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Grazie, Presidente. Il prossimo Consiglio europeo si occuperà di problematiche estremamente delicate; il Governo arriva, però, ancora una volta, a questo vertice, impreparato, isolato all'esterno e in conflitto al proprio interno. Lei ha detto, signor Presidente del Consiglio, che il suo Governo si batte e si è battuto sui tavoli europei. Le chiediamo: dove? Quando? Lei sa che il suo Governo ha avuto un Ministro per le politiche europee che è andato a Bruxelles una sola volta in dieci mesi, in questo periodo in cui è stato al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Quando si è battuto per gli interessi italiani, questo Governo, sui tavoli europei? Francamente per noi è inaccettabile questa affermazione.
Ci rivolgiamo, oggi, a lei, che ha ripreso le competenze in materia; guardate, il Paese noi riteniamo si tuteli facendo l'esatto opposto di quello che voi avete messo in campo finora. Dovevate impegnarvi per introdurre le vostre idee, i vostri programmi, i vostri progetti, la vostra politeia nell'agenda politica dell'Unione e vi siete limitati a inserire 300 copie della politeia nella biblioteca del Ministero delle politiche europee. Questo è il massimo che avete fatto finora.
Il Paese non si difende, guardate, andando a Strasburgo a fare gite scolastiche propagandistiche, si tutela andando a Bruxelles a partecipare ai vertici e alle riunioni, a quelli dovete partecipare! Guardate, lo diciamo chiaramente a lei, Presidente del Consiglio, ma anche, considerando l'ultima vicenda di cui abbiamo parlato, a inizio seduta, al Ministro Salvini: non è più tollerabile che il Ministro dell'interno continui ad andare come un turista svizzero ai vertici del Consiglio, con la stessa frequenza con la quale va nelle stanze del Viminale o andava prima al Parlamento europeo. Noi dobbiamo, lì, combattere per i nostri interessi; è lì che dobbiamo mostrare i muscoli sui tavoli europei, non nel Mediterraneo, alle ONG; deboli con i forti, siamo stati finora, e forti con i deboli e questo è intollerabile. Non lamentiamoci poi se i nostri partner vogliono chiudere la missione Sophia o ci lasciano soli a gestire queste vicende.
Ma l'Italia si difende, signor Presidente del Consiglio, anche e soprattutto lavorando con credibilità e autorevolezza e con serietà prima, durante e dopo i vertici europei. E, allora, lo dico a lei, lasciare le deleghe in bianco alla Cancelliera Merkel non è un modo autorevole di rappresentare il nostro Paese in Europa; lasciare la sedia vuota durante le commemorazioni delle vittime di Strasburgo, qualunque ne sia la ragione, non è un modo serio di rappresentare il nostro Paese e, soprattutto, accettare passi indietro, come abbiamo visto in questi mesi, sulla riforma del Regolamento di Dublino e sul ricollocamento dei richiedenti asilo, non vuol dire tutelare i nostri interessi, ma vuol dire l'esatto contrario: continuare ad alimentare preoccupazioni, problemi e tensioni sui tavoli europei nella gestione delle politiche migratorie. Le ricordo che a quel Consiglio dei ministri del giugno scorso, cui lei ha fatto riferimento, noi, come Governo italiano, e lei abbiamo sottoscritto una dichiarazione finale che ha insabbiato la riforma del Regolamento di Dublino, quella dovevate voi riformare, quella dovevate cambiare e avreste trovato soluzione ai problemi ai quali, oggi, non riuscite a dare risposte e soluzioni.
Il problema è un altro ed è molto semplice, il problema è che il vostro Governo non è né autorevole né credibile; ma vi voglio dire questo: davvero pensate che sia credibile un Governo il cui Presidente del Consiglio, all'ONU, dichiara di voler sottoscrivere il Global Compact for Migration e qui, in Aula, la sua maggioranza approva una risoluzione contraria alla firma di questo accordo? Io credo di no. Credete che sia davvero autorevole un Governo sostenuto da forze politiche i cui deputati, in Europa, votano una risoluzione sullo Stato di diritto contro le politiche di Orbán e, in Italia, approvano una mozione a favore del leader ungherese? Credo di no. Credete e immaginate sia credibile un Governo che è l'unico in Europa a mettere il veto sul tentativo di giungere a una posizione unitaria, a una dichiarazione congiunta sulla crisi del Venezuela? Io credo di no. Queste sono le problematiche che affliggono il nostro Paese e il nostro Governo.
Nel merito dei temi che il Consiglio si troverà ad affrontare, sulla Brexit, è vero, il quadro è confuso a livello europeo, ma il quadro è confuso nel Regno Unito. Il problema è che la confusione regna sovrana, non solo nel Regno Unito, ma anche e soprattutto a Roma nel suo Governo, non abbiamo ancora capito chi decide la politica europea, l'essere internazionale del nostro Paese, chi decide sui tavoli europei quale sarà la nostra posizione sulla Brexit? Varrà la posizione del Ministro Moavero Milanesi che ha dichiarato di essere favorevole a una proroga dei termini dell'accordo o quella del sottosegretario Picchi che giudica indifferente qualunque tipo di soluzione o quella di Salvini che dice che la Lega ancora non ha adottato una posizione al riguardo? Quando deciderà di decidere la Lega su questa vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Quando? Quando sarà finito il tempo!
Sulla crescita e sulla competitività, guardate, il Consiglio si occuperà di rafforzare il mercato unico. Lei ha detto poco al riguardo; io vorrei capire con quale posizione e con quale coraggio vi presenterete a un vertice che tratta questi temi, voi che volete isolare il Paese, bloccando le infrastrutture strategiche che collegano l'Italia all'Unione Europea, voi che volete riportarci a un medioevo economico e industriale. Io credo che accanto ai dati che lei ha fornito sia opportuno dare al Paese e a quest'Aula altre informazioni: interscambio culturale con l'Unione europea, 509 miliardi di euro, più della metà di tutto l'interscambio mondiale; export italiano in Europa, 260 miliardi di euro; saldo commerciale italiano in Europa, più 11,3 miliardi di euro. Questi sono i dati che testimoniano l'utilità e la bontà della nostra appartenenza all'Unione europea per le aziende e le imprese italiane. Noi possiamo, guardate, accettare che non sappiate quali siano i Paesi fondatori dell'Europa unita, non fa niente, possiamo accettare di tollerare che la Spagna sia diventata tra i primi sei Paesi fondatori dell'Europa, non possiamo accettare di ascoltare, però, che voi non diffondiate questi dati, queste informazioni, e diffondiate, anzi, al contrario odio e veleno nei confronti dell'Unione europea.
Il Consiglio, nei prossimi giorni, giovedì, si occuperà, però, anche delle sfide attuali in materia di politiche tecnologiche e digitali. Le proposte legislative sul tavolo, come lei sa, mirano a garantire l'accessibilità ma anche a rafforzare la cybersicurezza, soprattutto sulle reti 5G. Chiariamoci, le reti 5G sono una grande opportunità per il nostro Paese, ma bisogna fare attenzione. Non so se lei lo sa o se il suo Governo è al corrente che il 12 marzo 2019, pochi giorni fa, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sulle minacce per la sicurezza legate all'aumento della presenza tecnologica cinese nell'Unione e sui rimedi che bisogna adottare a livello continentale, legati soprattutto alle minacce derivanti dalle cosiddette backdoors.
Allora cari sovranisti, va bene, per noi, rafforzare le opportunità di investimento e di sviluppo economico con gli amici cinesi, non va bene e non può essere tollerato il rischio minimo per la nostra sicurezza informatica nazionale. Questo deve essere chiaro! Allora, fate attenzione a quello che scrivete in questo Memorandum of understanding, oscuro a questa Camera e oscuro al Paese, finora. Non è tollerabile che affrontiamo con superficialità le questioni legate alla sovranità del Paese, altrimenti, sarete dei sovranisti che svendono la sovranità dell'Italia. Questo rischiate di diventare!
Il Consiglio europeo dovrebbe, poi, auspicare anche un rafforzamento degli sforzi contro i rischi della disinformazione. Lei ha fatto un accenno rapidissimo. Io credo che, però, da parte del suo Governo sia utile avere maggiore chiarezza; dite, vi prego, con estrema franchezza e chiarezza al Paese, una volta e per tutte, se condividete o no l'esigenza di una grande battaglia contro le fake news, contro le bugie e contro le falsità e le invenzioni che circolano in rete, sì o no? Se non lo farete, sarete complici, complici di questa regressione di attacco alle fondamenta democratiche della libera espressione e della vita del Paese e del continente. Noi ci batteremo per evitare il rischio di svilire e indebolire la rappresentanza delle nostre Aule parlamentari, ci battiamo per evitare il rischio di una democrazia eterodiretta.
Ascoltate bene, noi siamo contro il rischio di una democrazia eterodiretta, da piattaforme online, da troll, da sayan o da chiunque possa mettere a rischio la trasparenza e la legittimità delle nostre istituzioni democratiche.
Per quanto attiene poi infine al tema dei cambiamenti climatici, la strategia europea, come lei sa, auspica il rispetto dell'Accordo di Parigi e si prefigge l'azzeramento delle emissioni nette di gas ad effetto serra entro il 2050. Con quale posizione e con quale coraggio voi parteciperete nei prossimi giorni ad un vertice e discuterete di tutela dell'ambiente, di economia circolare, di green economy, voi che avete inserito nel decreto-legge “Genova” la norma sull'utilizzo dei fanghi nei terreni agricoli ? Con quale coraggio? Voi che avete approvato il condono edilizio più ampio mai realizzato in questo Paese. Voi che avete abolito il dipartimento “Casa Italia” e la struttura di missione “Italia Sicura” per il contrasto al dissesto idrogeologico; e voi che state bloccando un'opera strategica per il Paese, la TAV, che consentirebbe di eliminare 26 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica fino al 2030. Con quale coraggio andrete lì? Ascoltate Greta e le migliaia di ragazzi che sono stati in piazza, ai quali noi rivolgiamo un saluto ed un appello a continuare la loro battaglia.
Su tutti questi temi voi dovete cambiare completamente le vostre politiche. Noi vogliamo che voi combattiate accanto a noi per un'Europa - lo abbiamo ripetuto la settimana scorsa - che difende il sogno di libertà della generazione Erasmus, che hanno cullato Antonio Megalizzi, Valeria Solesin e Fabrizia Di Lorenzo; l'Europa della tolleranza, che consente a chiunque di professare un proprio Dio, l'Europa del pluralismo che difende la libertà della stampa e dell'espressione, delle associazioni, l'Europa che difende la parità di genere ed i diritti delle donne, altro che il “decreto Pillon”! L'Europa della speranza e delle libertà, contro l'Europa che voi volete, dell'odio e della paura. Spetta a voi e a tutte le forze politiche tener conto di questo patrimonio culturale ed agire per difenderlo, in Italia e sui tavoli europei.