Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 10 Ottobre, 2023
Nome: 
Elly Schlein

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Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, fatemi iniziare questo intervento anzitutto esprimendo, anche a nome del gruppo del Partito Democratico, cordoglio per le vittime, tutte le vittime, e preoccupazione per gli ostaggi, compresi i due italiani di cui si sono perse le tracce. Invito il Ministro a tenere aggiornati il Parlamento e il Paese con l'arrivo di ulteriori notizie e a fare ogni sforzo per tutelare la vita degli ostaggi, a partire dai bambini, e ottenerne l'immediata liberazione. Lasciatemi unire le mie e le nostre parole a quelle di solidarietà forte espresse anche questa mattina nei confronti di Israele, brutalmente colpito con agguati terroristici partiti all'alba di sabato, lo Shabbat, il giorno dedicato al riposo.

Come ha detto anche il Ministro Tajani, quello di Hamas è un gravissimo atto di aggressione senza alcuna giustificazione, che apre un conflitto che rischia di estendersi con conseguenze devastanti, un'azione che va condannata senza ambiguità, come ha fatto larga parte della comunità internazionale e come ha fatto il nostro Paese con le parole solenni del Presidente della Repubblica, nelle quali tutti ci riconosciamo e nel cui solco si collocano quelle del Governo e dei vertici delle istituzioni, così come di tutte le forze politiche.

I terroristi si sono ben guardati dal perseguire obiettivi militari. Abbiamo visto immagini di sprezzo della vita umana, una pianificazione volta a colpire persone indifese, ragazzi che ballano, nonni e nipoti nei kibbutz, giovani donne. Atti come quelli documentati dai social e dalle TV di tutto il mondo sono contrari al senso stesso di umanità, al rispetto della vita e a qualsiasi anelito di giustizia. Gli attacchi di sabato in Israele costituiscono uno degli episodi di violenza più brutali degli ultimi cinquant'anni, che ci riporta alla mente scene orribili di sterminio che credevamo fossero superate per sempre. L'ha ricordato prima l'onorevole Provenzano: quell'attacco ha rivelato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la vera natura di Hamas, la sua volontà di distruggere Israele colpendo deliberatamente obiettivi civili. Un disegno purtroppo spalleggiato anche dal regime iraniano, che ogni giorno si macchia di crimini orrendi verso le sue figlie e i suoi figli, come reazione anche al dialogo tra Israele e Arabia Saudita. Quindi, questo è un disegno che spinge a una generalizzata rivolta anti-israeliana di tutta l'area, che già trova le sue intollerabili manifestazioni antisemite e i suoi primi morti fuori da quei confini. Così com'è chiaro l'interesse di Hamas a dare il colpo definitivo all'Autorità nazionale palestinese, in una competizione folle con altre forze estremiste emergenti. Per tutte queste ragioni sappiamo quanto sia necessario fermare Hamas e le sue minacce. Sappiamo anche che non dobbiamo fermarci qui e che dobbiamo lavorare per impedire che quel disegno si compia. Serviranno forza e unione, ma servirà anche molta intelligenza politica. Israele ha diritto di esistere e va ribadito con nettezza a chi vuole cancellarlo dalle mappe. Ha diritto di difendersi, in linea con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario, come cita la Dichiarazione dei 27 Paesi UE, firmata anche dal Governo italiano, dichiarazione che chiede, giustamente, l'immediata cessazione degli attacchi insensati che acuiscono le tensioni, compromettendo le giuste aspirazioni del popolo palestinese, il quale pagherà un prezzo ulteriore di sofferenza, di miseria e di lutto, dopo anni in cui è stato lasciato troppo solo, senza una prospettiva reale di pace e di giustizia. Le giuste aspirazioni di pace e libertà dei palestinesi rischiano di essere vittima, anch'esse, degli attacchi terroristici di Hamas.

Identificare il popolo palestinese con Hamas sarebbe un errore e un enorme favore che facciamo proprio ad Hamas. Va chiarito che chi, come Hamas, compie tali scempi, è nemico della causa palestinese. Il suo obiettivo non è perseguire la pace e la giustizia, ma governare la guerra. Ecco perché l'unica divisione che dovremmo far emergere ora è quella tra chi vuole una pace duratura e chi lavora contro questa prospettiva, scegliendo il terrore e la violenza. La convivenza pacifica tra due popoli e due Stati rimane la soluzione della ragione: per quanto più lontana possa apparire nel mezzo della guerra e dell'orrore, è in realtà l'unica soluzione che possa assicurare una pace durevole e sostenibile. Dobbiamo continuare a portarla avanti tutti insieme. Il processo di pace negli ultimi anni è stato messo in crisi da iniziative unilaterali da entrambe le parti: i continui attacchi missilistici provenienti da Gaza, l'allargamento degli insediamenti dei coloni in Cisgiordania. Voglio ricordare un passaggio di un grande scrittore israeliano, David Grossman: È la pace che tocca la vita della gente comune quella di cui abbiamo bisogno, la pace tra noi e la Palestina, i nostri vicini. Siamo stati per troppo tempo privati della vita, non riesco a pensare alla mia vita senza la paura. Israele dovrebbe essere la nostra casa ma non lo sarà finché anche i palestinesi non ne avranno una.

Ora è il tempo della politica. Serve lo sforzo di ogni parte, mi rivolgo anche a tutte le forze politiche qui rappresentate, in quest'Aula, per moltiplicare gli spazi diplomatici e di dialogo volti ad evitare un'escalation e un allargamento del conflitto. Un ottimo segnale è arrivato oggi dall'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Borrell, che ha invitato il Ministro degli Esteri israeliano e il Ministro degli Esteri palestinese a partecipare alla riunione dei Ministri degli Esteri dell'Unione europea di questo pomeriggio. Il Governo italiano si metta in questo solco e favorisca, anche in questa occasione, la ripresa del dialogo tra le parti e tra i principali attori della regione, per scongiurare un'escalation militare che danneggerebbe in primis la popolazione civile.

L'Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto un corridoio umanitario dentro e fuori la Striscia di Gaza, per raggiungere le persone con forniture mediche essenziali. Chiediamo che il Governo, l'Unione europea e la comunità internazionale raccolgano questo appello, che viene anche dai volontari e dagli operatori e operatrici che si trovano sul campo in questo momento e che denunciano l'impossibilità di portare aiuti ai civili che ne hanno bisogno. Evitiamo una catastrofe umanitaria. Evitiamola per le persone innocenti tutte. Ci appelliamo a che prosegua la fornitura di acqua, elettricità e di beni essenziali al popolo palestinese, in una situazione umanitaria già gravemente compromessa come quella di Gaza, lì dove vivono milioni di persone e moltissimi minori a cui già è sottratto molto, da una scuola a una casa. Ci appelliamo a che proseguano gli aiuti umanitari indispensabili, giacché Hamas è riconosciuta come organizzazione terroristica e non riceve non può ricevere quegli aiuti. E non si usi questo argomento per colpire il fondamentale lavoro e il ruolo nei conflitti della cooperazione internazionale e degli aiuti umanitari. Voltare le spalle all'intero popolo palestinese sarebbe, anche questo, un favore ad Hamas. Difendiamo, invece, gli innocenti con la politica e con la diplomazia. Isoliamo Hamas. Serve un'azione politica forte dell'Unione europea e dell'Italia. Avremo bisogno di mettere in campo tutta l'intelligenza della diplomazia mondiale per isolare Hamas nel popolo palestinese e nel mondo arabo, per evitare un'escalation militare nell'area e un massacro umanitario. Dobbiamo lavorare affinché la reazione sia condotta in maniera tale che il diritto internazionale venga riaffermato e ribadito. Dobbiamo lavorare contro il terrorismo, la cultura di morte razzista, antisemita e odiatrice delle differenze, ogniqualvolta questa si manifesti. Ma queste cose, l'Europa le deve fare con un maggiore protagonismo e rimettendo al centro alcuni princìpi essenziali. Israele ha diritto ad esistere e ad esistere in sicurezza. I palestinesi vogliono poter vivere liberi nei loro territori e in pace. La formula “due popoli, due Stati”, che negli ultimi anni era stata abbandonata, rimane invece l'unica vera strada per la pace, seppur difficile da percorrere. È questa l'unica prospettiva in grado di togliere agli assassini ogni residuo alibi con cui mascherano i loro intenti di dominio. Oggi l'attacco terroristico e la logica estremistica che esso fomenta si configurano come la sfida più pericolosa a questa prospettiva. Troppo a lungo questa stessa prospettiva è stata svilita e mortificata e c'è stato un colpevole abbandono del percorso. La questione palestinese non è eludibile.

Dobbiamo avere coscienza che, di fronte a noi, si apre anche il rischio di una vera catastrofe umanitaria e di un'escalation di violenza, di terrore e di guerra, che potrebbe coinvolgere anche altri attori. Dobbiamo evitarlo. Il Medio Oriente - lo sappiamo - ha una storia molto intricata, un groviglio di ragioni e di torti, di cui la questione israelo-palestinese ha spesso costituito una causa ed un effetto. E l'Italia, in linea con la sua grande tradizione di diplomazia, può e deve svolgere un ruolo e una funzione per la pace, spingere l'intera comunità internazionale a riprendere il processo di pace in Medio Oriente, anche a tutela della sicurezza di Israele.

Quella era la speranza degli Accordi di Oslo di 30 anni fa ed è proprio per le future generazioni di bambine e di bambini in Israele e in Palestina che dovremmo tutti impegnarci per una prospettiva di pace.

Mi sono venute in mente le parole di un uomo che si spese molto per la pace, che pagò con la vita, Yitzhak Rabin: “Dobbiamo pensare e guardare alle cose del mondo in modo diverso. La pace richiede un nuovo assetto di concetti e definizioni”. Ecco, facciamo in modo che l'Europa e il nostro Paese giochino ad ogni costo un ruolo di primo piano per la pace, cominciando da subito, con un forte appello al dialogo e al rispetto del diritto internazionale. Tutte le energie - e dico tutte le energie - del Partito Democratico saranno dirette allo sforzo per raggiungere la pace.