Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 16 Ottobre, 2018
Nome: 
Massimo Ungaro

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, l'informativa del Governo relativa al Consiglio europeo di questa settimana riguarda, come temi centrali, la migrazione, la sicurezza interna, l'approfondimento dell'Unione economica e monetaria e il tema Brexit, ovvero le relazioni e i negoziati tra Regno Unito ed europea.

In quanto migrante e eletto da emigrati italiani e come cittadino italiano di Londra, mi sento particolarmente chiamato in causa. E, allora, Presidente, sul tema Brexit questo Governo, il suo Governo, ma anche molti colleghi oggi hanno proclamato a parole il bisogno di tutelare i diritti degli italiani residenti nel Regno Unito, ma mi sembra un po' distratto il suo Governo, non vedo molta concretezza. Sono passati quattro mesi da quando il suo Governo è entrato in carica e ancora non avete nominato il nuovo responsabile del coordinamento interministeriale a Palazzo Chigi per la Brexit. Con il decreto sicurezza del Ministro Salvini il riconoscimento di un matrimonio tra un italiano e un cittadino britannico richiederà oltre mille giorni in più per essere riconosciuto, ma soprattutto c'è una cosa importante, che credo il suo Governo debba tenere a mente. Con lo stallo attuale dei negoziati tra Unione europea e Regno Unito, la probabilità che non ci sia un accordo a marzo, che ci sia un'uscita del Regno Unito senza un accordo cresce sempre, ogni giorno di più, e mi chiedo cosa sta facendo il suo Governo per prepararci a questo scenario. Io so che in questi giorni il Governo francese sta presentando un piano di emergenza, di contingenza, se questo scenario diventerà realtà e quindi io chiedo che il Governo possa, appunto, pianificare un piano che cerchi di facilitare il rientro di quei cittadini italiani che decideranno o dovranno tornare in Italia. Dobbiamo fare in modo, per esempio, che se una cittadina italiana ha vissuto, studiato, lavorato nel Regno Unito, il suo titolo di studio possa essere riconosciuto in Italia, che la sua formazione, la sua esperienza, la sua posizione possa essere riconosciuta, come la sua posizione previdenziale. Tutto questo sarà, ovviamente, automatico in caso di accordo, ma non lo sarà in caso di non accordo e ci sarà una legge italiana su questo. E, quindi, le chiedo di mettersi al lavoro su questo tema.

C'è un'Italia fuori, ma non solo nel Regno Unito che vorrebbe tornare e, secondo me, questa sarebbe anche l'occasione per estendere le misure del controesodo, ovvero incentivi per il rientro di capitale umano dall'estero in Italia, a tutti i lavoratori. Non ci sono soltanto cervelli fuori dall'Italia, ma anche tante braccia e tanti cuori. È importante garantire i diritti dei cittadini britannici residenti in Italia e chiedere la reciprocità al Governo britannico, proprio per tutelare i diritti acquisiti per i settecentomila italiani che risiedono in Gran Bretagna. Ovviamente è anche importante introdurre misure per la circolazione delle persone e delle merci, ma la scarsa attenzione del suo Governo al tema Brexit sembra collegata a un ripensamento del Governo a quali debbano essere i rapporti internazionali dell'Italia e dell'Unione europea, un ripensamento intriso di euroscetticismo miope, che guarda con favore, appunto, al gruppo di Visegrad, alla Federazione russa, tutto a scapito dei nostri partner europei. Pensiamo veramente di poter fare da soli, di indebolire la sovranità europea? È stare accanto alla Russia, Presidente, che ci farà giocare in «serie A»? Il suo sottosegretario Picchi ci ha ricordato, con una metafora calcistica, che se la Russia ha Cristiano Ronaldo, è preferibile averlo nella propria squadra, invece di averlo come avversario. Benissimo, ma ricordiamoci che la Russia sì è un grande Paese, ma ha un Governo che non rispetta i diritti umani e che viola la sovranità dei suoi vicini e anche dei nostri alleati nella NATO, come appunto mostra il caso Skripal in Gran Bretagna. Sarebbe utile, Presidente, se lei, nella replica, potesse chiarire se l'Italia chiederà l'abolizione delle sanzioni contro la Russia entro dicembre a questo Consiglio europeo?

Sul lato africano, invece, le sue parole ci rinfrancano e, quindi, vedremo alla prova dei fatti quanto il suo Governo riprenderà la politica inaugurata dei Governi precedenti.

Invece, troppo spesso nella narrativa del suo ministro Salvini sono le istituzioni europee o i nostri partner europei che vengono dipinti come antagonisti, per un bieco e misero calcolo elettorale, che guarda più alle elezioni europee che al bene d'Italia e degli italiani. Ma, Presidente, non c'è nessun nemico che ci ascolta. Mi chiedo, allora, dopo i «no» e l'antistorico sovranismo che si portano dietro, qual è l'orizzonte di questo confronto, su cui il Governo si dovrebbe impegnare per il bene del Paese.

Allora affronto qui, nel merito, la sua relazione. Ovviamente condivido e condividiamo che è fondamentale continuare sulla via dell'unione bancaria per recidere il circolo vizioso tra debito sovrano e sistema bancario. Dobbiamo anche partecipare al tavolo e si discute di come modificare l'architettura attuale per avere migliori strumenti economici per affrontare la prossima crisi, qui mi riferisco al bisogno politica fiscale europea, a un'indennità di disoccupazione europea e anche a un salario minimo europeo. Solo così potremo avere politiche anticicliche e reagire meglio agli choc asimmetrici del futuro. Ma per avviare un dialogo di questo genere, Presidente, che accomuna molti altri Paesi membri, abbiamo bisogno di essere credibili e cooperativi. Potrà essere credibile un Governo italiano che fa saltare il banco? Questa manovra sembra essere stata costruita per essere bocciata dalla Commissione europea e alimentare la propaganda elettorale che guarda alle elezioni del 2019, che capisco bene facciano gola quando si è alla ricerca di 49 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico). Non è solo il metodo e l'assenza di un piano di rientro dal debito il problema, ma la composizione stessa della manovra, con pochissimi investimenti in infrastrutture, un miserissimo 0,2 per cento nel 2019, e invece non ci sono investimenti per scuola, ricerca e transizione ecologica, ma tanta spesa corrente finanziata a debito per poter finanziare mance elettorali.

Presidente Conte, lei dice che il Governo vuole dell'Italia nell'Unione europea, che il Governo vuole tenere l'Italia nell'euro e avviare un confronto per ridefinirne le regole, ma allora ci può spiegare, nella sua replica, come intende farlo, con quale credibilità, se le stime della sua manovra sono state bocciate da organi indipendenti, se la manovra stessa sarà molto probabilmente bocciata dalla Commissione europea, se i riferimenti della sua maggioranza di Governo hanno esponenti massimi no euro, come il collega che seguirà il mio intervento? Come avviare questo dialogo? Non è sicuramente con il piano B né con il cigno nero del Ministro Savona.

La sfida delle politiche migratorie, poi, è il tema cruciale di questo Consiglio. L'attuale doppia velocità dell'Unione europea non è accettabile, l'abbiamo detto tante volte con i Governi Renzi e Gentiloni e con il Ministro Minniti. Una rigidità stretta per le politiche fiscali e una rigidità elastica quando si parla di rifugiati e dell'accoglienza. Un'Europa con due diverse rigidità non riuscirà a conquistare il consenso dei cittadini europei, e voi avete lucrato su questo, non proponendo soluzioni comunitarie e facendo leva sulla paura degli italiani. Abbiamo, invece, bisogno di politiche migratorie comuni e queste non si raggiungono, Presidente, con lo scandalo della nave Diciotti, con la criminalizzazione delle ONG, né, tanto meno, con la chiusura dei porti per qualche titolo di telegiornale in più , né con la chiusura degli SPRAR, un modello di eccellenza riconosciuto in tutto il mondo, come nel caso di Riace. Di fronte a certe prese di posizione, non è possibile tacere. Decisioni che non possiamo non collegare allo spaventoso aumento della mortalità degli arrivi dalla Libia.

Dobbiamo certamente condividere il peso della pressione delle politiche migratorie con tutti i membri dell'Unione europea, assolutamente, ma certamente non con l'atteggiamento del suo Governo, che mina la nostra credibilità e continua a isolarci, come ha dimostrato al Consiglio europeo di giugno, lei è tornato a Roma a mani vuote, ha sbattuto i pugni sul tavolo e ha ottenuto la cancellazione della politica di ricollocamento dei migranti, si è preferito il principio di volontarietà a quote vincolanti di ricollocamento. Serve, invece più Europa, Presidente, e un'Italia attiva nel migliorarla, una politica d'asilo comune, una guardia costiera comune. Ma, a parole, anche lei vuole rivedere i regolamenti Dublino, giustissimo, che noi condividiamo ma non dimentichiamoci che il MoVimento 5 Stelle al Parlamento europeo ha votato conto la revisione del Trattato di Dublino e la Lega si è astenuta. La miopia del suo Governo è dovuta alla velleità di poter scindere gli interessi dell'Italia dall'interesse dell'Unione europea, la stessa cecità che portò il Governo Berlusconi a sottoscrivere il regolamento di Dublino, perché forse all'epoca si pensava che i migranti sarebbero venuti da est, non dal sud. Invece, Presidente, noi pensiamo che l'interesse nazionale italiano coincide quasi sempre con l'interesse dell'Unione europea. Noi vogliamo soluzioni europee a problemi europei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Certo, l'Unione europea è un condomino, un condomino in costruzione e in continua evoluzione, che va migliorato con una politica comune per l'immigrazione e rivedendo appunto la struttura delle istituzioni economiche, ma per farlo servono credibilità e cooperazione, proprio quelle che hanno permesso ai Governi Renzi e Gentiloni di ottenere flessibilità per maggiori investimenti, come recentemente ha riconosciuto la stessa Viceministro Castelli dicendo che il PD ha fatto tanto e bene in Europa. Presidente, le politiche del suo Governo stanno dilapidando il patrimonio di credibilità accumulato a fatica negli anni scorsi, isolando ancora di più l'Italia tra i Paesi dell'Unione europea. Questo non lo possiamo accettare, per questo motivo il gruppo del Partito Democratico voterà contro la relazione in preparazione del Consiglio europeo