Discussione congiunta sulle linee generali
Data: 
Giovedì, 17 Dicembre, 2015
Nome: 
Giampiero Giulietti

A.C. 3444-A-3445-A-3445-bis

 

Grazie, Presidente. La legge di stabilità, che oggi approda in Aula, è il frutto di una discussione seria, approfondita e articolata, che ha coinvolto la Commissione bilancio per oltre dieci giorni, migliorando ed arricchendo, in questo modo, il disegno di legge stesso. 
Una legge di stabilità che reca in sé un intervento volto a sostegno della crescita, operando sia nel versante del contenimento del carico fiscale, sia sul lato dell'aumento della domanda aggregata e del miglioramento della competitività del sistema. Si tratta di un orientamento di politica fiscale di carattere espansivo secondo quanto esposto nel documento programmatico di bilancio alle istituzioni europee, dove il Governo, nel confermare la revisione al rialzo della crescita del PIL esposta nella nota di aggiornamento al DEF 2015, dichiarava anche la necessità di un ritorno a tassi sostenuti di crescita, avvalendosi a tale scopo del pieno utilizzo dei margini di flessibilità consentiti in sede europea. 
Con riguardo all'impatto finanziario delle disposizioni recate nel provvedimento, il Governo disattiva per il 2016 la clausola di salvaguardia, cioè gli aumenti di IVA e accise previste a garanzia del processo di avvicinamento al pareggio di bilancio. Il beneficio, in termini di mancato inasprimento fiscale, è di 16,8 miliardi. Di straordinario rilievo, inoltre, alla riduzione del carico fiscale che ne consegue, pari a 4,5 miliardi annui, è l'intervento sulla fiscalità immobiliare. Vengono eliminate le tasse su tutte le prime case, eccetto ville, castelli e immobili di pregio artistico e storico, la TASI e l'IMU sono dimezzate nel caso di seconde case date in comodato a figli e genitori, come pure per i macchinari fissi, cosiddetti imbullonati, che non saranno più conteggiati per il calcolo delle imposte immobiliari. 
È una scelta importante, che voglio sottolineare per l'importanza che riveste per tutti gli italiani. La casa per molti nostri concittadini è il risultato di una vita di sacrifici e lavoro, e detassare la prima casa, oltre che uno sgravio economico notevole, è un profondo segnale di rispetto per chi ha lavorato una vita, per chi è riuscito a costruire una propria tranquillità, per chi spesso ha sacrificato vacanze e viaggi pur di costruire un'abitazione per la propria famiglia. Tutto questo senza che vengano meno le risorse per i comuni, dove anzi si è prevista per i comuni più virtuosi, che non avevano cioè aumentato nel 2015 la TASI, una sorta di fondo di compensazione. 
Anche nel versante degli enti locali l'atteggiamento è profondamente mutato, nessun taglio. Ad onor del vero i Governi che si sono succeduti negli ultimi dieci anni non hanno di certo scherzato con gli enti locali, ma anzi l'eliminazione del patto di stabilità, poter utilizzare gli oneri di urbanizzazione per manutenzioni su strade e verdi pubblici, premialità per chi si associa o avvia un processo di aggregazione. 
Insomma, si abbassano le tasse senza toccare i servizi, senza che vengano meno i presupposti di garanzia dei servizi, in particolar modo alle fasce più deboli del nostro Paese. In quest'ottica si inserisce l'aumento di un miliardo del Fondo sanitario alle regioni per il 2016. Anche in questo campo tante polemiche abbiamo sentito, spesso a sproposito, il Governo ed il Parlamento mettono risorse, ma è certo necessario che vada avanti un processo di razionalizzazione e di risparmio che premi le regioni virtuose e che garantisca il diritto alla cura e alla salute per tutti. Il miliardo in più per la sanità non fa parte del pacchetto sicurezza, ma è, a mio avviso, un altro tassello importante di una scelta politica di fondo. Si decide di investire 2,6 miliardi su sicurezza e cultura, perché questo Paese ha bisogno di sicurezza e tranquillità delle città, recupero delle periferie, investimento su cultura e sociale. Dopo anni di governo della destra abbiamo ereditato un Paese più povero, più impaurito e di certo più insicuro. Ora si inverte la rotta, prevedendo risorse per le forze dell'ordine, una misura strutturale di 80 euro mensili per gli addetti alla nostra sicurezza, un credito di imposta di 15 milioni per le spese sostenute dai cittadini per l'installazione di impianti di videosorveglianza e allarmi, 150 milioni per il contrasto con mezzi informatici ai crimini di matrice terroristica, 500 milioni per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie. 
Ancora, perché sia chiaro che per combattere la paura e le insicurezze si fa una scelta strategica e non uno spot o una misura una tantum, si investono 500 milioni per l'edilizia scolastica, che si aggiungono a quelli investiti sino ad oggi, 50 milioni per le borse di studio, e a tutti i ragazzi che compiono diciott'anni nel 2016 viene data una carta elettronica del valore di 500 euro per libri, musei, mostre, cinema eccetera. Non una mancia, ma una scelta di politica culturale e della sicurezza. Giovanni Paolo II diceva che non dobbiamo avere paura, per non avere paura un Governo deve investire nella cultura, nel sapere, nelle intelligenze, e a chi specula sui morti la cultura fa paura, un po’ perché è cosa estranea da sé, ma soprattutto perché la cultura aiuta a conoscere meglio e valutare alcune prese di posizioni politiche barbare e incivili. 
Ancora altre scelte importanti. Penso alle risorse per il «dopo di noi» e all'aumento del fondo per le non autosufficienze, che è stato rifinanziato dall'anno scorso e che i Governi della destra avevano azzerato, più fondi per il servizio civile, per la prima volta una misura organica contro la povertà. A ciò si aggiunga l'aumento della «no tax area» per i soggetti sopra i 75 anni da 7.750 a 8.000 e il fatto che il regime sperimentale per le donne, la cosiddetta opzione donna, è esteso alle lavoratrici che maturano i requisiti entro il 2015. 
Ma mi piace ricordare altri due elementi. Uno sono le risorse per il sud, che non sono soltanto le questioni che riempiono le cronache legate a proroghe dei forestali o dei LSU, ma penso soprattutto ai 450 milioni per la Terra dei fuochi, alle risorse per lo sblocco di Bagnoli, al finanziamento finale per la Salerno-Reggio Calabria, al finanziamento ponte per fare fronte alle esigenze di Ilva. Se chi assumerà nel 2016 potrà a livello nazionale beneficiare di una riduzione dei contributi al 40 per cento per 24 mesi, al sud il beneficio è esteso anche al 2017. Sempre a favore del Mezzogiorno è previsto un credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali, a seconda delle dimensioni aziendali, dal 2016 al 31 dicembre 2019. Anche queste sono scelte che per troppo tempo chi ci ha preceduto ha colpevolmente rimandato. 
Il secondo elemento è la discussione inserita in legge di stabilità del cosiddetto decreto banche. Troppe speculazioni politiche, toni incivili e meschine falsificazioni abbiamo sentito in questi giorni, ma resta il fatto che senza l'intervento del Governo quelle banche non ci sarebbero state più, sarebbero stati licenziati 7 mila dipendenti e le imprese e le famiglie titolari di fidi avrebbero ricevuta immediata richiesta di rientro. Avremmo visto sì famiglie e imprese sul lastrico. Oggi, invece, si tutelano i lavoratori correntisti e con il fondo da 100 milioni, introdotto in legge, vengono salvaguardate le situazioni più delicate. Insomma, chi è stato truffato recupererà i soldi e la Commissione d'inchiesta stabilirà le responsabilità. La violenza di questi giorni da parte di alcuni non mi è sembrata di sentirla in altre vicende, dove le responsabilità erano chiare ed accertate e dove i cittadini hanno perso rovinosamente i loro risparmi. Penso a Credieuronord e penso ad altre situazioni analoghe, dove, anziché il fondo di solidarietà, era sufficiente utilizzare gli investimenti in diamanti fatti da qualche partito, il cui leader oggi specula sulle disgrazie con i soldi pubblici. Ma tant’è ! 
Questa è la nostra legge di stabilità, che genera aiuti alle imprese, aumentando le detrazioni ai fini Ires e Irpef al 140 per cento, investimenti alle famiglie, capacità di potere investire nelle ristrutturazioni edilizie con il 50 per cento di detrazioni e la conferma del 65 per cento di ecobonus. È una legge di stabilità che restituisce a noi parlamentari l'orgoglio del nostro lavoro e la passione per una politica, che è servizio, ma che è capacità di dare risposte al Paese e prospettiva di crescita, una legge di stabilità che si inserisce in un corposo progetto di riforme strutturali e anche costituzionali del Paese. In molti sembrano dimenticarsi dell'Italia solo di cinque anni fa, sfibrata, sfiduciata, lumicino di coda dell'Europa, in preda ad attacchi speculativi, disoccupazione in aumento e spread alle stelle.
Oggi la tendenza è invertita. Dobbiamo consolidare la crescita e restituire la fiducia alle famiglie, ma ha ragione il nostro Presidente del Consiglio Renzi: dobbiamo combattere le paure, scommettere su noi stessi e sulla nostra straordinaria capacità di guardare avanti.