Signor Presidente, al prossimo Consiglio europeo continuerà il negoziato avviato sul futuro bilancio dell'Unione; la discussione giunge in un momento particolare, dall'emergenza sanitaria e da quella economica e sociale conseguente è emerso un messaggio in modo chiaro: nessuno può farcela da solo e rafforzare l'Europa, limitando gli egoismi nazionali, non vuol dire indebolire i Governi e gli Stati membri, ma vuol dire rafforzare, al contrario, le tutele e i diritti di 500 milioni di cittadini di quegli stessi Stati. L'Unione ha reagito finora alla crisi - come ha ricordato lei, Presidente - con misure di portata storica e ciò, guardate, non è accaduto per caso, lo vorrei ricordare a tutti i colleghi in quest'Aula, tutto questo non sarebbe stato possibile senza la presenza a Bruxelles del Commissario agli affari economici, Paolo Gentiloni, che ringraziamo per il lavoro straordinario che sta svolgendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e senza la determinazione del Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che sta dando prova di grande fermezza e capacità diplomatica, e non sarebbe stato possibile se il Paese non fosse stato guidato da un Governo e una maggioranza che hanno ridato centralità all'Italia nei processi europei. Oggi, i Ministri italiani, e penso al Ministro Amendola, che saluto, non dicono più di voler sbattere i pugni sui tavoli di Bruxelles, urlando a distanza nei talk show, oggi, l'Italia, a quei tavoli negoziali si presenta e fa valere le proprie posizioni, ottenendo risultati inimmaginabili fino a qualche mese fa, con competenza e con l'autorevolezza persa nei mesi scorsi. Nel giro di venti giorni sono state messe in campo, in Europa, misure più innovative di quante non ne siano state adottate negli ultimi 20 anni. Come ricordava lei, signor Presidente del Consiglio, l'acquisto straordinario di titoli pubblici da parte della BCE, la sospensione del Patto di stabilità, la modifica delle norme sugli aiuti di Stato, sono solo alcune delle straordinarie misure liberatorie adottate nella prima fase dell'emergenza. Se qualcuno scommetteva, in quella fase, sull'esplosione e la sconfitta dell'Unione dobbiamo dire che si è sbagliato di grosso; questa fase ha segnato la definitiva sconfitta, invece, della cultura sovranista e isolazionista continentale, questa è la verità.
Accanto alle misure appena citate, l'Unione ha adottato, finora, anche altri tre strumenti ancor più innovativi: il primo è il piano SURE da 100 miliardi di euro; per la prima volta l'Europa ha adottato una misura comune a sostegno dei lavoratori, che rivendichiamo con orgoglio. Se nei prossimi mesi possiamo finanziare in Italia gli ammortizzatori sociali con risorse europee è grazie all'impegno dei democratici che hanno portato a casa una battaglia sostenuta da tempo a Bruxelles, in particolare dall'ex Ministro Padoan. Accanto a questo, la BEI ha adottato un nuovo programma di liquidità da 200 miliardi di euro per le piccole e medie imprese e, infine, è stata attivata una nuova linea di credito sanitaria da 240 miliardi di euro nell'ambito del Meccanismo europeo di stabilità. Guardate, questa linea mette a disposizione dell'Italia 36 miliardi di prestiti a tasso agevolato, lo ricordiamo, senza condizionalità, senza troika, senza obblighi di aggiustamento macroeconomico, senza sorveglianza rafforzata, come ha chiarito il board del MES con una decisione ufficiale il 15 maggio scorso. Studiate e leggete gli atti ufficiali, prima di parlare! Ci sarà un unico vincolo per l'utilizzo di queste risorse, quello di spenderle per spese e investimenti diretti e indiretti nel comparto sanitario. Certo, non è questo l'oggetto del prossimo vertice e non bisogna decidere ora sull'utilizzo o meno di queste misure, proprio per questo, però, chiediamo ancora una volta a tutte le forze politiche di sgombrare il campo da dibattiti dogmatici o ideologici e di riservarsi di decidere in modo pragmatico, dopo aver raggiunto l'intesa per il bilancio, sulla necessità reale per il nostro Paese di attivare i differenti strumenti previsti e, quanto a questa linea sanitaria, l'auspicio è di poter raccogliere la sfida ambiziosa lanciata dal Partito Democratico e dal suo segretario Nicola Zingaretti: non perdiamo l'occasione di creare il sistema sanitario più forte, efficiente e competitivo d'Europa, lo dobbiamo a tutto il personale medico italiano e lo dobbiamo alle nostre famiglie. Manca, alla conclusione del pacchetto, quello che lei ricordava, un'ultima misura, l'ultimo strumento proposto dalla Commissione, il programma Next Generation EU, un programma da 750 miliardi di euro. Guardate, già il solo fatto di discutere nel prossimo Consiglio di questo programma rappresenta di per sé un successo dell'impegno del Governo italiano a trazione democratica. Il negoziato, certo, sarà complesso, per questo crediamo che alcune cose vadano precisate. Anzitutto, va precisato ai nostri partner europei più riluttanti che le posizioni in campo non vedono contrapposti Paesi cosiddetti “frugali” contro Stati dissipatori, basta con questa retorica, in gioco ci sono, da un lato, una proposta che è quella della Commissione, fondata su principi di solidarietà e responsabilità collettiva, dall'altro, la posizione di alcuni Stati improntata a logiche di egoismo individuale. Senza alimentare conflitti, non possiamo non manifestare però rammarico per questa posizione, in primo luogo, perché arriva da Stati che hanno beneficiato delle risorse europee per il rilancio delle proprie economie e, poi, perché arriva da qualche altro Stato che, come ricordato anche da tutte le istituzioni europee, dal mercato comune trae vantaggi enormi anche attraverso politiche di dumping fiscale ormai insopportabili, da eliminare e da cancellare completamente nel prossimo futuro. Allora, da quest'Aula, riteniamo doveroso fare arrivare un messaggio forte ai nostri partner: l'Europa è una comunità di valori, di diritti, di libertà, di progetti condivisi e in questo ambito l'Italia non chiede assistenza, ma convergenza ed equità per cogliere l'opportunità di una transizione verso un modello di sviluppo sostenibile più giusto. La posta in gioco non è solo il mercato comune, ma è la tenuta stessa dell'integrazione politica europea. Per questo invitiamo il Governo a difendere con forza gli aspetti più rilevanti del programma Next Generation EU che sono poi quelli alla base della proposta della Commissione. Innanzitutto, va difeso il principio sacrosanto che la verifica sull'implementazione dei programmi nazionali deve avere un carattere tecnico e non politico, deve essere la Commissione e non il Consiglio a verificare la bontà e l'implementazione dei piani nazionali di rilancio del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non possiamo sottoporla a una valutazione politica e ci auguriamo che questi piani, ovviamente, siano predisposti e condivisi dal Parlamento il prima possibile, per poter essere i primi a utilizzare queste opportunità. È poi necessario sostenere l'ammontare complessivo della proposta che potrebbe portare all'Italia circa 172 miliardi di euro; la struttura composta non solo da prestiti, ma anche da grants, da sovvenzioni a fondo perduto; la distribuzione delle risorse farebbe dell'Italia il primo Paese beneficiario, lo ricordiamo, di questa misura e, infine, ricordo la modalità di finanziamento del fondo e, qui, c'è una novità significativa, per la prima volta viene istituito uno strumento che non grava più sui bilanci degli Stati, ma si lega per la prima volta nella storia ad una vera e propria fiscalità comune europea ed è un grande successo del lavoro che abbiamo fatto in Europa. Mentre qualcuno si è occupato, in questi anni, di propagande, a Bruxelles, e non si è neppure presentato per difendere il Paese, noi, oggi, stiamo portando avanti, in Europa, l'Europa a un passo dagli eurobond, una possibilità di condivisione dei progetti di investimento e sviluppo comuni. Chiediamo, allora, a tutti, di sostenere il nostro Paese. Guardate, “prima gli italiani” non può essere uno slogan che vale solo all'interno dei confini nazionali e si abbandona appena si valicano le Alpi; chi oggi continua a denunciare risultati insoddisfacenti prenda anzitutto le distanze da alcune affermazioni inaccettabili ascoltate nelle ultime ore dai vostri amici sovranisti ungheresi o olandesi che hanno offeso il nostro Paese e i nostri cittadini, prendete le distanze da quello anzitutto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Chi continua oggi ad attaccare il Governo e le istituzioni europee provi a spiegare, oggi, al Paese, perché il 17 aprile e il 15 maggio in Parlamento europeo non ha votato a favore dell'istituzione del Recovery Fund e si è opposto alla creazione di Eurobond! Questo dovrebbe spiegare: perché, ancora una volta, a Bruxelles i nostri sovranisti lavorano contro gli interessi degli italiani?
Certo, il negoziato sull'intero bilancio sarà anche quello estremamente complesso. Ci sono, però, alcune priorità, che invitiamo a sostenere con forza. Penso, in primo luogo, al tema decisivo della parità di genere, nella distribuzione delle risorse future del bilancio del piano di rinascita. Penso all'impegno sulla scuola, la ricerca, la formazione, l'università e alla tutela, come lei ricordava, dei fondi per la coesione e l'agricoltura, destinati al nostro Paese.
Poi ci sono delle riforme necessarie, su cui pure invitiamo a lavorare con forza. In primo luogo - lo ribadiamo - è tempo di sostituire l'unanimità nelle decisioni in materia fiscale con un sistema di voto a maggioranza qualificata. È decisiva questa riforma per il futuro dell'Europa!
In secondo luogo, dobbiamo portare avanti una battaglia per creare nuove risorse proprie. L'Europa ha bisogno innanzitutto di una corporate tax, di una digital e web tax, qualora non create a livello internazionale. Infatti, è necessario dire basta, non solo alla pratica del dumping fiscale, ma anche al cosiddetto fiscal shopping delle grandi multinazionali del web, a discapito di interi territori del nostro Paese e del nostro continente.
Infine, dovremmo spingere noi per alcune condizionalità, ormai necessarie. Dovremmo dire una parola chiara: no alla distribuzione di risorse europee a imprese legate a paradisi fiscali extra Unione europea! L'ha ricordato anche la Commissione, ieri, in una raccomandazione. “No”, soprattutto - lo ricordiamo ai nostri partner - alla distribuzione di risorse a chi viola lo Stato di diritto in Europa. Questa è la condizionalità più importante, su cui lavorare a Bruxelles: “no” a violazioni dello Stato di diritto, per ottenere risorse del bilancio europeo.
Si apre, dunque, una fase delicata e complessa, signor Presidente del Consiglio, che affrontiamo, però, con rinnovata fiducia. Questo è il momento di cogliere l'occasione di una crisi devastante e inaspettata, per rilanciare con ancora più forza il progetto europeo e aprire una grande fase costituente. Bisogna fare presto e bisogna fare bene. Questo è il nostro obiettivo, nella consapevolezza che l'Unione - lo ripetiamo - non è la causa dei problemi delle nostre società, ma è l'unica possibile soluzione agli stessi.
Allora, il prossimo Consiglio tratterà non solo temi economici, ma toccherà la mission, nel senso profondo, dell'Europa di Ventotene, dell'Europa di Schuman, dell'Europa dei padri fondatori, dell'unione di popoli e Stati basata su valori, diritti e libertà fondamentali. L'Europa è stata la risposta all'orrore della Seconda guerra mondiale. La nuova Europa, che stiamo costruendo e dovremmo costruire insieme, diventi la risposta al disastro della pandemia, per un salto di qualità del progetto di integrazione comunitario, a difesa e a tutela dei nostri cittadini! Evitiamo che nuovi pericolosi egoismi riaffiorino nel panorama continentale! Difendere l'Europa - e voi avete un ruolo decisivo nel prossimo Vertice e nei prossimi negoziati europei - vuol dire difendere il nostro futuro. Non perdiamo l'appuntamento con la storia.