Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 16 Ottobre, 2019
Nome: 
Piero De Luca

Signor Presidente, il prossimo Consiglio europeo affronterà importanti questioni inerenti il futuro dell'Unione, e forse sarebbe stato più utile dibattere di queste problematiche nel merito, piuttosto che perdersi in offese stucchevoli e inutili, come abbiamo ascoltato nel precedente intervento, francamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e Italia Viva). Ribadiamo un po' di serietà nel dibattito politico (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché il vertice discuterà anzitutto del quadro finanziario pluriennale… Informiamo i colleghi: il vertice discuterà anzitutto del quadro finanziario pluriennale, per chi se lo fosse perso, con cui si decide il contributo degli Stati membri al bilancio europeo e le modalità di spesa delle risorse tra il 2021 e il 2027. Partiamo allora da un assunto di fondo, che credo dobbiamo condividere tutti: lo slancio dell'economia europea ha recentemente subito un forte rallentamento a causa delle grandi tensioni commerciali internazionali, e questo impone da subito una presa di posizione forte, unita e compatta dell'Europa, che ancora non è stata avvertita a fondo. Dobbiamo dirlo con chiarezza, e speriamo emerga dai prossimi Consigli: i dazi statunitensi sono l'espressione massima del sovranismo e del protezionismo commerciale, e rappresentano una misura sbagliata e pericolosa per l'economia mondiale ed europea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo dobbiamo dire! Dopo le misure protezionistiche sull'alluminio e sull'acciaio, gli Stati Uniti hanno previsto altri 11 miliardi di euro di dazi sulle esportazioni europee, che colpirebbero soprattutto i prodotti del comparto agroalimentare made in Italy. Ed allora il messaggio che dovremmo rivolgere in Consiglio ai Paesi membri, i cosiddetti sovranisti, è questo: mettiamo da parte la propaganda, lavoriamo insieme a Bruxelles per tutelare la nostra economia, perché per proteggere il nostro export nel quadro del WTO o con misure di compensazione c'è bisogno di più Europa, non di meno Europa, più Europa per difendere la nostra economia. Questo è il messaggio.

Con specifico riferimento al nuovo quadro finanziario, la proposta della Commissione prevede stanziamenti superiori, come ha ricordato il Premier, pari all'1,11 per cento del reddito nazionale lordo dell'Unione a 27, a fronte dell'1,03 del precedente ciclo. Noi siamo d'accordo: c'è bisogno di un bilancio ambizioso e coraggioso.

C'è un “però” che vogliamo sottolineare: se a fronte dell'aumento del finanziamento in settori ad alto valore aggiunto (penso alla ricerca, all'innovazione, alla sicurezza, al clima, all'ambiente) si immaginano a titolo compensativo risparmi alle risorse della PAC o alla politica di coesione, noi riteniamo che dovremmo opporci con forza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo è il messaggio che consegniamo al Governo, semplice: no a tagli insostenibili per la politica agricola comune italiana e per il sostegno alle regioni meno sviluppate; sarebbe un disastro per il nostro Paese.

In tale contesto è evidente, come è stato ricordato nella sua relazione, che i fondi per un bilancio all'altezza delle sfide future vadano ricercati in nuove risorse proprie dell'Unione. Tra quelle proposte nel maggio 2018 alla Commissione, a nostro avviso due sono ormai irrinunciabili: l'Europa ha bisogno in primo luogo di una base consolidata comune per l'imposta sulle società, una corporate tax che consenta di armonizzare le tassazioni nazionali in chiave anti-elusione e anti-dumping. Lo ribadiamo ancora una volta, come lei ha ricordato: l'Unione del futuro non può più tollerare pratiche fiscali speculative fondate su una competizione al ribasso tra gli Stati membri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È ora di porvi rimedio, se vogliamo fare dei passi in avanti.

Così come è ora di prevedere una web tax europea, che consenta di evitare che le grandi multinazionali che producono utili in Europa paghino una tassazione ridicola in pochi Stati membri, pur fatturando e creando volume d'affari in altri Paesi. È ora di dire basta a queste pratiche.

Resta ancora aperta, infine, la discussione sui criteri di assegnazione dei fondi europei. Un punto credo sia utile sottolinearlo sin d'ora: è giunto il tempo di affermare finalmente il principio semplice, ma sacrosanto della condizionalità nella distribuzione e nell'utilizzo delle risorse europee. In altri termini e per estrema chiarezza: nel prossimo bilancio bisogna prevedere un blocco a monte delle risorse per i Paesi che violano principi e diritti fondamentali europei di cui all'articolo 2 del Trattato. E soprattutto, lo ribadiamo ma dobbiamo farlo davvero: tagli drastici di fondi europei per gli Stati che non aiutano i Paesi in difficoltà nella gestione del fenomeno migratorio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa è una misura che dobbiamo far adottare nel prossimo quadro finanziario: non si può approfittare dell'Europa solo per raccogliere gli aspetti positivi economico-finanziari, e non assumersi alcuna responsabilità condivisa nella gestione delle politiche più complesse e difficili. La revisione del regolamento di Dublino, allora, con programmi di ricollocazione vincolanti dovrà essere perseguita prevedendo misure sanzionatorie per i Paesi inadempienti, e misure incentivanti per gli Stati che rispettano i propri obblighi di solidarietà. In tale prospettiva appare irrinunciabile lavorare peraltro anche ad una più adeguata e razionale assegnazione delle molteplici risorse rivolte al tema migratorio, come ha ricordato il Ministro Amendola in una recente audizione nelle Commissioni parlamentari. L'obiettivo è di rafforzare la collaborazione con i Paesi di origine e transito, ed aiutare questi Paesi nelle azioni di sviluppo, con politiche di vicinato e con la cooperazione internazionale; e l'obiettivo principale (altro che le chiacchiere ascoltate!) è quello di aprire canali legali di arrivi in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ribadiamolo anche in questa occasione e lavoriamo per dire “no” a partenze fantasma, “no” ai trafficanti, “no” allo sfruttamento di esseri umani, “sì” ai corridoi umanitari che consentano di evitare insostenibili morti cui abbiamo assistito in questi anni nel Mediterraneo. La notizia dell'ennesimo naufragio a Lampedusa di questi giorni, di un barcone trovato a 60 metri di profondità con 12 corpi privi di vita, tra cui una madre e un bimbo abbracciati in fondo al mare, non può lasciare indifferente la politica italiana: ci stringiamo tutti intorno a queste vittime innocenti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

Di questi ed altri temi discuteremo e si discuterà nell'ambito del dibattito sull'agenda strategica europea. L'Europa dovrà anzitutto proteggere i propri cittadini, questo è il primo obiettivo, affinché vivano in un continente sicuro e libero. Bisognerà poi continuare a difendere con forza il sistema di libera circolazione interna istituito dall'Accordo di Schengen. Vigiliamo, guardate, con attenzione sui limiti alle deroghe richieste negli ultimi anni, facciamo attenzione a non diradare le maglie di una grande conquista dell'Unione. Guardate, rimettere in discussione Schengen vuol dire rimettere in discussione l'Europa moderna che conosciamo oggi, vuol dire alzare nuovi muri, nuove barriere, nuovi confini, che noi non possiamo più tollerare.

In un mondo sempre più caratterizzato da incertezze e complessità, l'Unione deve iniziare a giocare un ruolo forte anche nelle dinamiche internazionali. Il recente attacco nel Nord-Est della Siria riporta d'attualità questa esigenza, come lei ha ricordato. Chiariamolo, l'intervento militare turco è un fatto gravissimo, che va condannato fermamente perché contrasta con ogni norma e convenzione internazionale, e tocca una regione che ha acquisito un profondo valore simbolico, anche alla luce del modello di governo locale d'ispirazione pluralista e partecipativa. Ancor più grave la circostanza, come è stato ribadito, che il principale obiettivo dell'offensiva sia il popolo curdo, che si è reso protagonista della resistenza all'avanzata delle forze di Daesh negli ultimi anni. Particolare rilievo, poi, come è stato anche qui ricordato, nell'azione di contrasto al terrorismo hanno avuto peraltro le donne curde, che hanno offerto al mondo un esempio di straordinari coraggio e valore nella difesa del proprio popolo, del territorio e della propria identità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). Ed appare inaccettabile allora, come ricordato da lei in Aula, il brutale assassinio di Hevrin Khalaf, la donna di 35 anni segretario generale del partito Futuro siriano, a cui dedichiamo un pensiero commosso a nome di tutto il Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

Il Ministro Di Maio ha annunciato ieri alla Camera l'adozione immediata in un decreto-legge per il blocco futuro della vendita di armamenti alla Turchia. È una decisione importante, certo, ma non basta: è necessario che il Governo continui a lavorare, soprattutto a Bruxelles, perché l'Europa intervenga politicamente per fermare questo terribile spargimento di sangue, chiedendo un immediato cessate il fuoco; e perché l'Europa avvii tutte le azioni, insieme all'ONU e alla NATO, per ripristinare la pace e mettere in sicurezza l'area interessata, anche prevedendo delle forze di interposizione. In caso di escalation, infine, è necessario che l'Unione si adoperi perché tutte le misure sanzionatorie necessarie, di carattere economico e diplomatico, vengano adottate rapidamente negli Stati dell'Unione; e le misure sono tante, quelle a disposizione dell'Unione europea.

L'agenda strategica contiene infine un forte monito ad aumentare la competitività dell'Europa, improntando gli sforzi verso una crescita sostenibile ed inclusiva. Quanto alla lotta alla diseguaglianza, dobbiamo allora fare di più - è stato ricordato, lo condividiamo in pieno - per garantire anzitutto la parità reale di diritti e opportunità tra donne e uomini; ma è il Partito Democratico ad essere in prima fila in particolare per la battaglia a favore della parità salariale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il Partito Democratico: difendiamo e realizziamo in Italia e in Europa questa priorità.

Dobbiamo poi aiutare i giovani che incontrano difficoltà nel mondo del lavoro. Lo abbiamo già ricordato in quest'Aula, vale la pena ribadirlo: sosteniamo sin dal prossimo Consiglio l'istituzione di un'indennità europea di disoccupazione per tutti i giovani che perdono temporaneamente il proprio lavoro; sarebbe una misura di civiltà estremamente innovativa.

Ed infine, come ha ricordato anche il Presidente del Parlamento europeo Sassoli, proviamo a difendere nel futuro negoziato il Fondo per indigenti, un fondo che assicura un pasto caldo a 15 milioni di persone ogni giorno e che rischia di essere cancellato dal futuro bilancio europeo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Proviamo a difendere questa risorsa!

Insomma, il dibattito politico del prossimo Consiglio rimetterà al centro dell'agenda il senso profondo dell'Europa, quale Unione di popoli e di Stati che hanno creato un'integrazione politica, economica e culturale, tale da consentire in 70 anni crescita, benessere, sviluppo, rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali in un continente da sempre dilaniato da guerre interne. Dobbiamo evitare che nuovi egoismi e nuovi nazionalismi riaffiorino e si rafforzino nel panorama continentale.

L'impegno dell'Italia, allora, in conclusione, di uno dei sei Stati fondatori del progetto europeo, deve essere rivolto a difendere la consapevolezza che l'Unione rappresenta una grande opportunità. Non è la causa dei problemi che affliggono le nostre società, ma è l'unica possibile soluzione agli stessi nel contesto politico ed economico internazionale. Difendere l'Europa vuol dire difendere il nostro futuro, non rinunciamo a questo sogno