Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 19 Giugno, 2019
Nome: 
Francesco Boccia

Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, abbiamo ascoltato con grande attenzione la sua relazione al Parlamento sul Consiglio europeo del 20 e del 21 giugno. Signor Presidente, ci saremmo aspettati uno scatto, ce lo saremmo aspettato da lei e per l'istruttoria fatta dal Ministro Moavero; siamo molto delusi perché, in un momento critico come quello che inevitabilmente le istituzioni comunitarie vivono, in un passaggio tra una legislatura e l'altra, dal Governo italiano, soprattutto alla vigilia di questo Consiglio, ci saremmo aspettati una valutazione oggettiva della condizione del nostro Paese. Invece, lei, signor Presidente del Consiglio, è venuto qui, in Aula, a leggerci una relazione burocratica, una relazione con la quale lei, oggi, ha decretato che l'unica strategia del Governo italiano è pattinare, ma non si pattina a Bruxelles e Strasburgo, signor Presidente, ci sono dei momenti in cui bisogna dire o “sì” o “no”, o si sta da una parte o si sta dall'altra, o si dicono cose chiare o, se non si dicono, di fatto, si fa una scelta.

Signor Presidente, i gruppi che sostengono il suo Governo consegnano al prossimo Parlamento europeo 28 leghisti, iscritti al gruppo Identità e Democrazia, lo ripeto, Identità e Democrazia, che entrano in un gruppo sparuto di sovranisti dal numero 73. Lei a Strasburgo ci è andato più volte, può immaginare quanto possano incidere 73 deputati nel Parlamento europeo. I 14 eletti nel MoVimento 5 Stelle, lo dico col massimo rispetto per i colleghi del MoVimento 5 Stelle, sono ancora nomadi, non sanno dove andranno e sicuramente non saranno in maggioranza. I due principali gruppi parlamentari che danno il sostegno al suo Governo, di fatto, certificano l'isolamento politico di questo Governo e dei due partiti politici che lo sostengono.

Di fronte a questo isolamento politico, io mi sarei aspettato una relazione che, in qualche modo, consentisse alle opposizioni e al Parlamento italiano tutto di ragionare nell'interesse nazionale, guardando all'Europa di domani. Signor Presidente, neanche a noi piace l'Europa solo con la bandiera o con l'euro, noi vogliamo un'Europa con l'anima, ma metterci l'anima significa andare avanti, non andare indietro, significa assumersi responsabilità, non evitare di entrare nel merito, significa fisco comune, significa salari comuni, significa pensioni comuni, significa prendere posizione, non far finta che i nodi non ci siano. E glielo dico, perché siamo in una fase in cui noi ci saremmo aspettati un'attenzione totale per le condizioni in cui è l'Europa e la vostra attenzione sapete cosa ha prodotto? Quattro mesi senza il Ministro per le politiche comunitarie. È da quattro mesi che l'Italia non ha il Ministro per le politiche comunitarie.

Nello stesso tempo, siccome lei il 20 e il 21 è chiamato a rappresentare il nostro Paese sull'Agenda strategica dell'Unione europea, ci saremmo aspettati alcune parole chiare. Sulle nomine ci ha ricordato che sono strategiche e che auspica le nomine a pacchetto. Presidente, le nomine a pacchetto non si auspicano; si media e ci si infila in quelle cinque nomine. Ci sono tre italiani uscenti: uno - non me ne vogliano gli altri due - è stato un riferimento per tutto il continente europeo nei sette anni che abbiamo alle spalle. Mi riferisco a Mario Draghi. Ci saremmo aspettati una sola sua parola in sostegno del Presidente della BCE. L'attacco vergognoso fatto dal Presidente degli Stati Uniti ieri non è fatto a Draghi: è fatto all'Europa ed è fatto all'Italia. La politica monetaria espansiva serve all'Italia come serve a tutta Europa; resta un punto di riferimento e dovrebbe essere un punto di riferimento della politica economica, un auspicio per il Governo che lei presiede.

Riguardo al quadro finanziario pluriennale, signor Presidente, voglio entrare nel merito. Non ha ricordato i numeri. Stiamo parlando di 1.135 miliardi. Lo dico ai colleghi: parliamo dell'1,11 per cento del reddito nazionale lordo. Pensate di costruire così un'Europa con l'anima, un'Europa dei popoli, un'Europa che si occupa di questioni sociali, con l'1,11 per cento del reddito nazionale lordo dell'Unione a 27? Se questo è, potete dirci qual è la posizione del Governo sul crollo delle risorse alla politica agricola comune? L'Italia pagherà questo prezzo. I nostri eurodeputati negli anni che abbiamo alle spalle hanno tentato di frenare l'emorragia. Non abbiamo sentito nulla, signor Presidente. Ci saremmo aspettati una sua parola sulla quantità delle risorse che sono state redistribuite. L'Italia ha fatto alcune mediazioni: in alcune ha perso, in altre ha pareggiato ma non vediamo una mediazione, signor Ministro Moavero, in cui l'Italia ha vinto. Sull'agricoltura perderemo e perderemo tanto. Sui migranti - lo dico soprattutto ai colleghi della Lega - ci ritroviamo per fortuna il 154 per cento di risorse in più: peccato che non sappiamo a cosa serviranno e qual è la strategia. Spero che i leghisti sappiano che dal bilancio comunitario arrivano più risorse: vorremmo capire per far cosa; vorremmo capire qual è l'impostazione che daremo.

Sul digitale, signor Presidente, lei ha detto solo due parole: è strategico e che l'Europa investirà ancora sull'innovazione tecnologica digitale. Vogliamo dirvi una cosa con molta chiarezza: è la società che è digitale; è il capitalismo che è digitale; è la nostra vita che è diventata digitale. Chieda che quel bilancio diventi parte integrante del bilancio stesso dell'Unione; chieda con chiarezza che si leghi all'unione fiscale, battaglia che non avete fatto. Vorrei sentire almeno dal MoVimento 5 Stelle, almeno una volta in questa legislatura, una parola sul fisco legato alle multinazionali del web.Avevamo approvato con grande difficoltà, ma trovando un accordo con l'Europa nell'ultimo scorcio della legislatura che abbiamo alle spalle, una norma che avete cancellato, riscritto, rinviato. Morale: siamo ancora fermi; le multinazionali del web continuano a non pagare le tasse; noi continuiamo ad avere meno risorse sia sulle imposte indirette che per gli ospedali e le scuole. Vorremmo sapere anche qui, signor Presidente del Consiglio, se state con i ciclorider e con i commercianti italiani o state con gli amministratori delegati delle multinazionali del web. Non si può stare da una parte e dall'altra.

Arriviamo al clima, un tema che ci sta particolarmente a cuore. Signor Presidente, l'obiettivo 20 per cento energie rinnovabili nel 2020 sembrava lontanissimo dieci anni fa. Ci siamo arrivati e ci siamo arrivati per merito di tutti coloro che hanno avuto responsabilità nel decennio che abbiamo alle spalle. Per arrivare al 2030 con il 30 per cento è necessario finanziare la transizione energetica. Non mi pare che ci sia traccia nel piano italiano di un finanziamento adeguato sulla transizione energetica che possa portarci al 30 per cento: eviti per cortesia di parlarci al 2050, perché non abbiamo ancora capito come arriveremo al 2030 e per il 2050, come lei sa, di fronte a un vostro stop and go tra marzo e giugno, vorremmo capire qual è la posizione del Governo sul carbone perché dite delle cose e ne fate delle altre.

Chiudo, signora Presidente, ricordando al Governo Lega-MoVimento 5 Stelle che l'Europa è cresciuta ignorando e abbattendoli dove c'erano muri, dazi e fili spinati. C'è una maggioranza - la dichiarazione di Molinari è stata molto chiara - che punta a dazi, fili spinati, muri e rotture. Lei ci ha detto alcune cose e Molinari ce ne ha dette altre. Noi sappiamo solo che solo l'Europa può farci giocare la partita sulle questioni sociali in tutto il globo. Signor Presidente, chiudo semplicemente chiedendo al Presidente del Consiglio che noi italiani, come diceva Longanesi, non siamo né il braccio né probabilmente la mente dell'Europa: siamo il cuore, signor Presidente. Lei cerchi di essere all'altezza di questo cuore e dell'idea di Europa che gli italiani hanno sempre avuto e continueranno ad avere.