni unite a migliorarla, mettendo a disposizione tutte le poche risorse che ci avete lasciato: 40 milioni per il contrasto alla violenza di genere, per rispondere alla mobilitazione straordinaria del 25 di novembre, che richiede tutto l'impegno delle istituzioni per fermare questa strage di donne e di ragazze per mano della violenza patriarcale, per sostenere i centri antiviolenza e le case rifugio, per rafforzare il reddito di libertà, per la prevenzione, finanziando la formazione delle operatrici e degli operatori della giustizia e delle Forze dell'ordine. Avevamo chiesto a voi della maggioranza di fare la stessa cosa, di unire le forze alle nostre per dare un segnale e, invece, vi siete tenuti strette le vostre mance, avete preferito finanziare i campi da golf che mettere le risorse che servono sulla prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne. La vostra manovra è figlia, quindi, del vostro totale, radicato e, persino, direi, identitario disinteresse per la parte più debole, per le diseguaglianze, che la feriscono, per la precarietà, che imprigiona le prospettive di giovani e donne, soprattutto al Sud.

In fondo questo è un elemento, sì, di chiarezza: la destra è, è stata e sempre sarà quella che dà di più a chi sta meglio e volta le spalle a chi sta peggio. Vittorio Foa diceva che essere di sinistra significa pensare agli altri oltre che a se stessi e al futuro oltre che al presente. A voi pare che degli altri non interessi granché, specie di chi ha bisogno, specie di chi è in difficoltà, di quel 63 per cento di famiglie che, secondo l'Eurostat, fa fatica in Italia ad arrivare alla fine del mese e di quelle 900.000 mila persone a cui, senza battere ciglio, avete strappato ogni aiuto contro la povertà. Una manovra senza visione, che è riuscita persino nell'impresa non semplice di mettere d'accordo nelle critiche, da un lato, i sindacati e, dall'altra parte, per altre ragioni, pure Confindustria. Siete riusciti a fare pure questo. È una manovra che colpisce in faccia tutte le generazioni. Dopo tanta retorica sulle famiglie, è una manovra che volta le spalle alle madri e ai padri. Lo fa perché, mentre l'OCSE certifica che siamo l'unico Paese in cui i redditi familiari sono diminuiti nel secondo trimestre di questo 2023, non siete riusciti ad individuare una misura efficace contro il caro vita, perché avete scelto di alzare l'IVA per i pannolini e gli assorbenti, perché avete tradito le promesse di Giorgia Meloni sugli asili nido, perché ieri avete votato contro la nostra proposta di congedo paritario di 5 mesi pienamente retribuiti per entrambi i genitori, non trasferibile tra loro, che aiuterebbe l'occupazione femminile, che aiuterebbe le famiglie e la redistribuzione del carico di cura. Oltre a questo, tagliate le pensioni delle donne, restringendo opzione donna, tagliate la sanità pubblica, tagliate il welfare, le risorse per le persone con disabilità, non mettete un euro sulle persone non autosufficienti, sapendo che tutto questo aggrava il carico di cura sulle famiglie e quindi il carico di cura che grava sproporzionatamente sulle donne, penalizzandole nel lavoro e anche nell'impresa. Insomma, il primo Governo guidato da una donna fa ogni giorno scelte contro le donne. Del resto, noi non pensiamo che la massima aspirazione per una donna sia quella di diventare madre  e non pensiamo che il contributo delle donne alla società si misuri in base al numero dei figli e delle figlie che fanno. L'ambizione di tante dovrebbe essere quella di diventare Rita Levi Montalcini e non di vedere voi che tagliate i fondi alla ricerca importante, per cui si è battuta nella sua vita.

È una manovra che colpisce le persone anziane perché, dopo aver tuonato per anni contro la Fornero, siete arrivati al Governo e avete tagliato voi le pensioni a chi si è tanto sacrificato per arrivarci. Chi saranno i prossimi a cui le taglierete per battere cassa? State smantellando la sanità pubblica. La spesa sanitaria sul PIL diminuisce, tornando ai livelli prepandemia, come se non fosse successo niente. Incontro persone per strada che mi chiedono com'è possibile attendere 3 anni per una visita specialistica. Mancano 70.000 infermieri, 30.000 medici, 21.000 se ne sono già andati all'estero ma, per ridurre le liste d'attesa, la vostra risposta, che davvero ci lascia basiti, è: facciamo lavorare di più quelli esistenti. Ma vi rendete conto che hanno condizioni di lavoro estenuanti e turni massacranti? State favoreggiando l'emigrazione! Colpite anche le nuove generazioni perché non c'è niente sulle politiche per la casa. Avete tolto il Fondo affitto, lasciando 630.000 famiglie a rischio di sfratto. Non c'è niente sul diritto allo studio, mentre noi chiedevamo di aumentare i fondi per le borse di studio, affinché non ci fossero più gli idonei non beneficiari delle borse. Intanto, mi scrivono docenti precari, che fanno supplenze brevi, a cui lo Stato non versa lo stipendio da mesi, nemmeno a Natale. Non c'è niente sull'emergenza climatica e - devo dire con rammarico - nemmeno sull'alluvione in Emilia-Romagna e Toscana, quando le famiglie e le imprese ancora aspettano i ristori al 100 per cento che voi avete promesso con le vostre passerelle nel fango. È una manovra senza futuro, finanziata in deficit, di cui le misure più significative - il taglio del cuneo e la riforma dell'IRPEF - valgono solo per il 2024, giusto il tempo di scavalcare le europee. Sul Patto di stabilità avete guardato altri decidere e vi siete trovati ad accettare a testa bassa un compromesso dannoso per l'Italia che ristabilisce l'austerità di rigidi parametri quantitativi sul deficit, uguali per tutti i Paesi, e mettete così un'ipoteca pesantissima sul futuro del Paese. È una manovra senza investimenti, che non sostiene le imprese nella conversione ecologica e nell'innovazione, imprese che invece dovranno fare i conti con l'abolizione dell'ACE, che chiedevamo di reintrodurre, con la totale assenza di una vera politica industriale. Il caso dell'ex Ilva dice tutto perché avete respinto ieri un nostro emendamento che chiedeva di aumentare la partecipazione pubblica per riassumere il controllo strategico dell'azienda e portare avanti la conversione, sostenere l'occupazione e salvare il futuro di Taranto. L'unico investimento previsto in questa manovra è il progetto sbagliato e anacronistico di Salvini del ponte sullo Stretto. Risorse che potevano essere utilizzate per un grande piano nazionale sulla casa, che sta diventando un'emergenza per il Paese, mentre sottraete risorse alle regioni, per finanziare il ponte, che servivano a migliorare subito la mobilità in quelle regioni.

Noi abbiamo fatto tante proposte e voi avete puntualmente bocciato ogni cosa. Arroccandovi, non avete detto “no” solo a noi ma alle aspettative di tante persone, come quei 3,5 milioni di lavoratrici e lavoratori che aspettano una legge che dica che sotto i 9 euro è sfruttamento e non è lavoro. Non avete neanche avuto coraggio. L'ho sentita, onorevole Molinari, prima, sul salario minimo, ma la pregherei di prendersi la briga di leggere la delega che avete scritto, perché non parla dei contratti comparativamente più rappresentativi, parla di quelli più applicati. State aprendo la strada ai contratti pirata. Tante le altre proposte che abbiamo inserito e che avete ignorato: i pannelli sui tetti degli edifici industriali, commerciali e agricoli, un credito di imposta unificato per il sostegno agli investimenti in beni tecnologicamente avanzati delle imprese, insomma, tante cose che non avete neanche voluto considerare.

Noi vogliamo guardare avanti perché vogliamo bene a questo Paese, ed è per questo che continueremo a lavorare ogni giorno con più determinazione per offrire un'alternativa. Lo voglio dire forte e chiaro, questa manovra ha pesanti conseguenze sul Paese e non permetteremo che passi in cavalleria. Faremo lotta dentro questo Parlamento come fuori, ci faremo carico noi, dall'opposizione, del lavoro che voi dovevate fare e non avete fatto, perché eravate troppo impegnati a spartirvi posizioni di potere dentro la Rai o dentro le aziende partecipate.

Ci faremo carico noi - chiudo, Presidente - delle vostre mancanze, perché teniamo davvero a questo Paese e a migliorare la vita delle persone, di chi soffre negli ospedali e nelle liste di attesa, di chi ha lavorato una vita e non merita di vedere tagliata la pensione e dei giovani che volete condannare alla precarietà, perché noi - voglio chiudere su questo - pensiamo una cosa semplice, che ai giovani vogliamo vedere rimesso in mano il proprio futuro e non il fucile.