Data: 
Giovedì, 6 Luglio, 2023
Nome: 
Enrico Letta

Irma mi ha lasciato stamani, ho sempre pensato con la testa, questa volta parlo col cuore e non riesco a dire addio”. La discrezione, tutta piemontese, che si spezza, si rompe drammaticamente in un momento eccezionale, unico, in quanto eccezionale, forse l'ultimo della sua lunga e intensa vita: la scomparsa della moglie, amata compagna di una vita, prologo e preparazione della conclusione della sua stessa vita terrena, qualche settimana dopo.

Quelle parole belle, forti e armoniose allo stesso tempo, raccontano di una persona dalle infinite qualità, quale è stata Guido Bodrato. Chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscerlo, di camminare dietro e accanto a lui per tutti questi decenni, fino all'ultimo, sempre insieme e sempre dalla stessa parte, può raccontare qui, oggi, di fronte a quel Parlamento per il quale nutriva rispetto e vera e propria venerazione, di considerare un assoluto privilegio, come molte altre generazioni, l'essere stato tanto influenzato, in modo così determinante, da una profondità di pensiero unica, dalla signorilità nei comportamenti, dalla capacità di scelte sempre coerenti e lineari, mai opportunistiche.

I suoi toni gentili, le sue proverbiali discrezioni e sobrietà, tutte caratteristiche che non gli hanno impedito, anzi, tutt'altro, di essere fermo e battagliero, quando era necessario, come nella battaglia contro la corruzione, la degenerazione tangentizia e correntizia della Prima Repubblica e in quella inflessibile contro i monopoli e, in particolare, il duopolio nelle telecomunicazioni. Guido Bodrato è stato un maestro, sì, un maestro d'intere generazioni di “bodratiani” (oggi diremmo “bodratiani” e “bodratiane”), che nel definirsi tali provavano il senso di una identità comune cattolico-democratica, moderna e, allo stesso tempo, radicata in valori antichi, basata su un netto sentimento di appartenenza, ma anche, un pochino, di orgogliosa, anche se sempre discreta e modesta, diversità. Maestro soprattutto di giovani, attento alle novità e sempre aperto al confronto - parola che amava e che fece amare a noi giovani cresciuti con lui -, al confronto e al rispetto per gli altri, avversari politici, mai nemici da schiacciare. Maestro di generazioni alle quali non ha mai chiesto nulla in cambio, se non l'impegno a sviluppare, sempre e dovunque, quei valori condivisi insieme.

Appassionato, curioso e determinato, sempre, in tutti i suoi impegni, dal consiglio comunale di Torino al Parlamento italiano, a quello europeo, a funzioni importanti di Governo, così come nel lavoro e nell'impegno associativo e intellettuale, Guido Bodrato ha testimoniato e rappresentato una politica appassionata, coerente e seria, mai fatta di semplici richiami alla fedeltà, di ricatti più o meno espliciti o di disinvolti cambi di campo o di casacca, una politica a testa alta e schiena dritta, basata sul rispondere sempre alla propria coscienza, ai propri valori e alla Costituzione, sulla quale aveva più volte giurato da Ministro e di cui si sentiva protettore e innamorato sostenitore, la Costituzione che ha fatto e fa dell'Italia una Repubblica parlamentare, di cui il Parlamento, questo Parlamento, è, e sempre sarà, il cuore.

Presidente, concludo. La funzione del Parlamento e dell'essere parlamentare si è, purtroppo, svilita nei decenni, sicuramente rimpicciolita, mi verrebbe da dire, e desacralizzata. Ognuno di noi è più o meno intensamente attraversato dalla domanda di senso nello stare qui a rappresentare, per intero, come dice la nostra Costituzione, il popolo italiano. Posso dirvi che quel senso io lo percepisco in modo profondo nell'essere qui, oggi, in Parlamento, a commemorare Guido Bodrato, grande protagonista del Parlamento, di questo Parlamento, della storia politica repubblicana italiana, interprete e testimone di una politica centrata sul “noi”, mai sull'”io” e, quindi, di conseguenza, strenuo difensore del Parlamento, il Parlamento che è il “noi” per eccellenza, il “noi” nazionale, il “noi” fatto sovranità popolare.

Grazie, Guido, per quello che sei stato e per quello che hai dato; continua ad aiutarci oggi, con il tuo esempio, a essere degni della nostra funzione; aiutaci, soprattutto, a non deflettere mai dai principi della nostra bella e da te tanto amata Costituzione repubblicana.