Data: 
Lunedì, 9 Settembre, 2019
Nome: 
Michele Bordo

Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, signori ministri, colleghi, sappiamo tutti che questa nuova esperienza di Governo non sarà semplice. Nessuno d'altronde solo un mese fa immaginava che PD e MoVimento 5 Stelle sarebbero arrivati ad un accordo politico per il Governo del Paese. Bisogna superare diffidenze, scetticismo, incomprensioni; e c'è anche la necessità di convincere tanti cittadini che, nutrendo dubbi nei confronti di questa operazione, preferivano il voto anticipato.

Io penso invece che abbiamo fatto bene, tra la scommessa di lavorare ad un Governo di svolta e l'incognita delle elezioni anticipate, con i rischi dell'esercizio provvisorio, l'aumento dell'IVA, la recessione, a scegliere la prima strada. Ma attenzione: sarebbe un errore se questa sfida difficile si limitasse alla gestione dell'emergenza e non avesse anche un'ambizione politica più grande e di prospettiva. È anche questa la ragione per la quale abbiamo chiesto che l'accordo non fosse più il frutto di un contratto, bensì di un'intesa politica e programmatica chiara e comprensibile.

L'alleanza giallo-verde non ha dato grande prova di unità al Governo: ciascuno lavorava per sé e per le sue priorità programmatiche. C'è bisogno di voltare pagina. I leader politici della maggioranza e la compagine di Governo devono sforzarsi di parlare principalmente nelle sedi ufficiali. Sarebbe già un grande passo avanti se per un po', come lei ha detto stamattina, Presidente Conte, lasciassimo da parte il confronto sui social, fatto per affermare ciascuno il proprio punto di vista come se fossimo in una campagna elettorale perenne, per dedicarci attraverso l'esclusivo lavoro nelle istituzioni alla ricerca di soluzioni condivise. C'era molta propaganda nell'azione del Governo precedente ma purtroppo pochi risultati concreti. Il nostro giudizio, come è noto, è molto negativo. L'economia del nostro Paese, come ha giustamente sottolineato poco fa il collega Padoan, è ancora ferma e l'Italia per troppi mesi è rimasta isolata nei diversi contesti internazionali in nome di un assurdo sovranismo antistorico e soprattutto contrario alla nostra cultura e al nostro modo di essere. Salvini ha soffiato sulla paura e contribuito in modo pesante alla diffusione di un clima di odio senza precedenti. Bisognerà lavorare molto nei prossimi mesi per riportare il nostro Paese alla normalità. Abbiamo preteso giustamente discontinuità rispetto all'esperienza precedente e una svolta come condizioni essenziali per giungere alla costruzione di un nuovo Governo. Diversamente questa operazione sarebbe stata assolutamente incomprensibile. Lega e PD non sono intercambiabili. Noi siamo orgogliosamente alternativi alle politiche di Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lo so che non è semplice e ci vuole tempo ma la sfida delle attuali forze di maggioranza deve essere quella di lavorare perché questo esperimento diventi per il futuro un progetto politico più solido con ricadute anche sul territorio. Del resto sarebbe difficilmente comprensibile per i cittadini se contemporaneamente condividessimo l'esperienza del Governo nazionale e ci contrapponessimo duramente a livello locale. Il percorso è lungo e difficile ma dobbiamo provarci. Io credo alla scommessa del nuovo Governo e vedo segnale di grandi attenzioni nei confronti di temi che da tempo non erano nell'agenda. Uno di questi è il Mezzogiorno. Sono fiducioso che il sud del nostro Paese possa tornare ad essere una priorità e questo non perché il Governo è a trazione meridionale, come pure ho letto, o perché il Ministro competente, il mio amico Provenzano, è un convinto sostenitore della tesi secondo cui il rilancio del Paese passa solo attraverso una serie ripartenza del Mezzogiorno. Sono fiducioso perché penso che stavolta il Governo, a differenza del passato, lavorerà per costruire una visione per il Sud che forse è mancata negli anni scorsi. Non più politiche diverse allora per le due aree del Paese, assistenza per il sud e sviluppo per il nord, ma scelte nazionali che però siano in grado di rilanciare innanzitutto le tante risorse presenti nel Meridione. Dobbiamo sbloccare gli investimenti infrastrutturali, utilizzare e gestire meglio le risorse europee e nazionali; dobbiamo valorizzare la straordinaria bellezza e la forza culturale e paesaggistica dei nostri piccoli comuni e delle nostre aree interne; dobbiamo destinare finanziamenti straordinari a favore della scuola per combattere le ampie sacche di abbandono scolastico e far crescere specialmente al Sud i livelli di competenza e di conoscenza degli studenti. Dobbiamo migliorare i servizi di cura e assistenza negli ospedali del Meridione per garantire lo stesso diritto alla salute in tutto il nostro Paese. Dobbiamo creare le condizioni, Ministro Provenzano, per usare le sue parole, perché i giovani abbiano l'opportunità certamente di andare all'estero ma anche e soprattutto la possibilità di tornare in Italia, se lo vogliono.

Dobbiamo inoltre intensificare la battaglia dello Stato contro la mafia e la criminalità organizzata che in molte parti del Sud ancora soffocano lo sviluppo, la crescita e la libertà. In questo quadro di politiche di rafforzamento della coesione nazionale è anche più semplice affrontare il tema dell'autonomia differenziata che non deve più essere quindi lo strumento per dividere ma per unire l'Italia. È su tutto questo che bisogna lanciare la sfida. Altro che modello diverso di istruzione o di sanità a seconda delle aree geografiche del Paese come era nella testa di Salvini e di alcuni governatori leghisti del Nord. Mi rendo conto - concludo - che è una prospettiva abbastanza impegnativa per il Governo ma è questo il momento di osare: diversamente i cittadini non capirebbero. Io ho molta fiducia nel vostro lavoro, caro Presidente del Consiglio, penso che farete bene: ce lo auguriamo tutti per il nostro Paese e noi saremo qui in Parlamento ogni giorno per dare una mano e allora auguri, Presidente Conte, e buon lavoro a tutto il Governo.