Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 27 Aprile, 2017
Nome: 
Marina Berlinghieri

Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'esito del referendum britannico favorevole alla Brexit ha aperto scenari inediti e pieni di incognite di fronte ai quali per la prima volta l'Unione europea si prepara ad un ridimensionamento anziché ad un suo allargamento. La vittoria del leave al referendum dello scorso 23 giugno rappresenta per l'Europa un fatto sconfortante per le ragioni che sono state da più parti autorevolmente illustrate, un fatto che ci costringe drammaticamente ma anche positivamente ad interrogarci sulla strada da percorrere ora, partendo da un approccio costruttivo e realistico. Credo che a questo scopo dobbiamo avere ben chiara la consapevolezza che il referendum britannico, anziché costituire l'inizio della fine della costruzione europea, può rappresentare al contrario una straordinaria opportunità per il suo rilancio. Brexit, infatti, impone con urgenza ed evidenza un passo da troppo tempo rinviato per le resistenze di diversi Stati membri: il riavvio di un processo di reale integrazione politica ed economica che è l'unica vera risposta alle grandi sfide globali ed è dunque l'unico modo di colmare le lacune che rendono l'Europa attuale così poco gradita ai cittadini. Abbiamo davanti un periodo in cui dobbiamo lavorare su diversi fronti. Infatti nei prossimi mesi dovremo procedere coraggiosamente per disciplinare le future relazioni tra Unione europea e Regno Unito e riformare l'Unione stessa. Dovremo negoziare con il Regno Unito in modo rigoroso e fermo, rispettoso della volontà espressa dei cittadini britannici facendo in modo che sia legato all'Unione Europea da accordi equilibrati per tutte le parti. Ma dovremo anche riformare l'Unione europea secondo un approccio che preveda forme differenziate di integrazione tra gli Stati membri vale a dire un'Europa a diverse velocità. L'Unione europea ha il dovere di provare ad avviare immediatamente un processo di riforma costituzionale che preveda il rafforzamento della legittimazione delle istituzioni democratiche dell'Unione e avviare un'Europa che proceda a diverse velocità in cui possano rientrare gli Stati disposti ad accettare un'unione sempre più stretta e, quindi, ad iniziare un processo di integrazione di tipo federale ma in cui possano anche collocarsi quegli Stati che considerano l'Unione solo come un'area economica integrata, escludendo ogni condivisione di sovranità in settori non strettamente economici. È infatti fondamentale anche in risposta alle forze populiste e xenofobe avviare con chi è pronto il processo federale e definirne i pilastri al fine di riaffermare con forza che il progetto europeo con i suoi valori di pace, democrazia, giustizia sociale e libertà è un progetto in cui fortemente crediamo perché indispensabile a noi e al mondo intero. In questa direzione crediamo utile per esempio lavorare affinché i settantatré seggi lasciati liberi dai britannici al Parlamento possano essere sostituiti da liste transnazionali allo scopo di favorire il processo di legittimazione delle istituzioni europee e la competizione tra diversi programmi di partiti politici su base continentale e transnazionale. Costituirebbe un primo passo verso un cambiamento delle istituzioni dell'Unione e aprirebbe la strada all'elezione diretta del Presidente della Commissione europea mediante primarie per indicare i candidati rafforzando in tal modo le scelte consapevoli dei cittadini e la trasparenza del processo politico.

È importante infatti in questa fase storica fare scelte concrete che aiutino nei fatti a ricordare e a riaffermare che il progetto dell'Unione europea è il migliore progetto politico che il Novecento abbia prodotto e che fuori dall'Europa è percepito oggi come indispensabile al mondo.
L'Europa infatti è vista all'esterno come un punto di riferimento in quanto luogo in cui i diritti e una concezione del vivere insieme che mette al centro la pace, la democrazia, i diritti, la cura dell'ambiente, la protezione sociale si è affermata negli ultimi sessant'anni. Dobbiamo avere ben presente che, proprio in virtù di questo, in un'ottica globale l'Europa è l'unico strumento che come europei abbiamo per recuperare sovranità. È importante dunque che il negoziato sulla Brexit che andiamo ad avviare sia gestito con rigore e fermezza ma senza approcci punitivi, nella consapevolezza che anche attraverso il buon esito di questi negoziati noi avremo la possibilità di dare nuovo slancio e freschezza all'Europa e al progetto europeo in cui tutti noi crediamo. Per tali ragioni il gruppo del Partito Democratico sarà al fianco del Governo e sosterrà il suo lavoro affinché il percorso di questi negoziati possa essere un'occasione di ripartenza e di rilancio vero degli ideali europei.