Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 21 Giugno, 2017
Nome: 
Marco Bergonzi

 

Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, all'ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo figurano alcune delle questioni non solo più urgenti ed ineludibili, ma, forse, persino cruciali per l'Unione europea: i fenomeni migratori, la sicurezza, la difesa, l'economia ed i negoziati sulla Brexit. È di tutta evidenza, come ciò avvenga in un contesto mondiale profondamente mutato, in particolare per quanto concerne il nuovo corso delle relazioni con gli Stati Uniti, qualora venissero definitivamente confermati dalla Presidenza Trump gli arretramenti rispetto ad alcuni impegni assunti, a partire da quello di Parigi in merito alla lotta ai mutamenti climatici.

In uno scenario che cambia, come potremmo non ritenere auspicabile il rafforzamento dell'integrazione e del progetto europeo, incentrato sul rilancio e la tutela dei valori fondanti, la stabilità economica e sociale dell'Unione? Come potremmo non provarci con lo slancio e la convinzione dell'Italia, che è orgogliosamente uno dei grandi Paesi fondatori?

Ed il rafforzamento dell'integrazione e del progetto europeo per affrontare davvero come comunità le grandi questioni che abbiamo davanti a noi credo non possa prescindere dalla consapevolezza che, nel tempo, l'Unione è stata approdo sicuro e di libertà per popoli e Paesi segnati da dittature. Grecia, Portogallo e Spagna, alla fine degli anni Settanta e inizio degli anni Ottanta, hanno trovato nell'Unione Europea un ancoraggio sicuro per il loro destino, come ci ha autorevolmente ricordato, proprio qui, il Presidente della Repubblica nel suo discorso per il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma alcuni mesi fa. Presidente Mattarella che saluto con gratitudine e rispetto.

Dopo il 1989, è stata poi la volta dei Paesi reduci dall'influenza sovietica a riunirsi all'Europa, che ha, poi, offerto approdo politico, dopo la guerra nei Balcani, a Slovenia e Croazia e vede gli altri Paesi impegnati in un percorso di integrazione che l'Italia favorisce ed incoraggia.

Ecco, l'Italia, che da Paese fondatore ha sempre favorito e incoraggiato l'approdo in Europa a chi lo chiedeva, non può oggi di fronte al fenomeno epocale delle migrazioni essere lasciata sola; non può essere destinataria di una risposta inadeguata da parte di un'Unione che assiste al costruire nuovi muri al suo interno proprio da parte di Paesi che, per decenni, hanno cercato di scavalcare quelli eretti da altri e che, quando finalmente ci sono riusciti, hanno trovato dall'altra parte l'abbraccio generoso di un'Italia in prima fila a favore dell'allargamento di fronte a un bisogno. Questo credo che debba essere motivo di orgoglio per il nostro Paese, per tutto il nostro Paese.

Per affrontare il tema delle grandi migrazioni del nostro tempo occorre senz'altro valutare l'efficacia delle misure adottate per arginare i flussi, flussi che, per contro, sono in costante aumento. Ma non possiamo non rilevare come la risposta europea sia palesemente insufficiente e di come sia necessario prevedere nuove misure a sostegno degli Stati membri in prima linea, con l'orizzonte di una riforma del sistema comune europeo d'asilo ispirata ai principi di solidarietà e preceduta dal necessario ed urgente superamento delle regole del Regolamento di Dublino, sostituendo il Paese di primo accesso con un'equa condivisione delle responsabilità tra tutti gli Stati membri. I Paesi membri che attuano la ricollocazione sono ancora pochi mentre alcuni perseverano nel chiudere le frontiere interne. L'Italia ha inserito tra le proprie richieste prioritarie il ripristino del corretto e normale funzionamento dell'Accordo di Schengen sulla libera circolazione tra gli Stati, principio fondante dell'Unione. Bene, quindi, l'impegno della Commissione europea alla cessazione delle deroghe alla libera circolazione alla fine di quest'anno.

Salutiamo con favore, poi, l'avvio da parte della Commissione delle procedure di infrazione nei confronti di alcuni Paesi per il loro scarso impegno a farsi carico dei richiedenti asilo in contrasto con i principi di solidarietà e responsabilità stabiliti dai Trattati e il cui rispetto è stato più volte sollecitato dal nostro Paese. Ma la gestione comune del fenomeno migratorio deve, infine, approdare ad una completa attuazione della proposta italiana del Migration compact europeo: un accordo strategico di lungo periodo per l'immigrazione e dotato di risorse adeguate per offrire un modello di cooperazione efficace per il controllo alle frontiere, la riduzione dei flussi dei migranti, la cooperazione in materia di rimpatri e riammissioni, il rafforzamento del contrasto al traffico di esseri umani, senza dimenticare i progetti di cooperazione allo sviluppo come strumento per la creazione di posti di lavoro nei Paesi d'origine.

In tale direzione si sta già comunque muovendo l'Italia, nella consapevolezza che occorra intervenire sulle cause profonde delle migrazioni e che favorire l'attrazione e il potenziamento degli investimenti europei nei Paesi di origine sia l'unica risposta strategica e di prevenzione delle migrazioni di massa verso l'Europa.

Per quanto concerne poi i temi della sicurezza e difesa, è evidente che in un contesto geopolitico complesso e in continua mutazione diventano sempre più cruciali e pertanto oggi è ancor più necessario un rafforzamento della cooperazione nell'Unione in materia di sicurezza e difesa esterna, ma parimenti occorre intensificare la cooperazione tra Unione europea e NATO, nella convinzione che la difesa europea e l'Alleanza Atlantica debbano rafforzarsi vicendevolmente ed in complementarietà.

Bene quindi, quale primo passo concreto verso una maggiore integrazione in materia di difesa, la recente proposta di istituire un fondo unico dove convogliare le risorse per sviluppare una filiera industriale della difesa comune, le cui spese da parte degli Stati membri saranno espunte dal calcolo ai fini del debito, un approccio ambizioso, ma nella direzione appropriata.

Per quanto attiene ai temi della sicurezza interna e alla lotta al terrorismo, cui purtroppo anche in questi giorni ci tocca assistere, al proseguire di un'onda lunga, è necessario cooperare a livello europeo per fermare l'estremismo violento e combattere la diffusione della radicalizzazione, ostacolare le diverse forme di finanziamento al terrorismo, facilitando lo scambio rapido e mirato di informazioni tra Stati membri, autorità di contrasto e banche dati, sviluppando nuove tecnologie volte a migliorare il rilevamento automatico di contenuti che incitano alla violenza terroristica.

Bene, come si è detto oggi: a un problema comune che investe tutti, una risposta comune.

In riferimento ai temi economici, se da un lato occorre prendere atto dei progressi compiuti in materia di occupazione, crescita e competitività verso il completamento del mercato interno, occorre incoraggiare le istituzioni europee a compiere ulteriori sforzi, in particolare in tema di mercati dei capitali e mercato unico digitale.

Il G20 che si terrà in Germania il mese prossimo, di cui l'Unione europea è membro a pieno titolo insieme a quattro dei suoi Stati membri, rappresenta un'opportunità per rilanciare un ruolo forte dell'Europa sulla scena mondiale, per difendere e rafforzare la cooperazione economica globale in favore della crescita e dell'occupazione e per assicurare l'attuazione dell'Accordo di Parigi per il contrasto ai mutamenti climatici.

Esprimiamo apprezzamento in merito al fatto che sulle proposte del Governo italiano si registri la piena sintonia del Governo tedesco, che è intenzionato a porre lo sviluppo in Africa al centro della Presidenza del summit.

Accogliamo con favore l'azione del Governo: è di tutta evidenza che gli sforzi profusi consegnino al nostro Paese un ruolo sempre più da protagonista autorevole in seno all'Unione.

Apprezziamo davvero che tutti i temi cruciali all'ordine del giorno del Consiglio europeo dei prossimi giorni, affrontati oggi, siano puntualmente oggetto di impegni da parte del Governo, che pertanto, nella negoziazione in sede europea, può contare sul convinto sostegno del gruppo del Partito Democratico.